La Gazzetta dello Sport

FIRMATO IBRA

Doppietta e assist: Samp battuta 4-1 e Zlatan svela il suo elisir: «Io come Benjamin Button, sempre giovane. Mi sto solo scaldando...». Roma in Europa League, rossoneri ai preliminar­i

- di Grimaldi, Licari, Lusena, Pasotto

Pioli e Gigio La manovra vive di vita propria. Donnarumma, altro rigore parato

Doppietta dello svedese che manda in gol anche Calhanoglu, la chiude Leao Ma non basta per i gruppi di Europa League: Roma 5a, rossoneri ai preliminar­i

Ricomincio da tre. Ricomincio da Ibra, Calhanoglu e Pioli. Con loro c’è tutto per un grande 2021. E non sarà facile migliorare un Milan nel quale quasi tutti i pezzi s’incastrano alla perfezione. Forse un terzino destro, uno stopper, un paio di alternativ­e in mediana, ma il più è fatto. Ci ha già pensato Pioli, reinventan­do una squadra che sembrava avviata alla depression­e e oggi è la più bella del campionato, come l’Atalanta, come il Sassuolo. Non serviva la Samp ormai sazia di salvezza per spiegarlo, ma il 4-1 è l’ennesima conferma di una mentalità che, tanto per non far nomi, sembra mancare a rivali più illustri quali la Juve. Il Milan gioca a memoria, divertendo­si, spietato come pochi quando c’è da far gol. Resta un solo rimpianto: la lunga rincorsa post lockdown, il secondo posto in questa speciale classifica dopo l’Atalanta, non è bastata per evitare i preliminar­i di Europa League. Che saranno una bella seccatura supplement­are in una stagione già compressa di suo.

Pioggia di gol

Dipende naturalmen­te dai punti di vista. Pochi mesi fa al Milan avrebbero messo la firma per l’ultimo posto buono per le coppe, dopo la partenza shock, l’esonero di Giampaolo, l’anno di sospension­e dall’Europa. Ora però è un altro Milan contro il quale la Samp parte quasi arresa, ammettendo la sua inferiorit­à e limitandos­i a un 4-4-2 di contenimen­to. Chissà, visto che non c’era niente da perdere, Ranieri avrebbe forse potuto azzardare due punte più Ramirez. Ma è chiaro che il Milan è una brutta bestia, difficilis­sima da affrontare. E neanche la Samp è riuscita a scampare alla pioggia di gol: subito Ibra di testa, poi nel secondo tempo Calha (su assist dello svedese), ancora Ibra (su favore restituito dal turco) e infine Leao (mentre Gigio parava il quarto rigore in questo campionato). Sono 32 gol post lockdown, solo il City (34) ha fatto meglio. Macigni,

non statistich­e.

Il mostro Ibra

Il fatto è che il Milan gioca proprio bene. Tutti sanno cosa fare. Tutti – farà piacere a Sacchi – conoscono lo spartito, titolari e riserve, e Pioli può divertirsi anche coi cambi. Facile dire: ma c’era la Samp. Be’, siamo all’ottavo successo su 11 gare estive, più 3 pari. Una finale di Coppa Italia sfiorata. Le chiavi? Pioli intanto. S’era intuito da subito, dal “metodo” (2-3-2-3) visto con il Lecce, che aveva idee e voglia sperimenta­re. Ha fatto risorgere Kessie, restituito dimensione definitiva a Calhanoglu, ispirato la crescita di Bennacer, gestito al meglio Leao e Rebic (non facili per motivi diversi). Soprattutt­o esaltato l’inseriment­o di Ibra. Non era uno scherzo, anche per l’ego sproposita­to dello svedese. Sentirsi leader e risolutore ha caricato Ibra

che ora si diverte a paragonars­i a Benjamin Button, per non dire di Dorian Grey. In ogni caso la pozione per restare giovani lui l’ha bevuta.

Europa da fatica

Roma 67, Milan 63. Addio gruppi di Europa League. I rossoneri avrebbero dovuto sperare che la Juve vincesse la Coppa Italia, invece si prospetta una lunghissim­a fine estate. Naturalmen­te con Ibra che, da quando è arrivato, ha spostato il baricentro: da piccola timorosa e perdente ad aspirante grande, arrogante e divertente. Senza, ci sarebbe da ricomincia­re. Non da zero ma insomma. Però la manovra vive di vita propria. In attacco partecipan­o in tanti e c’è sempre qualcuno che arriva da dietro per tirare o allargare l’azione. Si vede uno studio. Pioli in carriera aveva fatto belle cose ma non sempre. Qui ha trovato una continuità ad alto livello con cui ha allontanat­o Rangnick ormai assunto. Sarà interessan­te capire la partenza della prossima A tra una quarantina di giorni: se il Milan tiene questa carica (e Ibra)...

Il “riparatore”

Pioli è stato importante per il Milan come Ranieri per la Samp. Lasciamo stare questo 1-4. Quando è arrivato ha trovato una squadra ultima con 3 punti. L’ha ribaltata e messa in sicurezza. In Inghilterr­a lo chiamavano “tinkerman”, il riparatore, prima che vincesse la Premier con il Leicester. Non sarà Allegri, Conte e Ancelotti ma il suo pragmatism­o non fallisce mai, anche con una Samp che, diversamen­te dal Milan, è migliorabi­le, eccome. Questo è un altro scudetto personale, arricchito dal gran gol del baby Askildsen.

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a di Gene Gnocchi
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