INFORTUNI E TURNOVER: ARRIVA IL SESTO K.O. RONALDO NON SEGNA IL CAGLIARI FA FESTA
Prova sottotono in vista degli ottavi di Champions Il portoghese perde la sfida a distanza con Immobile Zenga vince grazie al baby Gagliano e a Simeone
Mettiamola così, la Juve si è fatta una gita in Sardegna. Un giorno di sole e di mare per smaltire le tossine della festa scudetto. Ci sta, se non fosse che incombe il ritorno contro il Lione negli ottavi di Champions. Prestazione e risultato suonano allarmanti, in chiave Europa. E Cristiano Ronaldo dice con ogni probabilità addio alle ambizioni di primeggiare in classifica marcatori: Immobile è salito a quota 35 gol, il portoghese è rimasto fermo a 31 ed è dura immaginare che ne segni 4 o 5 sabato contro la Roma, sempre che il laziale nell’ultima giornata resti a secco. Walter Zenga si è tolto una grossa soddisfazione, dopo un periodo buio. Se sarà addio, rimarrà questo bel ricordo: il Cagliari non batteva la Juve in Serie A dal novembre 2009 e in panchina sedeva Massimiliano Allegri. Coincidenze o karma?
Senza Dybala...
La prima urgenza è il recupero di Dybala. La partita, inutile ai fini della classifica, ha dimostrato una volta di più quanto sia indispensabile l’argentino.
In questa stagione, laddove non arriva ancora il gioco di Sarri, provvedono le giocate di Dybala, e privarsi di Paulo proprio non si può, la luce resta spenta. Senza di lui la Juve si normalizza, diventa compassata, fissa nel suo ruminare. Preoccupa la vulnerabilità difensiva, 40 gol subiti in 37 giornate sono tanti per una squadra come la Juve, comunicano un cambio di mentalità e non in meglio. Le sei sconfitte stagionali in campionato rafforzano il concetto. Incassato lo scudetto, Sarri ha rilucidato un suo vecchio pallino, Ronaldo più accentrato, più vicino alla porta, quasi addossato a Higuain. Cambiamento di sistema: accantonato il 4-4-3 e via libera al 4-4-2, con Bernardeschi e Muratore esterni di centrocampo. Come è noto, CR7 ama partire largo a sinistra, per arrivare lanciato al tiro e sfruttare i vuoti creati dai compagni. Sarri lo vorrebbe più all’interno del campo. Cristiano ha obbedito e si è impegnato, però non sembrava troppo felice. A pochi giorni dal Lione un “provino” simile ha senso soltanto come piano B nel caso in cui Dybala non recuperasse. A Cagliari il percorso alternativo non ha funzionato.
Gagliardo... Gagliano
L’avvio della Juve è stato soporifero, a bassa intensità. Il viaggio, il caldo, le partite ogni tre giorni, ma questi vuoti fisicomentali non sono incoraggianti. A meno che Sarri non stia lavorando a una specie di mini-preparazione in funzione Champions, cosa di difficile realizzazione visto che il calendario non concede tregua e non sembra esserci tempo per rabbocchi e ricariche, anzi. Sul piano tattico, bianconeri in sofferenza per Joao Pedro fluttuante sulla trequarti, con Pjanic disorientato da tanta sfrontatezza. Zenga ha lanciato un altro ragazzo della Primavera, Luca Gagliano, classe 2000, scovato ad Alghero. Il giovane attaccante ha marchiato a fuoco la partita. Suo il gol del vantaggio, dopo azione ricamata. Da Ionita a Faragò sulla fascia destra, cross sul palo opposto e tocco in mezzo di Mattiello per Gagliano appostato a pochi da bassi da Buffon e lesto a spingere in rete. Non benissimo, anzi male, la fase difensiva juventina, con Cuadrado appisolato su Mattiello e con Rugani dormiente su Gagliano. La Juve ha reagito, ha avuto diverse occasioni, Cragno è stato superlativo su Bentancur, e l’1-1 aleggiava, ma verso la fine del tempo è arrivato il 2-0. Ancora lui, Gagliano, stavolta superlativo nel servire Simeone con un assist originale, poi bravo l’argentino a completare l’opera con un destro sorprendente. Cagliari 2 Juve 0, tutto vero.
34 tiri, 0 gol
Alla risalita la Juve è rimasta la stessa, mono-passo e prevedibile. Zenga ha tolto Gagliano – che cosa avrebbe potuto fare di più il ragazzo? – e inserito Lykogiannis per rafforzare gli argini, ma Rog si è infortunato
Dybala pesa
Il match ha confermato che l’argentino è indispensabile
Allarme difesa
Già 40 gol subiti in 37 giornate: un dato preoccupante
nel giro di pochi attimi e l’allenatore lo ha sostituito con Paloschi. Una punta per un centrocampista, scelta coraggiosa. Ronaldo ha continuato a incaponirsi, forzava i tiri e veniva spesso murato dai raddoppi rossoblù. Sarri ha attinto alla panchina, composta in gran parte dagli Under 23 freschi di Serie C. Ecco, qui stanno le note positive della serata. Muratore, titolare per un’ora, ha mostrato personalità e maturità. Zanimacchia, subentrato a Pjanic, ci ha messo verve. Contro il Lione però servirà altro, bisognerà essere concreti: a Cagliari 34 tiri, record juventino da quando si raccolgono questi dati, e 0 gol. Si prega di aggiustare la mira.