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Non esiste motivazione superiore al divertimento. Il calcio è un gioco e capita, purtroppo raramente, che il puro piacere di avere il pallone tra i piedi sia una molla ben superiore a qualunque esigenza di classifica. Ieri il Sassuolo ha dato l’ennesima lezione di questa sua splendida stagione contro un avversario molto più motivato. Il Genoa avrebbe dovuto mettere il timbro sulla salvezza e invece tutto è rinviato a domenica: il Lecce ha vinto a Udine riducendo il distacco a un solo punto. Nell’ultima giornata il Genoa ospiterà il Verona e il Lecce riceverà il Parma. Ai rossoblù servirà una prestazione ben diversa da quella, assolutamente vergognosa, che hanno offerto a Reggio Emilia.
Figuraccia
La squadra di Nicola (che a fine primo tempo ha pagato con l’espulsione una parolaccia detta da un ignoto e pavido componente della sua panchina all’arbitro Maresca: episodio che spiega bene la confusione rossoblù) sembrava in vacanza e la pressione psicologica non può essere un alibi. Il tecnico ha probabilmente complicato le cose ai suoi giocatori optando per un 4-4-2 privo di esterni puri a centrocampo, ma qui la tattica c’entra poco. C’entrano semmai la voglia di lottare, l’orgoglio, la consapevolezza dell’importanza della gara, il senso di appartenenza a un club che ha una grande storia alle spalle. Non è un caso se tra i pochi a salvarsi sono stati Pandev e Criscito, due giocatori che hanno una bella carriera alle spalle e che non accettano l’idea di fare una brutta figura. Quella del Genoa, ieri, è stata tremenda. Non può esserci nessuna giustificazione, ma solo il desiderio di riscattarsi prontamente nell’ultima partita stagionale contro l’ex Juric.
Meraviglia
Ovazione, invece, per il Sassuolo. A differenza degli avversari la squadra di De Zerbi aveva un obiettivo relativo - confermare l’ottavo posto -, ma è sceso in campo con la voglia di divertirsi e di giocare bene. E il Sassuolo ha prodotto il solito calcio allegro e offensivo, con una manovra veloce, piena di combinazioni palla a terra, evidentemente provata in allenamento ma che non limita la fantasia e l’estro dei giocatori. Così Berardi ha illuminato la torrida serata con un gol meraviglioso e tante idee per i compagni, Locatelli ha fatto girare tutta la squadra, Djuricic ha messo in mostra il suo talento e Caputo, superando quota 20 gol (adesso è a 21, solo 2 su rigore), si è meritato l’invito a cena che gli aveva promesso Alessandro Del Piero. Va sottolineato anche che il Sassuolo ha mandato sul tabellino dei marcatori due ragazzi del Duemila: Traoré e Raspadori. E, a ben guardare, la posizione in classifica è meno banale di quanto possa sembrare. Il secondo sarà pure il primo dei perdenti, come dice Antonio Conte. Ma l’ottavo non è il settimo dei perdenti: è il primo dopo le grandi, quindi il vincitore dello scudettino.