I «paletti» di Suning: dialogo sui rinforzi ma basta sfoghi in tv
Scordiamoci il passato e confrontiamoci sul futuro. Oggi è questa la situazione in casa Inter. La proprietà (Suning) non ha gradito l’ennesimo sfogo di Antonio Conte e c’è stato un momento in cui l’allenatore ha rischiato il posto. Poi la correzione di rotta - le parole distensive di Conte all’Ansa - e la telefonata con Steven Zhang hanno raffreddato la temperatura. Per giunta stasera si gioca, in Europa League contro il Getafe, e a nessuna delle parti conviene alimentare il fuoco, la squadra viene prima di tutto. Lo scenario è semplice: nel loro colloquio telefonico Conte e Zhang jr hanno concordato di incontrarsi quando la lunga stagione interista 2019-20 sarà ufficialmente chiusa. Tutti si augurano il più tardi possibile, il 21 agosto, giorno della finale di Europa League a Colonia, però i risultati in Germania non incideranno più di tanto. La conferma di Conte all’Inter non è legata agli euro-successi di agosto, ma all’esito del faccia faccia con Zhang junior, che in Cina si è ovviamente consultato con il padre, Zhang Jindong, fondatore e proprietario del gruppo che controlla il club. Steven Zhang ascolterà Conte, si confronterà con lui su programmi e contenuti, gli dirà di essere pronto a soddisfarne le richieste sul mercato. A Nanchino si aspettano che Conte presenti una lista di rinforzi costosi, ma vogliono vincere e sono disposti ad aprire un’altra volta il portafogli per accontentare il tecnico. All’ex c.t. azzurro riconoscono il merito di aver colmato la distanza con la Juve, il secondo posto in classifica a meno uno dai campioni d’Italia lo dimostra. Sono orientati al «condono tombale» delle pesanti dichiarazioni di sabato sera, dopo la partita contro l’Atalanta. In cambio chiederanno a Conte di allinearsi alla società o meglio alla «policy», alla politica aziendale di Suning. Il presidente Steven Zhang gli spiegherà che la società non tollererà più sfoghi pubblici, davanti alle telecamere, e certi atteggiamenti di sfida. Non esiste al mondo che un dipendente attacchi frontalmente e davanti a tutti il proprio datore di lavoro, in Cina meno che altrove. Conte dovrà cambiare i comportamenti eccessivi, controllare le emozioni a caldo, essere più riflessivo, frenarsi, mordersi la lingua. Ci sembrano condizioni ricevibili, anche se Conte è... Conte, un tecnico che si nutre di recriminazioni, polemiche, nemici esterni ed interni, e non sarà facile per lui tenere a bada la furia che lo pervade dopo ogni sconfitta. Suning si aspetta che l’allenatore capisca e si conformi, e che si sforzi anche di essere meno divisivo nei rapporti ad Appiano. Se però il dialogo con Zhang junior risultasse burrascoso e non si giungesse a un’intesa, sarebbe inevitabile procedere alla risoluzione del contratto, in scadenza nel 2022. Ancora due stagioni a 11 milioni netti, per un totale di 22, ma a Conte non converrebbe incatenarsi per un biennio a quella montagna di denaro. Meglio «transare», mettersi in tasca una parte dei soldi, milioni comunque, e ricominciare da un’altra parte. A quel punto l’Inter si affiderebbe probabilmente a Massimiliano Allegri, allertato in via informale. Si ripeterebbe così il cambio della guardia alla Juve nell’estate del 2014. Succederà? Dipende dall’attuale allenatore interista, dal suo orgoglio. Accetterà Conte di essere meno contiano?