Legge delega a rischio, per il M5S non va
Salta il vertice di maggioranza, duro attacco al testo Spadafora: «Diverse criticità»
La legge delega sullo sport barcolla. Il ministro Vincenzo Spadafora pure, ma va avanti dopo una giornata ad alta tensione. In cui il direttivo 5 Stelle della Camera dei deputati fa saltare la convocazione del vertice della maggioranza con una lettera in cui si sottolinea l’opinione dei parlamentari «sportivi - l’ex judoka Felice Mariani, Manuel Tuzi, Nicola Provenza ed Emanuele Dessì - sul fatto che l’attuale formulazione, «non sia pronta per approdare in Consiglio dei Ministri in quanto appare evidente che in molte parti ecceda la delega, non rispetti la linea politica del M5S e di conseguenza meriti ulteriori approfondimenti». Nella lettera si fa riferimento a una riunione con il capo politico, Vito Crimi, e il capo della delegazione governativa, Alfonso Bonafede, alla quale Spadafora non partecipa. E che è convocata alla stessa ora del previsto vertice di maggioranza...Nel primo pomeriggio, lo scontro diventa pubblico con una notizia dell’Ansa. Le voci sulle dimissioni di Spadafora si rincorrono. Ma arriva anche una nota pro ministro di una ventina di deputati pentastellati: «Il lavoro che sta portando avanti risponde pienamente agli obiettivi del Movimento». Qualche ora dopo, nuovo pronunciamento dei parlamentari «sportivi»: «Nessuna frattura con Spadafora, ma restano delle criticità».
Divisi sul Coni
Quali sono le distanze? Il tema centrale, ne aveva parlato in una nota l’ex sottosegretario Simone Valente, è lo svuotamento delle competenze di Sport e Salute a vantaggio del neonato dipartimento Sport del Ministero e del Coni. A cui nel Testo Unico viene affidata «l’organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale», senza le tre paroline della versione precedente, «di alto livello». Inoltre al Coni sono attribuite anche le competenze della Scuola dello Sport e della
Commissione Impianti Sportivi. Ma ci sarebbe stata anche una «fuga in avanti» sul metodo: la decisione di Spadafora di inviare il testo al DAGL (il dipartimento degli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi) sabato prima del nuovo confronto di maggioranza. Un passaggio tecnico, per accelerare il lavoro, secondo il ministero dello Sport.
Cambia il quadro
Il fatto è che dalla legge delega approvata in era Conte 1 (era Giorgetti) ai decreti attuativi del Conte 2 (era Spadafora) le cose sono cambiate. Il primo testo si sviluppava sull’asse Sport e Salute-federazioni, limitando pesantemente il Coni con tanto di reazione allarmata del Cio. Che peraltro aspettava una risposta legislativa e politica alle sue osservazioni entro agosto e certo non sarà proprio felice davanti a questo scenario. Nel secondo, è il Ministero che si prende le chiavi della politica sportiva, svuotando Sport e Salute. Per Spadafora «lo Stato deve fare lo Stato» in tema di sport e c’è pure la necessità di venire a patti con i nuovi alleati, che chiedono un riequilibrio a vantaggio del Coni. Non è un caso che Andrea Rossi, uno dei deputati della delegazione Pd nelle trattative sulla legge, sottolinei: «Sono rimasto sorpreso dallo strappo. Spadafora ha compreso la dimensione politica della vicenda e la necessità di un percorso condiviso».
Come ripartire
Oggi è prevista una nuova serie di incontri fra i 5 Stelle. Nel frattempo, domani va in scena, con prevedibili mal di pancia di molte federazioni, il consiglio nazionale del Coni. Che aspettava una norma governativa per l’allungamento della finestra per le elezioni federali oltre le Olimpiadi di Tokyo. Ma non è proprio aria, si dovrà votare entro il 15 marzo 2021.