«C’era il lockdown ho cambiato mano Ora tiro di destro» PARLIAMO
L’ex Trento adesso al Bayern Monaco: «Una scelta, sono più fluido e funziona»
Il cambio di mano per un giocatore di pallacanestro è una rivoluzione. Un precedente è stato quello dell’ex azzurro Riccardo Pittis (sotto nella foto) che si trasformò in «mancino» nel 2000. Allora 31enne, l’ala della Benetton cambiò mano per un problema fisico. Da anni soffriva per una contrattura a un muscolo poco sotto il gomito destro che schiacciava i tendini delle dita togliendo sensibilità. Cambiò mano e alla 3a partita di campionato contro Rimini segnò 27 punti con 13 su 17 al tiro.
Ha cambiato squadra, città, nazione e anche mano. La stagione di Diego Flaccadori è stata ancora più eccezionale. Lo scorso anno ha lasciato Trento per il Bayern Monaco. Quando a marzo si è fermata la stagione agonistica, Diego ha pensato di sfruttare i mesi di stop per compiere un passo cui stava già pensando: cambiare mano di tiro. «Quando è iniziato tutto - racconta il 24enne, tre volte miglior under 22 in Serie A - ho avuto la sensazione che la stagione fosse finita. Ho pensato che era un’occasione: perché non provarci?».
Al lavoro con Kovacic
Flaccadori ne parla con Emilio Kovacic, l’ex centro croato della Fortitudo dal 2001 al 2003, ora “player development coach” al Bayern. Il tecnico, quindi, che lavora sulla crescita e lo sviluppo dei giocatori. «Gliene ho parlato e mi ha incoraggiato. L’idea è nata dal fatto che, anche quando tiravo di sinistro, da vicino e di tocco ho sempre preferito usare la destra. Ho iniziato senza aspettative, prima dalla media distanza, poi da tre, poi dal palleggio. Mi sono sentito bene, a mio agio. Le percentuali di realizzazione hanno cominciato a crescere». Il confinamento a Monaco è durato poco. «Sì, dopo 3-4 giorni - continua Diego - abbiamo avuto la possibilità di andare al campo di allenamento, con tutte le precauzioni, senza assembrarsi, al massimo due giocatori alla volta e uno per metà campo. Per due mesi ho lavorato con Kovacic che mi ha dato fiducia. Anche per lui si è trattata di una novità assoluta. E lui per me è stato molto importante».
La trasformazione
Giorno dopo giorno, i risultati hanno iniziato a vedersi. Oltre alle percentuali, quello che Diego ha percepito è che tirando di destro era più a suo agio. «Ho iniziato a sentirmi più fluido nel movimento, più diritto — ricorda - Il tiro è diventato meno istintivo, più costruito ma più corretto. Il lavoro che faccio e che devo continuare a fare tutta l’estate è di velocizzazione. Soprattutto in vista dell’Eurolega dove c’è meno tempo e le difese non concedono nulla. Non è automatico. Però sento meglio anche le gambe». Poi la Germania ha deciso di riprendere il campionato. Nelle finali a 8, il Bayern è uscito al primo turno con il Ludwigsburg, poi finalista sconfitto dall’Alba Berlino, la squadra dove giocherà Simone Fontecchio. «Con il tiro di destro finora ho giocato solo 6 partite, non è un numero significativo: ma le percentuali sono più alte di prima. L’allenatore? Kostic mi ha osservato e si è fidato. “Se fai canestro, per me non c’è problema”. Anche in allenamento, le cose sono andate sempre meglio e, facendo canestro, sono cresciute la mia tranquillità e consapevolezza. So che se continuo ad ammazzarmi di lavoro, posso arrivare a essere pronto per la prossima stagione». Al Bayern il manager è Daniele Baiesi, il nuovo tecnico non è ancora stato scelto. La prossima settimana potrebbe essere quella decisiva per l’arrivo di Andrea Trinchieri, ora al Partizan Belgrado, già in Germania al Bamberg dal 2016 al 2018, con Adriano Vertemati, da Treviglio, come vice. «Baiesi mi ha aiutato e cazziato molto dice Flaccadori - è un punto di riferimento importante».
La sinistra
Il lavoro di trasformazione continua tutti i giorni. E la mano sinistra? «Finora il cervello non mi mette confusione sull’uso della sinistra in campo - racconta Diego -. Non posso dire di essere mancino. Scrivo di sinistro, ma faccio tante altre cose con la destra, ad esempio prendere la tazzina del caffè. Quando ho iniziato a giocare ho tirato di sinistro, ma per attaccare il ferro ho sempre preferito la destra. Questo cambio può costituire un plus perché un difensore potrebbe pensarci prima di concedermi un lato per la penetrazione». E sulla vita in Baviera: «Sono stato 5 anni a Trento, Monaco è simile anche se dieci volte più grande. I crucchi sono più freddi di noi italiani, ma se entri in confidenza scopri che sono belle persone. L’Eurolega? Bellissima. Tutto è +10: una guardia è 10 centimetri più alta e 10 chili più pesante. Se fai un errore in difesa, sei punito». E con il tedesco come va? «Domanda di riserva?»