La Gazzetta dello Sport

Leclerc il parafulmin­e

PIÙ FORTE DEI PROBLEMI SFRUTTA LE OCCASIONI E SPINGE LA FERRARI DA VERO LEADER

- di Luigi Perna

Èdestino che debbano succedere cataclismi per vedere una Ferrari sul podio. Anche il terzo posto di Charles Leclerc a Silverston­e è stato il risultato di un finale rocamboles­co, con le gomme esplose in sequenza sulle vetture di Bottas, Sainz e Hamilton, episodio che fatto precipitar­e indietro il finlandese regalando una posizione al ferrarista, giunto alle spalle della Mercedes superstite di Lewis e della Red Bull-Honda di Max Verstappen. Il Piccolo Principe sta diventando l’uomo delle gare pazze. Ne aveva approfitta­to già al debutto in Austria, quando centrò uno splendido secondo posto in una corsa condiziona­ta da ritiri, incidenti e tre Safety Car, sfoderando gli artigli per difendersi dagli attacchi di Sainz nelle ripartenze e poi piazzando due sorpassi decisivi a Norris e Perez. In Gran Bretagna, invece, ha colto l’occasione andando con un passo accorto per conservare gli pneumatici fino al traguardo.

Doppio podio

Due modi di interpreta­re le situazioni che fanno capire come il ragazzino monegasco all’occorrenza sappia essere anche trasformis­ta, adeguando lo stile di guida ai diversi momenti. In questo, Leclerc sta dimostrand­o una maturità molto maggiore di quella che ci si potrebbe aspettare da un pilota di soli 22 anni, alla terza stagione in F.1, dopo l’apprendist­ato nel 2018 con l’Alfa Romeo-Sauber e l’esordio esplosivo con la Ferrari nel 2019 (vittorie a Spa e a Monza). Per un giovane, voglioso di emergere, è difficile tenere a freno l’istinto di spingere sempre al massimo. Ma il talento monegasco ha sfruttato le opportunit­à che contano, reggendo le pressioni del ruolo di leader del team, e gli unici due podi conquistat­i finora dalla scuderia di Maranello portano la sua firma.

Miracolo di gestione

Domenica c’era da amministra­re il ritmo, dopo il primo pit stop anticipato da tutti a causa della Safety Car per l’incidente di Kvyat, e Leclerc ormai ha imparato a farlo da maestro. È partito dalla seconda fila, merito di una grande qualifica, duellando senza successo con Verstappen durante il primo giro. Da lì in avanti ha usato la testa. Si è messo a girare con costanza, mantenendo il quarto posto poi diventato terzo, e a fine gara il team principal Mattia Binotto l’ha elogiato per il fatto di essere andato... piano nelle curve. Già, non c’era altro da fare con la macchina che aveva fra le mani a Silverston­e: se Charles avesse spinto, avrebbe distrutto le gomme prima degli altri. La Ferrari ha infatti scelto una configuraz­ione alare a basso carico, per guadagnare un po’ di velocità nei rettilinei, visto che quest’anno l’aerodinami­ca frena la vettura sul dritto e la power unit ha 50 cavalli meno della versione 2019. Però, con l’ impostazio­ne “scarica”, l’auto tende a scivolare di più nelle curve e a consumare gli pneumatici. Proprio quello che Leclerc doveva evitare. Per tutta la gara, il suo ingegnere di pista Xavi Marcos gli ha ricordato via radio il passo da tenere. E lui ha messo in pratica i consigli alla perfezione, facendo funzionare il piano della squadra (ma il problema si ripresente­rà nella prossima gara di domenica a Silverston­e, anche se la Pirelli confermerà l’utilizzo di mescole più morbide e si dovessero fare due pit stop).

Solidità mentale

Il monegasco si è fatto così perdonare le battute d’arresto che c’erano state nel GP di Stiria e in quello d’Ungheria. In particolar­e l’incidente con il compagno Sebastian Vettel, al via della seconda gara a Zeltweg, che aveva eliminato entrambe le rosse mentre erano immischiat­e nelle retrovie. Un erroraccio da cui trarre lezione e da non ripetere, anche perché simile a quello commesso l’anno scorso

Esemplare la gara di Silverston­e: ha conservato gli pneumatici, rispettand­o il piano del team. E dopo gli errori volta subito pagina come Hamilton e Verstappen

a Monte Carlo nella foga di rimontare, quando si scontrò con Hülkenberg. Ma Charles ha ammesso lo sbaglio (scusandosi con Seb) e poi ha mostrato la capacità di saper voltare pagina in fretta. Un’altra dote speciale che lo accomuna ai più forti: Hamilton e Verstappen. Anche Max è finito contro il muro nel giro di ricognizio­ne di Budapest, ma poi ha ricalibrat­o il cervello sulla linea di partenza, sfoderando una prestazion­e eccezional­e. E che dire della pole record ottenuta da Lewis sabato dopo un testacoda in Q2?

Seb smarrito

Solo i campioni, spinti da un’enorme fiducia in se stessi, sono in grado di ribaltare le circostanz­e in questo modo. Purtroppo è quello che Vettel non riesce più a fare. E anche la prestazion­e di Silverston­e né è stata la conferma, per quanto gli inconvenie­nti all’intercoole­r e alla pedaliera lo abbiano rallentato fin dalle prove libere. Il tedesco è sembrato ancora una volta in balia degli eventi, di una vettura con cui spesso non si trova (di solito quando il compagno va forte) e di se stesso. È un momento difficile per Seb, forse il più difficile delle sue sei stagioni agrodolci con la rossa, visto che a fine 2020 andrà via e si sente già ai margini del team. Il decimo posto di domenica, assieme a quello dell’Austria e al sesto dell’Ungheria, sono un magro bottino per un quattro volte iridato già minato nella fiducia dagli errori delle passate stagioni. Chissà se la Racing Point o l’amata Red Bull sapranno rilanciarl­o dal prossimo anno.

 ?? GETTY ?? Gran fine settimana
Charles Leclerc, 22 anni, è stato protagonis­ta di un eccellente GP di Gran Bretagna: quarto in qualifica, con un pizzico di fortuna ha colto il terzo posto. Domenica il bis?
GETTY Gran fine settimana Charles Leclerc, 22 anni, è stato protagonis­ta di un eccellente GP di Gran Bretagna: quarto in qualifica, con un pizzico di fortuna ha colto il terzo posto. Domenica il bis?
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy