Caruso, da Dante e Omero al successo Colbrelli vince dopo il terrore per il figlio
Ccome Caruso. Come Colbrelli. Come compagni di squadra. Damiano Caruso e Sonny Colbrelli hanno reso italiana la domenica del ciclismo vincendo il Circuito de Getxo in Spagna — il siciliano — e la seconda tappa della Route d’Occitanie in Francia — il bresciano — a distanza di meno di un’ora. Dal 2019 vestono la stessa maglia (Bahrain-McLaren, già Bahrain-Merida), hanno ripreso dopo il lockdown come meglio non avrebbero potuto e hanno due storie da raccontare.
Classici
Damiano Caruso non è un campione, ma è molto forte. Negli anni si è messo al servizio dei capitani — Vincenzo Nibali compreso —, ma è riuscito a concludere nei primi 10 sia il Giro sia la Vuelta, e a sfiorare il successo finale in un Giro di Svizzera. In 12 stagioni da pro’, questo è il secondo successo. Il primo, più di sette anni fa: 24 marzo 2013, tappa della Coppi e Bartali. Da allora ben 97 (!) piazzamenti nei primi dieci senza vincere. Se lo meritava, oh sì. «Questa è la gioia piena», commenta il ragusano che ha scelto di non lasciare la Sicilia — le zone del commissario Montalbano — e durante il lockdown per ridurre al minimo il rischio di contagio ha mandato la famiglia a vivere più vicino al mare. Damiano si è isolato e nel tempo lasciato libero dagli allenamenti ha letto classici immortali: l’Odissea di Omero e la Divina Commedia di Dante. Balsamo per lo spirito.
Caduta da un metro
Sonny Colbrelli ha quasi pudore a dirlo: «Non voglio mettermi pressione da solo, ma credo che alla MilanoSanremo (sabato, ndr) non ero mai arrivato così in forma». L’area bresciana è stata tra le più colpite dalla pandemia e la famiglia Colbrelli non è stata risparmiata: «Nonna Nina è rimasta in ospedale un mese e mezzo. E papà Federico è stato due settimane a casa con 39 di febbre». Eppure non è stata questa la paura più grande, come rivela Sonny per la prima volta: «In un incidente casalingo il mio secondogenito Tomaso, che era nato - a inizio maggio - da appena 20 giorni, è caduto da quasi un metro e ha battuto la testa. E ha avuto un grosso ematoma. Per 2030” sembrava morto, la mia compagna gridava. Lo hanno portato in ospedale con l’elicottero, è stato alcuni giorni in terapia intensiva... Sono stati i momenti più brutti della mia vita. Ora sta bene».