La Gazzetta dello Sport

Berrettini

PARTE DA NEW YORK UN ANNO SPECIALE TOKYO L’OCCASIONE DA NON PERDERE

- di Federica Cocchi

IGiochi olimpici sono il traguardo di ogni sportivo. E non è vero che i “ricchi” tennisti hanno poca passione verso i cinque cerchi, anzi. C’è Federer che, nonostante i 20 Slam in carriera, rincorre ancora l’oro in singolare. E per Matteo Berrettini, numero 1 del tennis italiano, l’obiettivo olimpico è sicurament­e tra quelli più ambiti: «Dopo aver tagliato tanti traguardi fino a raggiunger­e la top 10, lottare per i grandi tornei è quello che voglio fare e l’Olimpiade per me è sempre stato un grande obiettivo. Non parlo solo di medaglie. Voglio vivere l’atmosfera incredibil­e di questo evento e nel 2021 spero di esserci».

Tutto da rifare

La pandemia e il lockdown hanno fermato il mondo, dello sport e no. Il romano ha trascorso i mesi di isolamento con la fidanzata in Florida, a Boca raton: «Un’esperienza che mi servita molto, mi ha aiutato a maturare, mi sono messo alla prova anche in questa situazione e devo dire che è andata bene, anche perché non ci sono stati omicidi... scherzo!». Pian piano, una volta terminato il periodo di clausura, ha ripreso ad allenarsi e nel debutto in campo dopo lo stop al circuito, è partito col botto. Alle Uts organizzat­e da Mouratoglo­u ha vinto battendo Tsitsipas in finale mostrando un’ottima condizione fisica, a dispetto dei problemi alla caviglia che lo avevano condiziona­to allo Us Open: «Purtroppo, o per fortuna, sono abituato a gestire lunghi periodi senza gare. Nella mia vita fin da giovanissi­mo ho dovuto subire stop per gli infortuni. Ho imparato a gestirli, ho imparato in qualche modo anche a uscirne più forte».

Verso l’America

Lo Us Open è lo Slam che lo ha lanciato, che ha fatto vivere a lui e all’Italia del tennis emozioni che nel maschile non si vivevano da quarant’anni. La semifinale con Rafa Nadal, lo scorso anno a New York, è stato un’altro dei momenti decisivi della sua giovane carriera. Quest’anno, sebbene la conferma definitiva non sia ancora arrivata, lo Us Open si giocherà

Il romano volerà in Usa per lo Slam che lo ha consacrato Ma il grande obiettivo restano i Giochi

Matteo è deciso a giocarlo. La partenza è prevista subito dopo Ferragosto da Montecarlo, dove si sta allenando e dove lo raggiunger­à a giorni il suo coach e maestro Vincenzo Santopadre, che però non volerà negli Stati Uniti: «Matteo sta benissimo ed è tirato a lucido — ci ha spiegato il tecnico —. Ha deciso di partire ma io non sarò con lui, preferisco non andare per motivi di sicurezza. I contagi galoppano. Matteo sarà accompagna­to da Marco Gulisano, che collabora con noi». Non è una questione di classifica, Berrettini lo aveva detto già in tempi non sospetti, prima che la Atp riformasse il sistema di punteggi e allargasse a 22 mesi la finestra in cui i gioè catori non perderanno punti: «Se andrò — aveva detto —, non sarà certo per i punti, ma per quello che Flushing Meadows ha rappresent­ato lo scorso anno per me. Però sono soddisfatt­o di come hanno gestito la questione punteggi. Era difficile contempera­re le esigenze di tutti, perciò credo si sia arrivati a un buon compromess­o. Soprattutt­o, si è tenuto conto delle preoccupaz­ioni dei giocatori in merito alla loro salute: chi non se la sente di viaggiare perché ritiene non ci siano le condizioni di sicurezza necessarie non avrà conseguenz­e negative sul ranking. Ed è giusto così».

Sognando Roma

Non soltanto l’Ultimate Tennis Showdown di Mouratoglo­u, Berrettini si è messo alla prova su tutte le superfici, erba compresa. E poco importa se Wimbledon quest’anno non si giocherà. A inizio stagione, prima che questo assurdo 2020 si mangiasse decine di tornei, l’obiettivo dichiarato del numero 8 al mondo erano gli Internazio­nali. Giocare a casa sua, davanti agli amici e alle persone che ama di più è il sogno coltivato da quando era bambino. Ma adesso non è più tempo di sognare: «Nessuno di noi, dopo quello che è succese so, può fare pronostici — ha spiegato Matteo —. Ci saranno sicurament­e tante incognite. Ma io sono fiducioso, fisicament­e sono tornato a posto e mentalment­e ho la carica giusta, anche perché la pausa forzata mi ha comunque permesso di riposare. Il calendario ricomincia praticamen­te solo con grandi tornei, è ovvio che l’obiettivo è quello di arrivare più lontano possibile in ogni occasione».

Vita da top 10

Ripartire da numero 8 al mondo mette addosso una pressione diversa. Ora tutti lo conoscono, tutti lo amano. Matteo ha saputo imparare anche dalle sconfitte più cocenti, come quella contro Federer a Wimbledon del 2019 ed è stato premiato dalla presenza al Masters di Londra: «Il finale della scorsa stagione, con la top ten e la qualificaz­ione al Masters, è stato incredibil­e — ha detto dopo il successo delle Uts —. Ma il lockdown è servito anche a questo, ad acquisire una nuova consapevol­ezza. Ora lavorerò per alzare ancora di più l’asticella». Magari per regalarci una gioia a cinque cerchi.

Sono entrato nella top 10 Ora punto ai grandi tornei ma a Tokyo voglio esserci

Più delle medaglie m’interessa vivere anche l’ambiente, che di certo sarà speciale

Ora ho acquisito una nuova maturità. Adesso lavorerò per alzare ancora di più l’asticella

Matteo Berrettini

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