La Gazzetta dello Sport

Juwara-Barrow Sinisa e i suoi ragazzi in... Gambia

- di Dalla Vite, Lusena, Stoppini, Vernazza

PRIMO TEMPO: 1-0 MARCATORI: Lukaku (I) al 22’ p.t.; Juwara (B) al 29’, Barrow (B) 35’ s.t.

INTER (3-4-1-2)

Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Candreva, Gagliardin­i (dal 43’ s.t. Vecino), Brozovic (dal 43’ s.t. Borja Valero), Young (dal 40’ s.t. Biraghi); Eriksen (dal 30’ s.t. Sanchez); Lukaku, Lautaro (dal 40’ s.t. Esposito). PANCHINA Padelli, Berni, Godin, Ranocchia, Asamoah, Pirola, Agoumé. ALL.: Conte

ESPULSI Bastoni doppia ammonizion­e AMMONITI D’Ambrosio g. scorretto CAMBI DI SISTEMA: 3-3-3 dal 30’ s.t. POSSESSO PALLA 62,3% BARICENTRO ALTO 42,9 m

BOLOGNA (4-1-4-1)

Skorupski; Tomiyasu (20’ s.t. Bani), Danilo, Denswil, Dijks: Schouten; Orsolini (dal 20’ s.t. Palacio), Soriano, Dominguez (dal 43’ s.t. Baldursson), Sansone (20’ s.t. Juwara); Barrow (40’ s.t. Svanberg). PANCHINA Da Costa, Sarr, Bonini, Krejci, Corbo, Cangiano ALLENATORE: Mihajlovic. ESPULSI Soriano per proteste. AMMONITI Danilo, Palacio, Juwara g.s. CAMBI DI SISTEMA 4-2-3 dal 13’ s.t.; 4-3-2 dal 40’ s.t. POSSESSO PALLA 37,7% BARICENTRO MOLTO BASSO 30 m

ARBITRO: Pairetto di Nichelino NOTE: Tiri in porta: 10 (un palo)-8 (un palo). Tiri fuori: 10-5. Angoli: 12-9. In fuorigioco: 1-1. Recuperi: p.t. 2’; s.t. 6’

L’Inter domina per 45’, poi sull’1-0 e in 11 contro 10 il Toro si fa parare il rigore. I rossoblù rimontano col 18enne e l’altro gambiano Barrow di Sebastiano Vernazza

Alla trentesima giornata non ci sono più alibi, scuse, margini di tolleranza, e si ha il diritto dovere della chiarezza: se Antonio Conte aveva la missione primaria di normalizza­re l’Inter, di toglierle di dosso l’insana vena di follia, che è poi un’altra cosa, una miscela di presunzion­e e di deconcentr­azione, qualcosa di atavico e di endogeno, il virus di Appiano; se, dicevamo, lo scopo di esonerare Luciano Spalletti per prendere Conte era la crescita, l’obiettivo è stato fallito. L’Inter è rimasta quella che è stata negli anni del post Triplete e post Mourinho, una squadra che negli attimi cruciali si perde, che inciampa sull’ultimo scalino. La sconfitta di ieri contro il Bologna è il paradigma dell’interismo. Come buttare via una partita dominata per un tempo, come sprecare la superiorit­à numerica e un rigore, come farsi raggiunger­e in 11 contro 10 e infilzare in 10 contro 10. L’Inter poteva salire a meno uno dal secondo posto della Lazio ed è rimasta terza, ma con l’Atalanta attaccata alle terga, a un solo punto. Un disastro. Buon per Conte che il margine sul quinto posto è notevole, sennò ci sarebbe da disperarsi.

Era iniziata bene

Eriksen problema o soluzione? Nel dubbio, meglio marcarlo alla vecchia maniera, a uomo. Mihajlovic ha appiccicat­o Schouten al danese e di fatto ha stravolto il canonico 4-3-3. Bologna a sistema variabile: tratti di 4-2-3-1 con Soriano trequartis­ta, ma alla fine predominav­a una sorta di 4-1-4-1, con Schouten anti-Eriksen davanti alla difesa e a sprazzi “dentro” la difesa. La mossa ha pagato, Eriksen è stato irretito e spento, però la sua sparizione non ha impedito all’Inter di governare per un tempo la partita con dosi massicce di pressing alto e di cedere qua e là all’autolesion­ismo con le solite amnesie. Bellissima l’azione del vantaggio: sontuoso cambio di gioco di Candreva per Young, l’inglese ha preso il tempo a Tomiyasu per il cross dal fondo e servito Martinez accorrente sul primo palo. Lautaro di testa ha anticipato Danilo e di testa ha colpito il palo, sul rimbalzo Lukaku è stato lesto a depositare in rete. Candreva, Young, Martinez, Lukaku: alla sequenza manca Eriksen, un dettaglio che rileva. L’Inter ha fatto a meno di lui e per un tempo ha giocato bene lo stesso, per intensità, continuità, tessitura di passaggi. Ha avuto però il torto di non approdare all’intervallo sul 2-0. La seconda rete sarebbe arrivata se Danilo non avesse deviato un tiro di Lautaro, dopo un controllo a seguire da manuale su invito di Lukaku. Questo fatto di non chiudere le partite in fretta espone la squadra a rimonte e ribaltoni. Nel momento in cui Lukaku si è perso in un doppio passo, è deflagrato un “contropied­one” rossoblù in fondo al quale Soriano ha liberato Orsolini davanti alla porta. Handanovic con il mantello da supereroe ha evitato l’1-1, però resta la sostanza di una ripartenza simile a quella subita contro il Sassuolo

per il gol di Caputo. Prezzi da pagare per permetters­i Eriksen? Se così fosse, sarebbe meglio ritornare al 3-5-2. Gli esterni propulsivi e il trequartis­ta insieme sono un azzardo, tutto non si può tenere.

Il coraggio di Sinisa

In apertura di ripresa Barrow ha colpito un palo, secondo avviso di allerta burrasca per Conte. Poi Pairetto ha fatto un discreto assist all’Inter, ha espulso Soriano colpevole di avergli detto: «Sei scarso». In questi casi l’arbitro saggio estrae il giallo, «sei scarso» non equivale a un insulto da trivio. Passati pochi minuti, rigore per fallo di Dijks su Candreva. Superiorit­à numerica, la grande occasione di un penalty: un portone spalancato. Sul dischetto è andato Martinez, ansioso di segnare un gol, di dimostrare che lui al Barcellona non pensa. L’ansia però è il peggior stato d’animo per un rigorista. Skorupski ha respinto il tiro e pure la ribattuta di Gagliardin­i, e lì è venuto fuori il Bologna. Se sopravvivi a due colpi del destino, hai diritto alla rivincita, anzi te la vai a prendere con nuova vitalità, alla maniera di Nietzsche, tutto ciò che non uccide dà forza e ragionamen­ti simili. Bravissimo Mihajlovic a pensare in grande, l’allenatore rossoblù ha aumentato il potenziale dell’attacco con gli inseriment­i di Juwara e di Palacio e ha tenuto dentro Barrow: un tridente, in dieci. Tanto coraggio è stato premiato. Juwara, con il Bologna ancora in 10, ha segnato l’1-1: gol nato da rimessa laterale, con sequenza horror di lisci interisti, una slavina. A seguire, espulso Bastoni per doppio giallo, in 10 contro 10, Dominguez ha messo Barrow davanti ad Handanovic e il gambiano ha fatto 1-2. A quel punto l’Inter si è consegnata alla disperazio­ne, nemica della lucidità. Sanchez ha fallito due volte un 2-2 che non avrebbe cambiato la sostanza delle riflession­i. Neppure Conte ha guarito l’Inter dalla sindrome auto-immune. Non ancora, almeno.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ?? GETTY/AP ?? 1 Rimonta a San Siro 1 Musa Juwara esulta dopo il pareggio: il gol del gambiano, a segno a 18 anni e 192 giorni, è il più giovane del Bologna dalla rete di Della Rocca nel 2003 (18 anni e 146 giorni) 2 Lautaro Martinez, 22 anni, calcia il rigore ma Skorupski respingerà il tiro 3 La festa del Bologna negli spogliatoi
GETTY/AP 1 Rimonta a San Siro 1 Musa Juwara esulta dopo il pareggio: il gol del gambiano, a segno a 18 anni e 192 giorni, è il più giovane del Bologna dalla rete di Della Rocca nel 2003 (18 anni e 146 giorni) 2 Lautaro Martinez, 22 anni, calcia il rigore ma Skorupski respingerà il tiro 3 La festa del Bologna negli spogliatoi
 ??  ?? 3
3
 ??  ?? 2
2

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy