Torino via all’era Giampaolo
Oggi il tecnico risolve il contratto che lo lega ancora al Diavolo, poi firmerà coi granata
C’è il vento di una rivoluzione che è entrato nelle vele del Toro. Ambiziosa, affascinante, esigente. Perché ispirata alla bellezza e all’estetica, come propulsori di un progetto di rinascita. Marco Giampaolo è l’architetto designato di questa opera immaginata dal presidente Urbano Cairo insieme al direttore tecnico Vagnati. Ma non è questa la novità, perché il seme di un’idea era stato gettato da tempo. Il passo in avanti è che questa è la giornata nella quale il nuovo progetto di Toro può iniziare ad assumere una forma: Giampaolo è atteso prima a un appuntamento coi dirigenti del Milan per concludere in anticipo il rapporto con i rossoneri (in scadenza naturalmente al 30 giugno 2021), dopo lo aspetta il Toro per inaugurare la nuova era.
Grande fascino
Metodologia, filosofia, uomini: sarà un cambiamento non da poco. Anzi, è una mutazione radicale, che va in profondità. La scelta di Giampaolo apre a una prospettiva di assoluto interesse, fino al punto da segnare un momento di rilancio in grande stile. Nel prossimo biennio gli sarà chiesto, sì, di far rinascere il Toro dal punto di vista dei risultati, ma perseguendo la via del bel calcio. Che poi è la stella polare dell’ormai quasi ex tecnico del Milan. Dicevamo biennio: sì, perché dopo la risoluzione del legame con i rossoneri, firmerà un contratto biennale con un’opzione che la società potrà esercitare per una terza stagione. Eccole qua, dunque, le basi per una nuova idea di Torino dal respiro lungo, con una proiezione pluriennale. Nella culla del Filadelfia sta per calare un’autentica riforma tecnica, anche da un punto di vista della filosofia, incollata a quel 4-3-1-2 che è il testo di letteratura del calcio che Giampaolo preferisce più di qualunque altro. Al Toro siamo di fronte al crepuscolo di un’era, quello della difesa a 3, che necessariamente prevedrà pure una rivoluzione sul piano del mercato dei calciatori. Con Vagnati che, da tempo, replica incontri a ripetizione con i procuratori nel suo ufficio di Torino.
Galeone e Sepulveda
Marco Giampaolo è un piccolo universo. Calcio, vini (ne è forse il maggiore intenditore tra i tecnici della Serie A), sigaro, mare e letteratura. Ha studiato alla scuola di Giovanni Galeone, si è innamorato da ragazzo di Van Gaal, si è ispirato in età adulta a Pep Guardiola, è stimato da Sacchi, è amico di Sarri. Anche chi non ha mai visto all’opera una delle sue squadre, avrà già capito a quale corrente della storia del football è iscritto. Galeone lo definì «un secchione, ma in senso positivo: è uno studioso, preparatissimo, uno che si informa e cresce. Una persona equilibrata, difficilmente si lascia andare». Era amico dello scrittore Luis Sepulveda, portatoci via dal coronavirus. Ha letto tutti i suoi capolavori, compreso “Storie ribelli”. Se vogliamo, tra lui e il Toro sta per nascere proprio una bella storia ribelle.
Cambiare modulo? Sarebbe come se i Rolling Stones si mettessero a suonare il liscio
Si lavora per fare qualcosa di straordinar io, se ci togliete questo restano solo numeri