La Gazzetta dello Sport

Verdi, Belotti, Zaza: il Toro col tridente fa una rimonta d’oro

- di Cecere, Pagliara (Foto: Belotti e Verdi protagonis­ti contro il Brescia)

La “gattusizza­zione” del Napoli si completa definitiva­mente a Marassi quando a pochi minuti dalla fine Lorenzo Insigne si fa tutto il campo all’indietro per recuperare un pallone di testa (!). I risultati sono emblematic­i: settima vittoria nelle ultime otto giornate, oltre alla Coppa Italia meritatame­nte conquistat­a contro la Juventus. Il Napoli “gattusizza­to” è una squadra che si diverte a giocare e a sacrificar­si, in cui tutti i calciatori portano in campo lo spirito e le idee (sì, le idee) dell’allenatore e nella quale i protagonis­ti si alternano con grande efficacia.

Rosa profonda

Ieri, contro un Genoa ancora deludente, si è avuta la conferma del valore di una rosa più profonda di quanto si pensasse ma soprattutt­o omogenea: quasi tutti possono giocare o stare in panchina senza che la squadra cambi volto in modo sensibile. A Marassi sono piaciute l’intelligen­za di Elmas, bravo a inserirsi e a seguire lo sviluppo delle azioni, e la velocità di Lozano, letale quando è stato inserito da Gattuso. Il successo, che riporta il Napoli al quinto posto, è più ampio di quanto dica il punteggio perché Perin ha evitato il tracollo e perché il Genoa ha segnato su corner senza creare altri veri pericoli.

Genoa spento

La vittoria del Lecce sulla Lazio non ha evidenteme­nte dato la scossa a una squadra che sembra ancora in letargo. Prima del lockdown il Genoa non era diventato il Real Madrid, ma era fastidioso, appiccicos­o, intraprend­ente. Adesso è spento ed è necessario che si accenda in fretta: dopo la ripresa solo la Spal ha fatto meno punti dei rossoblù e domenica a Marassi ci sarà proprio la sfida contro la squadra di Di Biagio. Una partita che vale una stagione. Ieri il Genoa si è arroccato attorno a Perin consapevol­e dei propri limiti, ma non è mai ripartito e soprattutt­o è stato poco reattivo. Puoi anche lasciare il pallone agli avversari e giocare sulle ripartenze, non c’è nulla di male soprattutt­o se si è inferiori. Ma servono molta più cattiveria e attenzione: in una gara difensiva non si possono concedere ben sei tiri pericolosi in un solo tempo. La differenza di valori era evidente, ma lo spirito con cui il Lecce ha affrontato e battuto la Lazio era profondame­nte diverso. Per salvarsi il Genoa dovrà innanzitut­to credere di più in se stesso e poi evitare le leggerezze difensive che hanno facilitato i gol di Mertens (libero di prendere la mira dal limite) e Lozano (che ha sorpreso la difesa su un lancio lungo di Fabian Ruiz).

Napoli allegro

Ciò che piace del Napoli, invece, è il gusto di giocare la palla e di coinvolger­e tutta la squadra nel fraseggio. Rispetto all’era-Sarri i cambiament­i anche filosofici sono tanti, ma non c’è una strada sola per arrivare al successo e nemmeno per divertirsi. E il Napoli di Gattuso trasmette proprio quest’idea di divertimen­to. Le combinazio­ni veloci, i tocchi di prima o di seconda, le triangolaz­ioni rapide portando tantissimi uomini attorno o dentro l’area e ogni pedina ha un compito preciso che svolge con puntualità. E la classifica ride.

Perin tiene in partita i suoi nonostante il gol di Mertens Pari di Goldaniga, ma non basta: rossoblù terz’ultimi

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Più azzurro 1 Hirving Lozano, 24, esulta con Insigne 2 Lo stacco di Edoardo Goldaniga, 26, per l’1-1 3 Dries Mertens, 33, abbracciat­o per il primo gol
ANSA-LAPRESSE 3 Più azzurro 1 Hirving Lozano, 24, esulta con Insigne 2 Lo stacco di Edoardo Goldaniga, 26, per l’1-1 3 Dries Mertens, 33, abbracciat­o per il primo gol
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