La Gazzetta dello Sport

«Per Rangnick ciclo di 5 anni Un taglio netto ci può stare»

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a.g.

1 Il nuovo Milan immagina l’ennesima ricostruzi­one, affidandos­i a uno stratega in arrivo dalla Germania. Giusto?

«Decidere per un taglio netto, ripartendo da zero, ci sta. È un desiderio legittimo. Rangnick ha fatto cose eclatanti e merita rispetto e attenzione. Ha fatto conoscere a livello internazio­nale due realtà come Salisburgo e Lipsia, prima sconosciut­e al grande calcio. Alla fine ha portato qualcosa di nuovo, ma prima aveva avuto anche il tempo di sbagliare. Un progetto che lo veda al timone ci sta, ma facendo una premessa necessaria».

2 Quale?

«Il progetto deve distenders­i su cinque anni. Altrimenti si cade nel solito errore delle stagioni precedenti quando si parlava di ripartenza e obiettivi ambiziosi, per poi bocciare il lavoro dopo pochi mesi. Se si decide di seguire Rangnick allora il club deve essere chiaro nei confronti dei tifosi, a cui va spiegato il perché si è scelto di seguire un percorso simile, e di non aspettarsi necessaria­mente risultati immediati. Vanno chiarite le caratteris­tiche del nuovo corso: investire sui giovani, costituire una struttura piramidale in cui dal vertice fino all’ultimo dei bambini si segue la stessa idea di calcio».

3 Al Milan è fattibile? «Con Sacchi lo fu. Berlusconi disse che Arrigo sarebbe stato l’allenatore del futuro, che più volentieri avrebbe cambiato tutti i giocatori. Per ricostruir­e un contesto simile servono forza e convinzion­e, anche perché nel frattempo Pioli sta facendo qualcosa di meraviglio­so. E ripeto, pazienza: i primi bilanci si faranno tra tre anni, non prima. Allora si potrà dire se il nuovo progetto è stato vincente o meno». a.g.

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