La Gazzetta dello Sport

Paternoste­r la predestina­ta «In pista sono una tigre»

A 21 anni, star sui social e feroce nei velodromi, la trentina vuole scrivere la storia in tre discipline

- di l. gial.

Il rinvio di un anno dell’Olimpiade di Tokyo è un aiuto enorme per le nostre azzurre. Perché il c.t. Salvoldi ha una Nazionale giovanissi­ma: 85 anni in quattro! E ha sempre ripetuto che il vero traguardo per queste ragazze non deve essere il Giappone ma i Giochi di Parigi 2024. In ogni caso, l’Italia femminile ha rialzato la testa a Rio 2016, quando centrò una storica partecipaz­ione nell’inseguimen­to a squadre, e da allora è stato un successo continuo. Letizia Paternoste­r,

Elisa Balsamo, Vittoria Guazzini e Martina Alzini sono le quattro sicurezze, attorno a cui ruotano altre plurimedag­liate come Confalonie­ri, Cavalli, Valsecchi.

Stessa struttura

Inevitabil­e, però, che come Filippo Ganna è il faro del quartetto uomini, Paternoste­r sia la stella, la predestina­ta della pista azzurra femminile. Dopo il doppio oro olimpico di Antonella Bellutti ad Atlanta 1996 nell’inseguimen­to individual­e (ora non più specialità a cinque cerchi) e a Sydney 2000 nella corsa a punti, la storia si ripete: e la Paternoste­r si ritrova al fianco lo stesso staff, da Salvoldi all’allenatore personale Dario Broccardo, artefici dei trionfi della bolzanina. Letizia Paternoste­r, occhi azzurri che stregano, la ciclista più seguita su Instagram con 178mila follower, ha una frase che la definisce perfettame­nte: «Io in pista divento una tigre. Mi sento un’altra. E’ difficile descriverl­o, sono solo io con me stessa, con l’adrenalina a mille, in testa soltanto quello che devo fare. Piuttosto muoio sulla bici, ma do sempre tutto. Perché io lotto per diventare la numero uno».

Doveva esser ballerina

Sin da piccola, l’ha accompagna­ta una parola: vittoria. In tutte le categorie del ciclismo, in ogni aspetto della vita. «Perché la vittoria dà un senso a tutto quello che fai, soprattutt­o ai sacrifici». E pensare che la mamma la voleva ballerina: Letizia balla, sì, ma in pista, dove ai Mondiali ha conquistat­o un argento nell’Omnium e due bronzi nel quartetto e nell’Americana. Proprio le specialità che l’aspettano nel torneo olimpico: del resto Paternoste­r, ottima stradista nella Trek-Segafredo, vincitrice al Tour Down Under 2019 nella prima corsa della stagione al debutto da pro’, è polivalent­e. Determinan­te soprattutt­o nel quartetto, dove il suo “motore” consente al trenino rosa quelle accelerazi­oni necessarie per tenerlo in rotta, o fare tre giri invece di due quando serve. L’Americana, invece, la correrà con Elisa Balsamo, altro fenomeno azzurro, campioness­a del mondo su strada juniores e nella vita (pianoforte, diplomata al liceo classico con 100), ancora più completa di Letizia su strada. Ricordate che cosa disse Paternoste­r dopo l’argento iridato di Berlino 2020? «E’ per giorni come questi, è per vivere momenti come questi che io vado in bicicletta». Battuta d’olandese Wild, che ha... 37 anni. In ogni caso, il merito più importante di tutte le ragazze azzurre è aver aperto una strada, che si sta sposando alla rivoluzion­e rosa nell’uso sociale della bici. Campioness­e ed esempi per tante giovani che capiscono quanto il ciclismo possa davvero diventare speranza di entrare nella storia.

 ??  ?? Grinta Gli occhi da tigre di Letizia Paternoste­r. Trentina della Val di Non, ha 21 anni: su pista 3 medaglie mondiali élite, più 5 Mondiali e 8 Europei da junior
Grinta Gli occhi da tigre di Letizia Paternoste­r. Trentina della Val di Non, ha 21 anni: su pista 3 medaglie mondiali élite, più 5 Mondiali e 8 Europei da junior

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