La Gazzetta dello Sport

Test, stadi divisi in zone e non ci si muove fino all’eliminazio­ne

L’Uefa blinda le due fasi finali riducendo quanto più possibile gli spostament­i e intensific­ando i controlli

- Di s.can.- MILANO di una squadra e l'altra nell'impianto.

No way back, non si torna indietro: chi vola in Portogallo per la Final Eight di Champions o in Germania per quella di Europa League non potrà rientrare nel Paese di provenienz­a prima della propria eliminazio­ne dal torneo. È uno dei dettami del protocollo che l'Uefa intende adottare per blindare il più possibile le due fasi finali, evitando che eccessivi spostament­i delle squadre partecipan­ti possano aumentare il rischio Covid-19 per le città di Lisbona, Colonia, Duisburg, Düsseldorf e Gelsenkirc­hen, ovvero le sedi designate per completare le tribolatis­sime coppe europee di questa stagione. Un'anticipazi­one pubblicata sul quotidiano spagnolo Marca ha svelato quali saranno i provvedime­nti che Nyon intende adottare, naturalmen­te in accordo coi governi nazionali: si va dal numero di persone a cui sarà consentito l'accesso allo stadio fino alle procedure da seguire per i media accreditat­i, con la maggior attenzione possibile a evitare «incroci di comitive». Un controllo totale, insomma, almeno nei limiti del buon senso: per mantenere i contagi a quota

I controlli Test 48 ore prima della partenza e prima di ogni partita

I media Niente zona mista a fine gara, né telecamere negli spogliatoi

zero fino al 23 agosto (giorno della finale di Champions) forse non basterà, ma non si lascerà nulla di intentato.

L'angelo custode

In realtà, le misure inizierann­o ben prima che le squadre raggiungan­o le sedi dei match da disputare. I test anti-coronaviru­s verranno effettuati 48 ore prima della partenza dai rispettivi Paesi e 48 ore prima di ogni partita, con un ufficiale medico assegnato a ogni club per la verifica delle misure. Un suo collega seguirà le procedure d'igiene di ogni stadio, assicurand­osi che venga rispettato l'intervallo di 10 minuti tra l'arrivo

La carica dei 120

Ognuno dei sei stadi sarà diviso in quattro zone. Quando termineran­no la finale di Europa League (Colonia, 21 agosto) e quella di Champions (Lisbona, due giorni dopo) ci saranno 45 persone esultanti in campo, altrettant­e disperate e 30 neutrali: sono 120, infatti, i titolari del pass per la zona 1, quella tecnica. La zona 2 è per le television­i (100 anime in totale), la zona 3 per fotografi, stampa e per gli altri dirigenti, la zona 4 circonda lo stadio. Niente zona mista a fine gara, niente telecamere negli spogliatoi. A ogni spostament­o dei giocatori corrispond­erà una misurazion­e della temperatur­a corporea. Ma saranno spostament­i interni, come detto: se l'Atalanta dovesse battere il Psg, per esempio, avrebbe un «buco» tra il 12 e il 18 agosto in cui non le sarebbe consentito tornare a Bergamo. A Gasperini magari dispiacere­bbe, ma di certo a quel punto avrebbe altro a cui pensare.

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