La Gazzetta dello Sport

Immobile ha smarrito il gol E ora la Lazio non vince più

Il capocannon­iere del campionato adesso è insidiato da CR7 «Devo fare di più: dopo il lockdown non sono stato più io»

- Di Nicola Berardino - ROMA

Èdiventato l’emblema della Lazio caduta in crisi nel momento che poteva condurla in vetta alla classifica. Numeri alla mano, dopo la ripartenza del campionato: se non segna Ciro Immobile, la squadra di Inzaghi non vince. Il capocannon­iere della Serie A ha colpito in due partite, avviando i successi in rimonta contro Fiorentina (su rigore) e Torino. Squalifica­to contro il Milan, è rimasto a secco nella prima partita, la trasferta di Bergamo, e martedì a Lecce. E quel tris di sconfitte ha zavorrato le ambizioni di vertice della Lazio. L’immagine dell’altra sera, nel finale della sfida del Via del Mare, con Immobile che nella sua frenesia inciampa in area per concludere a rete rispecchia per molti aspetti la Lazio attuale, diventata la copia sbiadita della squadra bella e vincente che si era arrampicat­a al secondo posto, ad appena un punto dalla Juventus prima dello stop per l’emergenza coronaviru­s.

Difficoltà

Nel dopo partita di Lecce, Ciro Immobile ha parlato a cuore aperto. Con schiettezz­a. «Dopo il lockdown non sono stato più io e devo tornare più sereno. Non è questo il vero Ciro, devo fare di più. Questa non è stata una delle mie migliori partite, bisogna guardare alla prossima. Non riusciamo a fare le cose che facevamo prima, non divertiamo la gente. Fisicament­e non stiamo al meglio. È ovvio che non potevamo essere gli stessi di prima, ora bisogna rimettersi in moto, al lavoro». Parlava anche il suo faccione inquadrato in tribuna all’Olimpico mentre la Lazio colava a picco contro il Milan. Lampi di incredulit­à tra la rabbia di non sentirsi più quelli di prima. In quelle 26 giornate Immobile aveva segnato 27 volte in campionato. In un bottino complessiv­o che si allargava ad altre due reti in Europa League e ad una in Coppa Italia. Nel proprio bilancio stagionale pure tre centri in Nazionale. Dopo il lockdown il 30enne attaccante campano, giunto alla Lazio nel 2006, ha visto calare precipitos­amente la sua media realizzati­va in campionato. Un gol ogni 180 minuti contro gli 81 di prima. Un confronto che appanna vistosamen­te le sue prospettiv­e verso le ultime sette giornate di campionato.

Ansie impreviste

«Ciro era rammaricat­o per i gol sbagliati nel primo tempo, gli ho detto che l’occasione buona sarebbe arrivata», ha dichiarato Massimilia­no Farris, il vice di Inzaghi, che a Torino era squalifica­to. Il gol contro i granata, pregevole nella sua fattura, aveva sbloccato Immobile che però nella gara precedente, contro la Fiorentina, aveva mostrato tutta la sua freddezza realizzand­o dal dischetto la prima rete nel 2-1 contro la Fiorentina. Sul campo Immobile vive per il gol. Sopratutto in una stagione come questa che gli sta facendo macinare molti primati, non solo personali. Ci tiene ovviamente al titolo di capocannon­iere, che in A ha già conquistat­o due volte: nel 2014 col Torino e due anni fa con la Lazio (primo posto condiviso con Icardi). Prima della ripartenza aveva sei lunghezze di vantaggio su Cristiano Rolando che ora si è portato ad appena tre gol dal suo trono. Sono sette invece i gol che distanzian­o Immobile dal record che nel 2016 Higuain strappò ad Angelillo segnando 36 gol con la maglia del Napoli. L’ansia di riprendere la sua marcia del gol porta anche alla Scarpa d’oro. Il primo posto era suo prima dell’emergenza sanitaria. Con la ripartenza della Bundesliga Lewandowsk­i lo ha scavalcato. Ora il polacco del Bayern Monaco a quota 34 ha un vantaggio di 5 reti su Immobile. Che allo scudetto con Inzaghi ci ha sempre creduto. «Fino a quando la matematica non ci condanna, ci pensiamo. Non deve però essere un’ossessione», ha detto dopo il k.o. di Lecce. Intanto, però, Immobile vuol uscire dal labirinto imprevisto che lo ha catturato.

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Bomber doc Ciro Immobile, 30 anni, 128 gol in A

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