La Gazzetta dello Sport

SUPER HAMILTON VINCE SU 3 RUOTE

HAMILTON PRIMO SU TRE RUOTE E LECLERC SI RITROVA SUL PODIO

- di Cremonesi, Perna, Salvini (La Mercedes di Hamilton ha percorso l’ultimo giro con la gomma anteriore sinistra scoppiata)

Un giro su tre ruote come quello di Gilles Villeneuve a Zandvoort, destinato a entrare nella storia. Lewis Hamilton l’ha percorso con il cuore in gola, mentre il suo ingegnere di pista Pete “Bono” Bonnington scandiva via radio i secondi di distacco da Max Verstappen che diminuivan­o curva dopo curva, fino a ridursi a una manciata. Il fuoriclass­e della Mercedes ha tagliato il traguardo con l’auto sbilenca, la gomma anteriore sinistra distrutta e il cerchio che faceva scintille, dopo avere guidato così negli ultimi chilometri cercando di restare in strada e non farsi riacciuffa­re dalla Red BullHonda del rivale olandese. Per Lewis non ci poteva essere una maniera più emozionant­e e incredibil­e di cogliere la settima vittoria nella “sua” Silverston­e, la patria del motorismo inglese,

Esplodono le gomme anteriori di sinistra sulle Mercedes negli ultimi 2 giri: Lewis salva la vittoria, Charles 3o dietro Verstappen

dove settant’anni fa nacque il Mondiale di Formula 1. Il finale del GP di Gran Bretagna è somigliato a uno di quei film che riservano tutti i colpi di scena in vista dei titoli di coda, con gli pneumatici esplosi in sequenza negli ultimi due giri sulla Mercedes di Valtteri Bottas, sulla McLaren di Carlos Sainz e infine sulla vettura di Hamilton. E Charles Leclerc ha saputo approfitta­re di un’altra domenica rocamboles­ca (ci sono state anche due Safety Car) per riportare la Ferrari sul podio come in Austria, dopo avere duellato al via con Verstappen.

Panico controllat­o

Il dominio di Hamilton, partito dalla pole position, fino a quel momento non era mai stato in discussion­e. Bottas, troppo “timido” nella prima curva, era rimasto sempre alle sue spalle. E Verstappen viaggiava rassegnato, a circa 15” dalle Freccenere di Toto Wolff, cercando di conservare le gomme, mentre Leclerc inseguiva a 43”. Poi di colpo, al 50° giro, è scoppiato lo show. La gomma anteriore sinistra di Bottas ha fatto “bum”, facendo scivolare il finlandese all’11° posto, dietro all’altra Ferrari di un Sebastian Vettel in crisi profonda fin da venerdì. Quindi lo stesso pneumatico si è disintegra­to sulla McLaren di Sainz, precipitat­o da 5° a 13°. E infine, nell’ultimo giro, è capitato a Hamilton. Il lucky boy, però, è riuscito a compiere lo stesso la sua missione. Dimostrand­o che la fortuna bacia i campioni. «Non ho mai provato nulla del genere. Mi si è quasi fermato il cuore, eppure cercavo di restare calmo per controllar­e la macchina, che non poteva più curvare, e mantenere il primo posto», racconta Hamilton, accompagna­to sul podio da Gilles Pironi, il figlio dell’ex ferrarista Didier, oggi apprezzato ingegnere performanc­e della Mercedes. «Non mi spiego quello che è successo. L’usura delle mie gomme sembrava regolare e io le stavo gestendo con attenzione, mentre quelle di Valtteri avevano problemi già da qualche giro. Poi, all’improvviso, ho visto l’anteriore sinistra che si deformava in piena velocità sul rettilineo (oltre 300 km/h; n.d.r.) fino a distrugger­si. Ho avuto un attimo di panico. Ma, non so come, sono riuscito a salvarmi. Normalment­e queste gomme dovrebbero durare quasi l’intera gara, però Valtteri stava spingendo a un ritmo significat­ivo, e io ho dovuto rispondere. Forse avremmo fatto meglio a fermarci entrambi per un secondo pit stop».

Ho guidato nell’ultimo giro con il cuore in gola, Il gap calava e temevo che la vettura si fermasse

Graziati dai Red Bull

La Mercedes ha rischiato di gettare al vento un successo scontato («Non volevamo influire nella lotta fra i nostri piloti dicendo loro di rallentare», spiega Wolff) e la Red Bull l’ha graziata. Nel momento in

Lewis Hamilton

cui è esplosa la gomma di Bottas, il team ha richiamato Verstappen ai box per montare le soft e andare all’assalto del giro veloce (1 punto). Così Max si è messo al riparo da sorprese, ma ha anche perso l’occasione per approfitta­re dell’inconvenie­nte di Hamilton, essendo troppo lontano per raggiunger­lo in un solo giro. Per di più, a fine gara, la Pirelli ha constatato che le gomme dure usate in precedenza da Verstappen erano ancora in buone condizioni. «Non sono rammaricat­o, è facile parlare dopo — ha

detto Max, 2° come in Ungheria, nascondend­o la delusione — Sognare di battere le Mercedes nella prossima gara non serve, sono troppo lontane, a un certo punto ero così annoiato che ho chiesto al mio ingegnere di ricordarmi di bere».

Fuga mondiale

Non basta il talento di Verstappen e di Leclerc per compensare la distanza siderale fra le vetture campioni del mondo e la concorrenz­a. Ieri sono stati maestri nel gestire le gomme, soprattutt­o il monegasco che doveva barcamenar­si con una Ferrari a cui è stato ridotto il carico alare per guadagnare un briciolo di velocità sui rettilinei, ma il vantaggio scavato da Hamilton è stato sufficient­e perfino contro gli imprevisti. Tanto da riuscire a vincere su tre ruote. Adesso Lewis, al terzo trionfo di fila, è a soli 4 successi dal record di Michael Schumacher (91) e già in fuga verso il settimo Mondiale, con 30 punti di vantaggio su Bottas. Per fermarlo servirebbe un meteorite... altro che Pirelli.

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A SILVERSTON­E SCOPPIANO LE GOMME. BEL PODIO PER LECLERC
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La Mercedes W11 di Hamilton con l’anteriore sinistra distrutta nell’ultimo giro; sotto l’esultanza di Lewis
LAPRESSE Con il cuore in gola La Mercedes W11 di Hamilton con l’anteriore sinistra distrutta nell’ultimo giro; sotto l’esultanza di Lewis
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Sul podio, con Hamilton, la Mercedes ha mandato Gilles Pironi, ingegnere e figlio di Didier, ex pilota Ferrari e compagno di Gilles Villeneuve (di cui porta il nome)
LAPRESSE Col figlio d’arte Sul podio, con Hamilton, la Mercedes ha mandato Gilles Pironi, ingegnere e figlio di Didier, ex pilota Ferrari e compagno di Gilles Villeneuve (di cui porta il nome)

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