Lyles, Taylor, la Miller e la Felix Un meeting di Zurigo a distanza
L’auspicio è che l’esperimento non debba essere ripetuto in futuro. Ma l’inedita edizioni del meeting di Zurigo di stasera merita attenzioni. La tappa tradizionalmente clou della stagione internazionale (era in calendario per l’11 settembre prossimo quale finale unica della Diamond League 2020) deve giocoforza trasformarsi. Nell’impossibilità per gli atleti non europei di volare in terra elvetica, saranno in qualche modo le gare ad andare da loro. Da Weltklasse a Inspiration Games: il passo è lungo, ma in tempi come questi, è grasso che cola. La parola d’ordine? Creatività.
Il format
Il programma, in 90 minuti (dalle 20 alle 21.30 italiane in streaming su Youtube), proporrà otto gare equamente divise tra maschili e femminili (cinque in pista e tre concorsi), con tre partecipanti l’una in rappresentanza di Europa, Nord America e Resto del Mondo, collegati in modo virtuale da sette diversi stadi (vuoti) sparsi tra Vecchio Continente (in Svizzera, Francia, Olanda, Portogallo e Svezia) e Stati Uniti (in Florida e California). Solo alcuni dei 28 protagonisti (numero che include le frazioniste di una... 3x100) saranno al Letzigrund, abituale “casa” del meeting. Le partenze delle corse, grazie a una tecnologia avanzata, saranno sincronizzate, cosi che chi assisterà davanti a uno schermo avrà l’impressione che i partecipanti siano uno fianco all’altro. Anche eventuali false e fotofinish saranno interconnessi.
Il cast
Da Omar McLeod (100 yards) a Noah Lyles (200), da Christian Taylor (triplo) a Sam Kendrick (asta), da Shaunae Miller ad Allyson Felix (150), da Katerini Stefanidi a Sandi Morris (asta): il cast, seppur in contesti non propriamente olimpici, è di qualità. Come il montepremi complessivo, di 200.000 dollari. Assente Armand Duplantis (5.72 ieri con l’asta nel maltempo di Karlstad), la gara tecnicamente più interessante sarà quella di Lyles che sabato, all’esordio stagionale, sospinto dal vento (+4.0 m/s), ha corso un 100 in 9”93. La sfida invece sulla carta più stimolante Miller-Felix. La bahamense tra l’altro, in queste ore, ha spiegato che difficilmente ai Giochi di Tokyo difenderà il titolo rocambolescamente conquistato a Rio sui 400 proprio ai danni di Allyson. La sua richiesta dell’estate scorsa circa una modifica del programma orario a cinque cerchi per poter doppiare coi 200, come confermato da World Athletics, non è andata a buon fine. E Shaunae, in Giappone, opterà per la distanza più breve.