«Io e il Giro sbancato: dopo la rosa di Carapaz ci riprovo con Soler»
Sciandri, diesse della Movistar, lancia lo spagnolo: «Può essere la sorpresa, meglio non sottovalutarlo»
Pensi al Giro d’Italia e lo associ a una sicurezza come Vincenzo Nibali o allo sfacciato talento di Remco Evenepoel. Difficile che venga in mente Marc Soler. «Ma occhio – ammonisce Max Sciandri, suo d.s. alla Movistar -, perché potrebbe stupire ed essere la sorpresa della prossima edizione». Detto da chi l’anno scorso ha sbancato con Richard Carapaz (ora a Ineos), da nessuno pronosticato come possibile maglia rosa, conviene almeno prendere nota.
3Sciandri,
facciamo un passo indietro. Quanto è contata la tattica nel trionfo di Carapaz?
«Molto. Dopo la crono di San Marino, Richard era 20°. Aveva 1’30’’ di ritardo da Nibali e 3’ da Roglic. Dovevamo inventarci qualcosa».
3Il
siciliano e lo sloveno si sono marcati, favorendovi. Chi ha sbagliato di più tra i due?
«Dico Roglic: ha peccato di presunzione pensando di contare sull’ultima crono e sottovalutando la possibilità di un calo nella terza settimana. Ma ci hanno aiutato molto pure i media».
3In
che senso? «Parlavano solo di Nibali e Roglic. Non ci si filava nessuno, così ci siamo dati da fare “nell’ombra”. Landa era il capitano a Bologna, ma piano piano con Richard abbiamo costruito la rimonta. A volte improvvisando. Per esempio a Courmayeur: Richard ha fatto tutto l’opposto di quello che gli avevo detto, anticipando l’attacco che avevamo studiato. Ma ha vinto».
Quest’anno la Movistar manda Valverde e Mas al Tour e al Giro punta su Soler. Come è nata la decisione? «Marc aveva voglia di essere
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leader in una grande corsa a tappe. E il Giro d’Italia era l’ideale. Gliel’abbiamo proposto e ha accettato».
3Che
corridore è?
«Ha bisogno di dimostrare di essere un leader, ma ha la potenzialità per diventare un corridore molto forte. E’ completo, tecnicamente, su tutti i fronti. Magari non eccelle ma è competitivo in salita e a cronometro. Gli serve tempo per fortificarsi, per accettare un no, una sconfitta. Al Giro ha l’occasione giusta. Essere il leader di una squadra come la Movistar, che ha vinto tutti i grandi giri, è un onore».
3All’ultima
Vuelta è arrivato nono, ma soprattutto vinse la Parigi-Nizza nel 2018 e in
Spagna speravano di avere trovato, fatte le debite proporzioni, il nuovo Indurain. Perché non ha ancora rispettato le attese? «Ha 26 anni: lo stesso Indurain non cominciò a vincere presto. E in squadra si è trovato davanti gente del calibro di Quintana, di Landa, di Valverde. I giovani in situazioni così fanno un po’ fatica ad
3Dove può arrivare Soler al prossimo Giro?
«Nei primi 5 con un successo di tappa. O sul podio... Meglio non sottovalutarlo: potrebbe essere la grande sorpresa».
Nel 2019 nessuno pensava a Richard... E Roglic è stato presuntuoso