«I miei simboli: Esposito e Moss»
Nel giorno del suo compleanno, Mauro Ferrari ha battezzato la sua Pallacanestro Brescia. La nuova società subentra al Basket Brescia Leonessa. «Il fatto che sia nata il giorno 7 non è un caso - dice Ferrari, amministratore delegato della Germani già sponsor del club -. Sono molto scaramantico, peggio di Massimo Cellino del Brescia Calcio. Per me i giorni giusti sono 7 e 27, non il 17. Che poi fosse il 7 luglio, giorno del mio compleanno, è secondario». Ferrari non sarà né presidente né farà parte del consiglio di amministrazione della Pallacanestro Brescia. Presidente resta Graziella Bragaglio, vicepresidenti Enrico Zampedri e Franco Dusina, presidente della Centrale del Latte di Brescia, amministratore delegato Roberto Vagheggi, consiglieri l’avvocato Riccardo Roversi e l’ex patron Matteo Bonetti.
3Di
questo passaggio di proprietà, con la nascita di una nuova società, si parlava da tempo: come mai solo ora? «L’iter di diritto sportivo e societario è complesso. E poi è stata un’operazione in bonis. Zero debiti e zero crediti. Altrimenti in 15 giorni avremmo fatto tutto».
3Che
ruolo ha avuto il lodo salva città varato dalla Federazione?
«Fondamentale per la cessione del ramo di azienda in sicurezza e per garantire gli impegni sportivi ed erariali».
3Perché
non è nel consiglio di amministrazione?
«La presidente Bragaglio e Bonetti finora hanno fatto un ottimo lavoro e questo è un progetto in continuità. Gli altri componenti del consiglio sono stati ben scelti tra figure importanti in città».
3Da
sponsor a proprietario in questo momento complicato: perché?
«Siamo entrati come sponsor il 7 luglio 2016, a proposito di scaramanzia. Per due anni ho cercato di capire come gira il mondo del basket. Ho seguito la squadra sempre, in casa e in trasferta. Ora ci siamo impegnati per continuità, passione, per amore della città, per dare una mano in un momento difficile. E grazie al lodo della Federazione».
3Perché
il basket?
«Ci sono arrivato per caso e me ne sono innamorato. Ha molte similitudini con l’impresa: rapidità, scelte e cambi di decisioni in poco tempo, fino all’ultimo secondo il risultato è in discussione».
3Quali
sono i simboli della Pallacanestro Brescia? «David Moss e Vincenzo Esposito per sacrificio, impegno, perseveranza e resilienza. A 36 anni, Moss è come se ne avesse 17. La serietà del coach è l’esempio di come si deve approcciare lo sport».
Cercheremo di dare fastidio alle grandi che sono inavvicinabili
A 36 anni Moss è come se ne avesse 17. Il coach è un esempio di serietà
3Virtus
Bologna, Milano, Venezia: Brescia dove si porrà? «Le big sono inavvicinabili per storia, blasone, organizzazione, sponsor. Noi siamo Brescia e dobbiamo fare il massimo per le possibilità che abbiamo».
3Obiettivo?
«Riuscire a dare fastidio e magari togliere il sorriso a quelle magnifiche organizzazioni di sport».
3Entra
nel basket in un momento difficile: che si può fare? «Club che non si iscrivono, altri in dubbio, altri ancora che dicono no alla Serie A. Con il consiglio di amministrazione dovremo preparare proposte importanti per il sistema basket perché così non ha futuro. Buona parte delle risorse le destineremo al settore giovanile».
3Quanto
pesa il no al credito di imposta per gli sponsor? «Una decisione di una gravità inaudita. Il governo nazionale dovrebbe capire quanto lo sport è importante e il peso che gli sponsor hanno per il basket. Non servono contributi a pioggia, ma interventi strutturali. Brescia è una città con un tessuto ricco, ma senza agevolazioni reali, un’azienda non investe. La situazione è grave per lo sport e per i ragazzi cui sarà precluso praticarlo. È solo questione di tempo.».
3Sarà
una Serie A a 16 o a 14 squadre?
«A breve i palasport saranno vuoti non per il Covid ma perché non ci saranno più le società. Non so quante squadre ci saranno. Avanti così, saremo così pochi che il posto ai playoff sarà sicuro».