«Campenaerts, non così Un rischio i 10 mila metri»
Una mascherina speciale per respirare l’aria d’alta quota Due esperti bocciano l’idea del belga primatista dell’Ora
Il gusto della provocazione Victor Campenaerts l’aveva già mostrato in tempi non sospetti: nel 2017, per esempio, durante una crono del Giro d’Italia si era aperto la maglietta mostrando una scritta sulla pelle con la quale chiedeva un appuntamento a una ragazza. Tre anni dopo, il belga ora approdato alla Ntt è diventato una referenza mondiale nelle prove contro il tempo, oltre a avere conquistato il primato dell’ora (55.089 km) strappandolo a Bradley Wiggins. E non ha perso la voglia di stupire, stavolta in tema di allenamento: prima ha svelato di avere dormito, grazie alla tenda ipossica, per 21 giorni a 4.700 metri di quota e godere così dei benefici dell’altura. Poi ha mostrato, sul quotidiano Het Laatste Nieuws, la nuova frontiera: una mascherina usata un’ora per respirare l’aria rarefatta all’estremo dei 10.000 (!) metri
Frontiera
Detto che in territorio italiano sarebbe considerata doping, è naturale chiedersi se e quanto la pratica stessa possa aiutare la prestazione. La Gazzetta ha interpellato due preparatori italiani: Andrea Morelli, del centro Mapei, e Maurizio Mazzoleni, di Modus Vivendi. E nessuno dei due si è mostrato entusiasta. «Sono un po’ scettico – ammette Morelli -. Situazioni di così elevata ipossia possono produrre delle situazioni estreme potenzialmente pericolose che andrebbero verificate con un fisiologo respiratorio, anche se si tratta di esposizioni brevi. Immagino che ci sia uno staff medico che controlla le sue condizioni, anche se non se sono sicuro. Sa, già ci sono dei lavori che mettono in dubbio l’utilità delle camere ipossiche per l’allenamento. Io prima di consigliare una cosa così estrema e poco documentata vorrei capirne di più sugli effetti ed essere sicuro che non arrechi danni alla salute». «Anzitutto – dice Mazzoleni – ci vorrebbe uniformità nelle regole dei diversi Paesi su questo tema. Cosa che ora manca e l’esempio lo conferma. Come metodo, si tenta di replicare artificialmente l’ipossia dell’altura. Ma per me è sempre meglio il classico ritiro in quota. I team li organizzano non solo per inseguire miglioramenti a livello fisiologico, ma anche per fare allenamenti specifici e costruire il gruppo. I benefici veri sono proprio questi, i primi sono minimi. I diecimila metri? Il macchinario di Campenaerts somiglia a una sorta di aerosol. Ma a me non pare un metodo idoneo da usare nello sport».
Scienza contraria Morelli (Mapei) e Mazzoleni (Modus Vivendi) molto critici
Parole
Campenaerts, dal canto suo, è soddisfatto anche se non nasconde che «l’ossigeno è rarefatto al punto che non riesco a far nulla, manco scrivere sul cellulare perché sbaglio varie volte. Così posso solo aspettare che l’ora termini. Forse sono un pioniere, è una cosa in più rispetto al mio allenamento tradizionale. Ma a me piace provare cose nuove. E poi ho battuto tutti i miei record in termini di wattaggio». Dopo il Mondiale a cronometro di settembre, Victor sarà al Giro: in caso di conferma della crono iniziale sarà uno dei favoriti per la prima rosa. Scommettiamo che se ne riparlerà?