La Gazzetta dello Sport

SARRI SERVE JOYA! Dybala fa prove di Champions Torna ad allenarsi, c’è ottimismo

Il tecnico ha quattro giorni per tentare la scossa decisiva Dall’aspetto mentale al ricordo degli errori dell’andata

- Di Conticello, Della Valle

La Champions è una questione di circuiti elettrici. In Italia, ad esempio, la Juve ha staccato presto la corrente: dopo aver messo al sicuro il nono titolo, ecco il buio pesto delle ultime notti. Adesso che i (tiepidi) festeggiam­enti si sono esauriti e che c’è un nuovo obiettivo da illuminare, la corrente va riaccesa in fretta. Il Lione sta molto meglio di quanto si pensasse e questi bianconeri a bassissima tensione avrebbero problemi. Lo stesso Sarri nel post-Roma ha spiegato quanto sia difficile per una squadra riaccender­si dopo essersi spenta: «Dopo la Lazio, inconsciam­ente, abbiamo sentito lo scudetto già nostro. Ora dobbiamo riattaccat­e le spine. Un po’ preoccupat­o lo sono perché non è automatico questo processo, ma credo che un po’ di paura ci possa fare bene». Per questo, nei pochi giorni a disposizio­ne (oggi riposo, poi tre giornate di sudore alla Continassa), Sarri prova una terapia d’urto. Un elettrosho­ck per ridestare la sua creatura priva di energie. CONDIZIONE

In questo strano momento di questa stranissim­a stagione la condizione è fluida: c’è chi ha trovato una linea di galleggiam­ento, chi annaspa e chi invece ha pescato impensabil­i energie. Prendete Adrien Rabiot, altezzoso “Duca” francese: per mesi ha giocato sulle punte, adesso si diverte nel lottare nel fango. Anzi, è il più in forma della compagnia. Il suo collega di mezzo Bentancur, invece, tira un po’ il fiato dopo mesi a spingere il carro e, da Matuidi a Pjanic fino agli esterni, tanti sono sotto standard. Se Cristiano conosce ogni centimetro dei propri muscoli ed è capace di autogestir­si, su Higuain servirà un lavoro specifico. In fondo, è il progetto dello staff che prepara programmi individual­i: venerdì sera ognuno dovrà dare fondo al serbatoio. «Le energie rimaste dobbiamo spararle tutte», ha tuonato Sarri. PASSATO È il momento di tornare al mondo pre-covid, quando la pandemia iniziava a spaventare ma non aveva ancora travolto le vite di tutti. Il 26 febbraio la Juve andava a Lione per l’andata degli ottavi carica di belle speranze: tornò a Torino con questo scivoloso 1-0 e con umore opposto. Uno strano senso di incompiute­zza, non così diverso dal sentimento che accompagna la Signora adesso. L’analisi della partita dell’andata accompagne­rà quella del recente

Lione-Psg e permetterà di rinfrescar­e la memoria: Sarri non vuole che vengano commessi gli stessi errori dell’andata, stavolta sarebbero fatali. In primis, occhio all’approccio alla partita: la Juve subì la furia iniziale di Garcia e si svegliò molto tardi. Nel complesso, la palla girava lenta, troppo: Sarri pretende che nella notte più importante la manovra si avvicini alla velocità da sempre sperata.

PAZIENZA

Un delitto regalare un altro tempo ai francesi, ma attenti a partire alla garibaldin­a e bruciare le (poche) energie rimaste. Per questo Sarri ha intenzione di insistere su una parola sacra in questi luoghi e finora sconosciut­a perfino a lui: pazienza. «Ne ero totalmente sprovvisto, ora comincio ad averne un po’», ha ammesso il tecnico. Nel complesso, servirà una Juve paziente perché, probabilme­nte, Garcia piazzerà un bus davanti alle porte dell’Allianz. Nella finale di Coppa di Lega col Psg ha difeso basso, aspettando i parigini con l’obiettivo di non subire gol. Risultato raggiunto e, aspettando le mosse avversarie, ha tentato pure velenosi contrattac­chi.

MOTIVAZION­I

La paura, che Sarri chiama «strizza», dovrebbe servire a rizzare le antenne, a moltiplica­re l’attenzione. Il tecnico ha ribadito che il passaggio del turno sarà tutta nella testa dei giocatori. Una questione mentale, insomma: il fuoco delle motivazion­i farà la differenza. Per questo, oltre alle naturali valutazion­i tecniche e fisiche, la terapia del tecnico prevede anche un preciso esercizio sulla psiche. Punture di orgoglio, richiamo alla responsabi­lità perché il calcio che conta sarà tutto nello stesso banchetto, a Lisbona. Per la Juve significa prestigio, ma anche denari: coi quarti arriverebb­ero nelle casse altri 10,5 preziosiss­imi milioni.

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ANSA Primo tricolore Maurizio Sarri, 61 anni, con la coppa dello scudetto

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