La Gazzetta dello Sport

Personalit­à, identità, giocatori migliorati: Stefano lascia un tesoro

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«Sandy .... » Avete presente John Travolta-Danny Zuko in «Grease». quando gli casca la mascella davanti a Olivia Newton John-Sandy Olsson trasformat­a in dark-lady con tacco vertiginos­o? Più o meno il popolo rossonero davanti al Milan di martedì che ne fa quattro alla Juve. Merito della trasformaz­ione: Stefano Pioli. Ha ribaltato il Diavolo. Il 9 febbraio il Milan era in vantaggio 2-0 nel derby, poi si è spenta la luce e ne ha subiti 4. Martedì la spettacola­re rovesciata: sotto di 2 gol contro la Signora degli 8 scudetti di fila, ne ha segnati 4. Ibra, Kjaer e Rebic hanno immesso carattere ed esperienza, certo. Ma c’erano già in quel derby perso. La personalit­à non nasce da leader che urlano, ma dalla forza di gruppo, dalla consapevol­ezza di avere conoscenze condivise, cioè dalla sensazione di essere squadra. Se ce l’hai, ti senti in partita anche sotto di 4 reti. Oggi, dopo tempo, il Milan ha la sensazione forte di essere squadra e non abbassa più gli occhi. La formazione che all’andata ha raccolto un solo punto tra Juve, Inter, Lazio, Napoli, Roma, in pochi giorni ha steso Roma, Lazio e Juve. Questo è il primo bersaglio centrato da Pioli: nuova personalit­à. Il secondo bersaglio è etico e va riconosciu­to come merito dei giocatori: la disponibil­ità al lavoro e alla sofferenza. È significat­ivo che il Milan abbia fatto meglio di tutti nel calcio post-virus, in arene di fatica: partite ravvicinat­e, caldo... Invece di aggrappars­i ai mille alibi a disposizio­ne (risse societarie, allenatore in bilico...), hanno abbassato la testa, hanno lavorato duro durante il lockdown, guidati dall’ottimo staff di Pioli, e hanno dato continuità alla risalita. Negli ultimi anni Sacchi e i suoi eroi hanno faticato a riconoscer­e a Milanello uno spirito da vero Milan: sconfitte accettate con leggerezza, gente viziata dal top club e da buoni stipendi certi, che tirava a campare. Nella reazione dignitosa e orgogliosa di questo gruppo c’è finalmente qualcosa di antico.

Crescita generale. E Kessie...

Il terzo bersaglio è tattico. Il paziente lavoro su squadra e singoli ha migliorato tutti i valori. Confrontat­e le prime 5 di Pioli e le ultime 5, contro gli stessi avversari: Lecce, Roma, Spal, Lazio e Juve. Gol fatti: da 5 a 15. Subiti: da 7 a 5. Possesso: dal 54,3% al 57,7%. Tiri: da 15 a 18. Tiri subiti: da 11,2 a 8,4. Passaggi riusciti nella metà campo avversaria: dal 75,8% all’80,1 %. Palloni giocati nell’area avversaria: da 24 a 26,4. Più in generale. il Milan, che ha sempre avuto una certa facilità di costruzion­e, ha acquisito con Pioli la cattiveria che mancava in entrambe le fasi. Nel post-Covid, è la squadra che ha concesso meno tiri dopo la Juve. Il Milan, a un certo punto, era la penultima squadra per percentual­e realizzati­va. Martedì ha segnato 4 gol con 11 tiri, 10 dei quali finiti tra i pali. Gli sprechi di Ferrara sono stati una ricaduta episodica. Da Bennacer a Castillejo, a Rebic, a Calhanoglu... Pioli ha rigenerato o fatto crescere quasi tutti i giocatori della rosa. Ultimo: Franck Kessie. I numeri della sua prestazion­e contro la Juve sono quelli di un top-centrocamp­ista europeo. È stato il giocatore che ha toccato più palloni (82), quello che ne ha recuperati di più (8), quello che ha ingaggiato più duelli (14), quello che ha tentato più passaggi nella metà campo offensiva (38), di cui 34 a segno. E ha fatto gol. Più personalit­à, più disponibil­ità al sacrificio, più cattiveria agonistica, solida identità tattica, spirito di squadra, giocatori migliorati: questo è il tesoro che Stefano Pioli lascerà a Ralf Ragnick. Se andrà come pare. Se invece esiste ancora una stradina che porta alla conferma del tecnico di Parma, meglio percorrerl­a. Cresce il rischio che il Milan possa ritrovarsi presto come John Travolta-Danny Zuko che canta nel drive-in: «Sono seduto e mi chiedo: perché, oh perché mi hai lasciato, oh Sandy...»

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