Ibra, un futuro pure da manager E Donnarumma? Lo aiuterà Dida
ASPETTANDO IBRA TUTTI CON GIGIO: I DUE SIMBOLI SONO LORO E ELLIOTT È OTTIMISTA
Una barca a Montecarlo. Una famiglia in vacanza, quella di Zlatan Ibrahimovic. Ma quante ce ne sono in questa estate, seppure strana. Chi può sceglie luoghi appartati e anti Covid, uno yacht, ad esempio, se il conto in banca lo permette. E questa è la scelta di Zlatan, che mentre decide il da farsi per il futuro si gode il mare, lo stesso mare frequentato dal suo superagente Mino Raiola e dal suo staff. La stagione del suo ritorno in Europa si è conclusa nel migliore dei modi, il Milan ha peggiorato la sua classifica rispetto a un anno fa, ma ha impressionato con il suo girone di ritorno e più che mai con l’accelerata post-lockdown. Tutto questo non ha portato il risultato sperato, cioè la possibilità di evitare i turni preliminari di Europa League. Ma pare l’ultimo dei problemi per un giocatore in luna di miele con i club che lo ha riportato in Europa.
Come un manager
La fine della stagione è nota, l’inizio della prossima un po’ meno, eppure sembra abbondantemente definita. Perché Zlatan ha intenzione di restare a Milano e il Milan ha tutta la convenienza di tenerlo, logicamente restando in accurati parametri finanziari che dovranno nelle prossime settimane convincere Raiola. Ibrahimovic vuole un ruolo centrale, al Milan lo ha avuto e lo avrebbe ancora. Ha dimostrato di poter fare ancora la differenza nel campionato italiano, cosa della quale forse non era del tutto sicuro quando si è presentato a gennaio a casa Milan. Nell’occasione ha detto «Questi mesi, poi vedremo». La stagione ha dipinto il resto del quadro. Zlatan può restare se vuole e se pensa che sia il miglior modo per chiudere in bellezza. La proprietà gli ha presentato un contratto modulare, con tanti bonus, come si fa con i manager. Paolo Maldini e il d.s. Massara si sono già pronunciati, come il tecnico Pioli, sull’importanza di Zlatan. Altre squadre, anche top italiane, lo vorrebbero, ma lì Ibrahimovic non avrebbe lo stesso ruolo. Essere il deus ex machina è la sua passione.
Impresa
E allora quale occasione migliore di questa, con una Europa League da conquistare (preliminari il 17 settembre) e vincere. Altra missione, tassativa, il quarto posto e il ritorno in quella Champions League che al Milan manca dal 2014 (ultima partita giocata, il ritorno dell’ottavo di finale a Madrid contro l’Atletico in febbraio). Sono passati secoli. C’è da fare i conti con un bilancio ancora in rosso profondo, d’altronde proprio per motivi di bilancio Ibra emigrò a Parigi con Thiago Silva. Il difensore brasiliano ha fatto la sua storia in Francia e ha pianto molto con la sua nazionale in Brasile. Zlatan invece, dopo il cammino proseguito in Inghilterra e California, è tornato a casa. Un periplo felice, un rientro fra gente che gli vuole bene. Poi ci sarebbe questa trascurabile questione del contratto e dello stipendio, che dopo quello che ha dimostrato Zlatan vorrebbe vicino a quello di un giocatore top. Una questione di immagine e di orgoglio più che altro. Ma appunto la proprietà ha in mente per lui un contratto modulare da manager, con bonus legati agli obiettivi, che potrebbe portarlo a guadagnare molto, magari oltre sette milioni netti.
Il giovane vecchio
E per il futuro chissà, forse Zlatan potrebbe far parte della famiglia rossonera in altre forme e anche su questo verte l’accordo. Un contratto adatto a chi sa come proiettarsi avanti.
Deve sapere come proiettarsi nel futuro anche Gigio Donnarumma, che a differenza di Ibrahimovic, con il quale condivide il superprocuratore, non ha bisogno per il momento di incontri vacanzieri con i dirigenti del Milan. Dirigenti che fra l’altro ieri erano in via Aldo Rossi, sia Paolo Maldini che Ricky Massara, intenti al confronto con alcuni procuratori. Da Casa Milan è passato anche Fabio Capello, visita di cortesia, forse con un ruolo per il futuro legato alle Legend e ad altre iniziative che possono incrementare in qualche modo gli introiti del Milan attraverso l’attenzione degli sponsor: riportare il club a livelli alti è importante per motivi romantici, ma soprattutto strategici, con sponsor, come Emirates, confermati, eppure alla finestra. E in un momento difficile come quello determinato dalla pandemia non è una problematica banale.
Novità
Serve l’aiuto di tutti, anche degli ex campioni rossoneri che finora erano rimasti defilati. Dida, portiere cult dopo la finale di Champions League a Old Trafford contro la Juve, era rimasto un po’ nel limbo. L’anno scorso ha cominciato allenando i ragazzini Under 17, adesso è entrato nello staff dei preparatori dei portieri della prima squadra. Allenerà anche Gigio, che di rigori ne ha già parati tanti nella sua giovane lunga carriera, ma nessuno importante come quelli che ha parato Dida nel 2003 a Manchester contro la Juve. Curioso. Allora Gigio non era neppure all’asilo, ora è un punto di forza del Mian, simbolo di un rinnovamento che procede a passi lunghi e decisi.
Per Zlatan è pronto un contratto da manager, con obiettivi da raggiungere Donnarumma: con il mercato “lungo”, per il rinnovo non c’è fretta. E Dida lo aiuterà
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