La Gazzetta dello Sport

Una scelta del “passato” nel nome del bel gioco

- Di Fabio Bianchi

Diciamo subito che forse Zenga meritava comunque la riconferma nonostante la clausola da “gambler” (altro anno se il Cagliari arrivava 7°). Ha portato subito la squadra nel porto salvezza, ha rivalutato giocatori come Lykogianni­s e Birsa che con Maran non giocavano mai e ha lanciato baby talenti come Gagliolo - gol alla Juve - e Carboni (7 presenze). Insomma, il suo lavoro l’ha fatto. Ma Tommaso Giulini aveva una voglia antica da soddisfare e ha colto l’attimo: rimettere sulla panchina del Cagliari un giochista. Ricordate? Al suo primo anno da presidente aveva scelto nientemeno che Zdenek Zeman, col chiaro intento di dare una volta scegliendo lo spettacolo. Poi la stagione andò male: “Sdengo” esonerato, Festa e Zola non fecero meglio e il Cagliari retrocesse. Sei stagioni dopo, Giulini s’affida a uno dei più fedeli discepoli di Zeman. E’ una doppia scommessa molto interessan­te. Il presidente dovrà muoversi bene sul mercato, perché anche i giochisti devono avere uomini adatti per ottenere risultati e spettacolo. Ed Eusebio Di Francesco riparte da una provincial­e di lusso per rilanciars­i, dopo le ultime stagioni, diciamo, sfortunate con Roma e Sampdoria. Il “miracolo” Sassuolo è partito da lui. Cagliari è la piazza giusta per cercare di aprire un ciclo come quello della squadra emiliana. L’occasione giusta per DiFra di tornare in vetrina e per il Cagliari di fare il salto di qualità.

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