La Gazzetta dello Sport

QUANTO PESA ZLATAN

Chimenti, presidente della Federgolf: «Noi eravamo pronti». E Montali: «Un po’ di dispiacere»

- Arrigo Sacchi

e riparliamo l’anno prossimo. Negli Stati Uniti l’epidemia di Covid-19 è ancora ai massimi livelli – ieri sono stati superati i tre milioni di casi – e non aveva più alcun senso restare aggrappati alla speranza di organizzar­e a settembre l’unico evento di golf che non può assolutame­nte fare a meno del pubblico. Così la 43esima Ryder Cup prevista a Whistling Straits, nel Wisconsin, è stata spostata di dodici mesi e vedrà Stati Uniti ed Europa sfidarsi sui green dal 23 al 26 settembre 2021. Si sposta quindi anche l’edizione europea che si doveva tenere a Roma nel 2022 e che invece si svolgerà nel 2023. «Per noi non cambia nulla perché eravamo pronti a rispettare tutte le tempistich­e. Però prendiamo atto e condividia­mo» ha detto Franco Chimenti, numero 1 della Federazion­e Italiana Golf.

Un dispiacere

Gian Paolo Montali, direttore generale del progetto Ryder Cup italiano, avrà un anno in più per preparare l’appuntamen­to al Marco Simone, a Guidonia: «Avremo più tempo, ma non nascondo il dispiacere. In questi quattro anni abbiamo lavorato duramente e con grande rigore». Già fissato anche il calendario e la sede degli anni a venire. Nel 2025 Bethpage Black (Farmingdal­e, New York), nel 2027 Adare Manor (Contea di Limerick, Irlanda), nel 2029 Hazeltine (Chaska, Minnesota).

Ritorno al passato

L’ipotesi di disputare la Ryder Cup a porte chiuse – un’idea avanzata in questi mesi ma forse mai davvero presa in consideraz­ione – aveva fatto inorridire parecchi giocatori. In prima fila gli europei Rory McIlroy, numero 1 al mondo, e John Rahm, ma anche parecchi statuniten­si come Brooks Koepka. Loro hanno sempre fatto il tifo per il rinvio: più importante avere la gente intorno che rispettare il calendario. Anche in consideraz­ione del fatto che storicamen­te la Ryder si era sempre disputata negli anni dispari, fino a quando nel settembre 2001 l’attentato alle

Torri Gemelle di New York e al Pentagono fece spostare al 2002 la sfida che era in calendario pochi giorni dopo.

Rischio Europa

La Ryder Cup è una festa che ogni due anni mette di fronte i migliori giocatori americani ed europei. Il tifo, spesso a livelli da stadio di calcio, contribuis­ce in maniera determinan­te alla leggenda della competizio­ne che nel 2018, a Parigi, ha avuto come eroe assoluto Francesco Molinari. Però fra America e Vecchio Continente si sta scavando un profondiss­imo solco economico. E il Covid ha aggravato la situazione: dei 4 Majors sono stati rimessi in calendario i tre americani e ne è saltato uno solo, ovviamente quello inglese. Il Pga Tour ha ripreso l’attività da un mese, mentre lo European Tour è riuscito a organizzar­e la prima gara solo questa settimana con l’Austrian Open (otto italiani in campo) con un misero montepremi di 500 mila dollari. A Detroit la settimana scorsa ce ne erano in palio sette milioni e mezzo. Il risultato è che ormai i migliori giocatori sono tutti sul Tour americano e lo European Tour, che è copropriet­ario della Ryder Cup, rischia il tracollo economico. Nei giorni scorsi ha annunciato che farà a meno di 65 impiegati (su un totale di 265). E il rinvio di un anno della Ryder rischia di dare un’altra pesante mazzata ai conti.

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GETTY Eroe a Parigi Francesco Molinari è stato il protagonis­ta dell’ultima edizione della Ryder Cup

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