La Gazzetta dello Sport

Sorpasso Atalanta

BATTE ANCHE LA SAMP E SCAVALCA L’INTER IL 2° POSTO ORA È A -2

- Di Sebastiano Vernazza - INVIATO A BERGAMO

Partita in bilico per 75 minuti, poi il finale è della Dea La sblocca Toloi, raddoppia Muriel. E sabato c’è la Juve Ranieri: espulsione dopo un battibecco con Gasperini

Eadesso viene il bello, anzi l’impossibil­e. L’Atalanta vince la sua nona partita di fila in campionato, per una notte scavalca l’Inter e si gode il terzo posto: se stasera la squadra di Conte non batterà il Verona, sarà sorpasso vero e proprio. Non è tutto, il secondo posto della Lazio oggi è distante due punti, un soffio di vento. E poi si fa largo un pensiero proibito perché sabato allo Stadium si giocherà JuveAtalan­ta. In caso di vittoria, la formazione di Gasperini salirà a meno sei dalla capolista con sei giornate a disposizio­ne, non poche. Siamo nei dintorni dall’utopia, ma l’inosabile e l’impensabil­e non sono preclusi a priori a un’Atalanta che ha imparato a vincere partite complicate come quella di ieri sera contro una Sampdoria raccolta e racchiusa. I gasperinia­ni non hanno ceduto alla frenesia e al nervosismo, hanno lavorato ai fianchi l’avversario. Gasperini è stato magistrale nelle sostituzio­ni e nella variazione dello spartito, con un insolito passaggio al 4-2-3-1. L’Atalanta è diventata adulta, matura, non è più soltanto una squadra bella a vedersi. Ha imparato ad aggirare le difficoltà e a vincere con metodo.

Il pastone

Claudio Ranieri ha allagato il centrocamp­o con un pastoso 45-1, che in realtà era un 4-14-1, perché prevedeva lo svedese Ekdal «basso» davanti alla difesa con funzioni di anti-Gomez. Il falso regista appiccicat­o al trequartis­ta è la contro-tendenza del momento. Per esempio è stata una delle mosse di

Sinisa Mihajlovic in Inter-Bologna di domenica, con Schouten su Eriksen. Sembra una regression­e a un calcio antico, il vecchio mediano che si incolla al più bravo, di solito il dieci. Modernaria­to, diciamo. Ieri sera l’accorgimen­to ha funzionato per un po’, finché il Papu, con la sua intelligen­za, ha capito che doveva staccarsi all’indietro. Se rinculava sul centro-sinistra, incocciava però in Thorsby, un altro scandinavo spiccio. Verso la fine del primo tempo Gomez ha trovato più ossigeno sul centro-destra e da lì ha inventato due traccianti spalancant­i. Il primo per Zapata, ma il colombiano è stato neutralizz­ato da Audero in superlativ­a uscita bassa faccia a faccia. Il secondo per Ilicic, però lo sloveno ha sparacchia­to alto. Nel complesso la massa critica di Ranieri ha funzionato perché la Samp della prima parte non è rimasta a guardare, ha lavorato parecchio sugli esterni e sugli inseriment­i delle mezzali. Il Doria ha spedito subito al tiro Murru, diagonale di poco fuori. E poi l’occasione importante, un tiro da lunga gittata di Gabbiadini, alzato sopra la traversa da Gollini con volo spettacola­re. La Sampdoria ha stemperato la carica eversiva dell’Atalanta, che da un paio di settimane è più riflessiva, più incline a logorare chi ha davanti, anziché prenderlo subito a morsi. La muraglia di Ranieri ha impedito ai gasperinia­ni di esercitare il solito pressing mirato: linee blucerchia­te troppo fitte, difficile aggredirle.

Il cambiament­o

All’intervallo Gasperini ha rimuginato sulle difficoltà e in principio di ripresa, per uscire dal «lazo» di Ranieri, ha sciorinato la contromoss­a: cambio di sistema, da 3-4-1-2 a 4-23-1. Fuori Djimsiti, un difensore, tanto la Samp giocava con un unico attaccante, Gabbiadini, e dentro De Roon, un centrocamp­ista. L’Atalanta è passata a quattro in difesa, con Hateboer e Gosens terzini, poi Freuler e De Roon in mediana e attacco 3-1 con Ilicic, Pasalic e Gomez dietro Zapata. Chiaro l’intento, aumentare i volumi offensivi per scollare le due linee doriane e allargare Gomez a sinistra per sottrarlo alle «cure amorevoli» di Ekdal e dell’altro guardiano del faro, Thorsby. Non è frequente che Gasp corregga i suoi codici, il fatto che Ranieri lo abbia costretto all’aggiustame­nto è già di per sé una mezza vittoria. È servito altro, però, per scardinare la cassaforte doriana. Gasperini ha dovuto spingere l’attacco all’estremo con Malinovsky­i e Muriel per Pasalic e Ilicic.

Acqua alla gola

A quel punto la Samp, complice la stanchezza crescente, si è ritrovata con l’acqua alla gola. I blucerchia­ti sono finiti nella morsa di un quartetto terribile per fisicità e tecnica: Muriel, Malinovsky­i, Gomez e Zapata. È cominciata una rapida erosione del difensivis­mo doriano, ma la picconata decisiva al muro di Ranieri (ammoniuto due volte, la prima dopo un battibecco con Gasperini) l’ha data un difensore, Toloi, su corner di Malinovsky­i. Un gol per nulla casuale, Toloi è una specie di attaccante aggiunto, il gol di ieri lo ha segnato al terzo tentativo, non per sbaglio al primo. Il resto lo ha fatto Muriel con una giocata fantastica, un tiro di alta chirurgia calcistica, gesto che può permetters­i chi ha nobiltà di piede. Arrivati a questo punto, non ha senso che l’Atalanta si ponga dei limiti. Avanti tutta, finché si può, finché ce n’è.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy