Sanabria uomo salvezza Genoa, missione compiuta
Doppietta dell’attaccante, poi segna anche Romero Il Verona non fa resistenza, 4 espulsi compreso Juric
La notte della paura è durata una manciata di minuti: il Genoa è salvo dopo un campionato faticoso e complicato come una traversata del deserto. La squadra di Davide Nicola era padrona del proprio destino: battendo il Verona avrebbe festeggiato indipendentemente dal risultato del Lecce. E i tappi di spumante sono probabilmente saltati già all’intervallo (3-0). Evidentemente, a differenza di quanto accaduto a Lecce, le motivazioni hanno condizionato la gara in modo abbastanza clamoroso: in questo campionato mai il Genoa aveva fatto tre gol nel primo tempo e solo in tre occasioni li aveva realizzati in 90’, appena cinque volte il Verona aveva incassato tre reti in un incontro. Ieri sono successe tutte queste cose insieme tra il 13’ e il 44’ del primo tempo e il
Genoa ha potuto brindare alla salvezza senza patire fino all’ultimo secondo come era accaduto nella scorsa stagione.
Riflessioni
A furia di scherzare con il fuoco, però, si finisce col bruciarsi e allora Preziosi deve riflettere a lungo sugli errori che sono stati commessi fin dall’estate 2019 in sede di mercato. Lasse Schone, tanto per fare un nome, nella partita più importante dell’anno è rimasto malinconicamente in panchina: non discutiamo le qualità del danese ex Ajax, ma gli acquisti devono essere oculati. Così come la scelta dell’allenatore. La salvezza del Genoa porta la firma di Davide Nicola che nei primi due mesi del 2020 ha dato un’identità alla squadra ottenendo risultati importanti che hanno reso meno grave l’incerto rendimento post-ripresa. Nicola è un allenatore preparato e un uomo che ha saputo trasmettere al gruppo i suoi nobili valori. Però la sofferenza degli ultimi due mesi, solo in parte dovuta agli impegni ravvicinati, non può essere dimenticata quando verrà programmata la stagione 2020-21.
Tutto facile
Un’avventura fantastica. Meritavamo di salvarci prima
Difficile raccontare la partita di ieri semplicemente perché non c’è stata: troppo differente la concentrazione, l’attitudine mentale e la voglia di correre delle due squadre. Al 13’ il cross di Lerager è stato girato in rete di testa da Sanabria: qualunque crossatore del mondo sogna un’opposizione blanda come quella che nell’occasione ha proposto l’ex rossoblù Veloso e ogni attaccante sogna una marcatura tenera come quella dell’altro ex Gunter. Un’azione degna del post-Covid: i due
giocatori del Verona hanno rispettato il distanziamento sociale dai rispettivi avversari. Pochi minuti dopo Pandev ha pescato Sanabria solo davanti a Radunovic per il bis e prima dell’intervallo è arrivato anche il tris di Romero su azione di corner. Per tutto il primo tempo il Verona non ha mai attaccato la spina. La prova è stata una punizione che Veloso, probabilmente il miglior battitore di angoli e piazzati della Serie A, ha spedito una decina di metri oltre la traversa invece che a centro area. Nella ripresa il Verona ha provato a infastidire Perin, ma non ci è riuscito nonostante la voglia di Pazzini che ieri ha festeggiato i 36 anni e l’ultima partita con l’Hellas e forse della carriera. Il pensiero dei gialloblù dopo la gara era tutto per Matteo Pessina, uscito per un infortunio al ginocchio sinistro: si teme la rottura del crociato. Nicola, intanto, può godersi il traguardo conquistato: «È stata un’avventura fantastica, come se ci fossimo salvati due volte. Il Genoa ha qualità che magari per un po’ non è riuscito ad esprimere. Avremmo meritato di salvarci prima, ma dal mio arrivo siamo noni in classifica. Abbiamo fatto un grande lavoro, la soddisfazione è immensa e voglio godermela insieme alla mia famiglia».