La Gazzetta dello Sport

«Come Benjamin Button, sono sempre giovane Mi sto solo scaldando...»

Nella storia della A è l’unico ad aver segnato almeno 50 gol con Milan e Inter. A breve vertice per il futuro

- Di Marco Pasotto - INVIATO A GENOVA

Eadesso non resta che mandarla in buca anche sabato, nell’ultimo atto stagionale, perché un gol sabato avrebbe un fascino tutto particolar­e: sarebbe il primo di Ibrahimovi­c con la maglia del prossimo anno – che il Diavolo indosserà in anteprima contro il Cagliari a San Siro – e sarebbe come portarsi avanti col lavoro. E chissà, magari potrebbe suggellare il rinnovo della promessa di matrimonio, se il Milan e Raiola dovessero trovare l’intesa fra oggi e domani. Ieri il d.s. Massara ha chiarito che i tempi per trovare un accordo potrebbero essere abbastanza stretti. Club e Raiola dialogano per raggiunger­e la quadra economica, lo svedese parte da una richiesta di 6 milioni, che in termini di ingaggio puro non potranno essere concessi. Si lavorerà dunque sui bonus, in modo da riuscire ad accontenta­re tutti, anche perché più passano i giorni e più filtra la convinzion­e di Zlatan di restare dov’è.

Scelte... Obbligate

La partita di ieri, chiarament­e, ha fatto bene in tal senso. Una doppietta – la seconda di questo campionato – con cui è riuscito a raggiunger­e un obiettivo su cui altrimenti avrebbe perso il sonno: ora siamo finalmente a quota dieci centri stagionali (nove in campionato e uno in Coppa Italia), ovvero quella doppia cifra a cui riesce ad arrivare continuati­vamente dalla stagione 2002-03, nonostante ben nove cambi di maglia. Non è tutto: Ibra è il primo giocatore nella storia della Serie A ad aver segnato almeno 50 reti sia con la maglia del Milan che con quella dell’Inter. Il primo gol, arrivato dopo 3 minuti e 22 secondi, è stato il più veloce realizzato col Diavolo. Il secondo, invece, è stato un esempio cristallin­o di quanto lo svedese incida nella testa dei compagni: Calhanoglu sceglie di servire lui (sul mancino) e non Saelemaeke­rs, altrettant­o ben piazzato (forse persino meglio, e infatti non la prende benissimo). Altrimenti, poi, chi lo sente Zlatan. Zlatan che comunque non finisce qua. Perché a referto c’è anche l’assist per la rete di Calhanoglu, uno stacco di testa in modalità simile a quella che aveva mandato in gol Rebic nel derby. Insomma, repertorio completo.

Divertimen­to

Poi si è messo sulla trequarti a smistare gioco, fra dribbling, tacchi e passaggi no look. Per dirla con un concetto solo: si è divertito. Facile sul tre a zero, si potrebbe dire. Ma nel suo caso si tratta di un elemento vitale. E’ ciò che lo sta facendo andare avanti a dispetto dell’anagrafe, è ciò che cerca, è infatti ciò che gli chiede sempre Raiola quando si confrontan­o sul futuro. E per proseguire a divertirsi allora pare proprio che Zlatan abbia scelto il Milan. E’ sicuro di poter continuare a essere importante e lo è altrettant­o di riuscire a portare il Diavolo più su rispetto a dove è arrivato quest’anno. «Mi dicono che sono vecchio, ma mi sto solo riscaldand­o. Sono come Benjamin Button, sono sempre stato giovane, mai vecchio – ride a fine gara –. Ora tutti hanno un’altra mentalità davanti alla porta, più aggressiva. Pioli? Solo cose positive, sono contento per lui perché ha fatto un gran lavoro, lavorando sotto il fuoco senza sapere il futuro. Il rinnovo è meritato. La squadra crede tanto in lui e lo rispetto».

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Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni.
Qui sopra, la locandina di “Il curioso caso di Benjamin Button”, film con Brad Pitt che racconta di un bambino nato con la salute di un 90enne che più invecchia e più ringiovani­sce
ANSA/WARNER Come nel film Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni. Qui sopra, la locandina di “Il curioso caso di Benjamin Button”, film con Brad Pitt che racconta di un bambino nato con la salute di un 90enne che più invecchia e più ringiovani­sce
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