Pioli: «Siamo squadra, questo è il mio Milan Mercato? Basta poco» HA DETTO
Il tecnico rossonero: «Punto fermo del prossimo anno dovrà essere la mentalità che mostriamo»
E’un peccato che il luna park chiuda fra pochi giorni. Perché con questo andazzo ci sarebbe ancora da divertirsi parecchio. Il Milan di Pioli sta chiudendo la stagione su una traiettoria orbitale che non si ricordava dai tempi dell’ultimo scudetto. O comunque da quando la classifica valeva per la Champions. Ora occorre accontentarsi, ma intanto il parco giochi rossonero, oltre all’Europa League, ha prodotto anche la conferma del proprio allenatore e quindi la stagione si chiude con un senso compiuto. Soprattutto alla luce di come era partita. Il campionato post-lockdown ha regalato una delizia dopo l’altra e ovviamente aleggia il grande rammarico per non essere riusciti a ingranare la marcia giusta un pelo prima. Intanto siamo a 27 punti in 11 partite – una marcia quasi da scudetto –, senza conoscere la parola sconfitta e producendo un diluvio di reti: con il poker di ieri sera è stata toccata quota 32, ovvero a un soffio dalla media sontuosa di tre a partita. L’1-1 con l’Atalanta è stato l’unico tassello in cui il Diavolo si è fermato a una sola rete. Per capire meglio la portata di un reparto diventato di botto una macchina da guerra: solo il Manchester City (34) ha segnato di più dalla ripresa dei 5 maggiori campionati europei.
Punti fermi
Ieri il tabellino ha registrato tre marcatori diversi, e ormai anche questa è una piacevole abitudine. Significa che la squadra gira in tutti i suoi componenti, cosa peraltro evidente nel vederla giocare, con le gambe che vanno e i meccanismi che vengono mandati a memoria. Infatti Pioli conferma: «Se è sempre più il mio Milan? Sì, siamo squadra. Abbiamo la fiducia dei risultati, anche con squadre forti, che ci hanno aiutati. E comunque tengo a sottolineare che stiamo facendo cose buone non solo dopo il lockdown. E’ dal 6 gennaio che siamo su ottimi livelli, da secondo-terzo posto. I punti fermi per la prossima stagione dovranno essere la mentalità e la continuità che stiamo mostrando». E poi c’è un punto fermo di nome Ibra. Prima Pioli fa una valutazione di mercato generale: «Avere un attaccante in più? La società sta puntando sulla continuità e credo che qualche miglioria si possa avere. Ma penso che non abbiamo bisogno di tanti interventi». E poi entra nello specifico su Zlatan: «E’ stato determinante per la nostra crescita. Sta dimostrando di essere determinante. Ci sono le condizioni per andare avanti a livello tecnico. Sul lato economico, io posso fare poco. Lui mi dice che si trova bene, che è contento e lo dimostra col lavoro che fa tutti i giorni».
Fiducia
Insomma, parrebbe tutto allestito e anche il d.s. Massara ribadisce il piacere di pensare a un Milan con Ibra per la prossima stagione. «Con Raiola non c’è bisogno di vedersi, ci stiamo parlando ma vogliamo cercare di discutere serenamente, anche un po’ lontano dai riflettori. Ci sono tante questioni che verranno valutate insieme. Anche lo spirito di Ibra e la sua voglia di proseguire in questa bellissima avventura, che è stata in questo girone di ritorno estremamente positiva. Siamo tutti felicissimi, lui per primo, di aver dimostrato tutto il suo valore nel Milan. Il suo contratto e quello di Donnarumma sono situazioni diverse, ma per entrambe vogliamo cercare di trovare una soluzione positiva. Siamo fiduciosi».
Ho voluto dare minuti anche a Rafa Leao, che non ne ha avuti molti
No, così proprio no, anche se ci sono delle attenuanti. Più della dimensione della sconfitta, resta addosso il fastidio per una partita che non è andata affatto come Claudio Ranieri si sarebbe aspettato, al netto di assenze (tante e pesanti per la Sampdoria) e motivazioni, che per il tecnico blucerchiato devono però sempre esistere. «Noi molli? Non sono d’accordo - precisa l’allenatore della Samp -. Bisogna valutare bene le cose. Il Milan è una super squadra che sta giocando bene, vive un momento d’oro e ha tantissima qualità. Ha avuto cinque giorni per recuperare, mentre noi siamo rientrati a Genova (da Torino, n.d.r.) lunedì mattina alle quattro. Io non pensavo che i ragazzi riuscissero a raschiare il barile come hanno fatto. Finché abbiamo avuto energia, c’è stata per noi anche la palla del possibile uno a uno, poi dopo la qualità ha fatto la differenza. Dunque, tanto di cappello al Milan, ma permettetemi di ringraziare i miei ragazzi, che hanno dato davvero fondo a tutte le loro energie».
Il bilancio
Con ciò, Ranieri non accampa scuse, nè mette nel mirino il calendario, «però adesso quando sei alla dodicesima gara consecutiva, ci vogliono le bombole di ossigeno per correre dietro a questi...». Il rigore parato a Maroni (l’argentino non verrà riscattato ed a fine campionato rientrerà in Argentina, è l’emblema perfetto di una serata a dir poco storta, che la perla del babyprodigio Askildsen, al primo centro in Serie A, riesce solo in parte ad addolcire. Il norvegese, classe 2001, è stato il primo blucerchiato della sua generazione ad andare in gol, e Ranieri lo celebra così: «L’abbiamo preso, sta facendo molto bene e sarà il nostro futuro. Lui è un ragazzo sul quale contiamo». Ora conterà chiudere bene sabato a Brescia, perché anche se la salvezza era arrivata dopo il successo di Udine, il 12 luglio scorso, a quattro gare dalla fine, questa parte della stagione doveva essere comunque utile all’allenatore della Samp per fare valutazioni sul domani. Quello prossimo vedrà ancora lui alla guida dei blucerchiati: «Ho parlato con Osti e Pecini, vedremo quel che si riuscirà a tirare fuori. Di sicuro Ferrero non vorrà più soffrire così. Dobbiamo però sapere quello che c’è l’analisi dell’allenatore -. Io ho un altro anno di contratto e non devo per forza prolungare. Se fossi furbo, anzi, pretenderei un altro anno... ma non è così». E non soltanto perché ha un contratto firmato — già nell’ottobre scorso - sino al 30 giugno 2021. Ranieri vuole alzare l’asticella delle ambizioni, ma legittimamente. Lui ha le idee chiarissime sulla Samp prossima ventura, tanto che ha già fatto con la dirigenza la prima riunione per programmare date e impegni del prossimo precampionato. Il diesse Osti, nel frattempo, ha tracciato la rotta, parlando «forze fresche e giovani da valorizzare», con una particolare attenzione al reparto arretrato, perché 64 gol complessivi al passivo fanno riflettere. E pure il tecnico, sull’argomento futuro, non mostra dubbi: «So di non poter pretendere grandi campioni, ma questa rosa si può puntellare. Dobbiamo cercare elementi come Askildsen e qualche altro già formato, che possa dare una mano».