La grande abbuffata di coppe: si giocano 26 partite in 19 giorni
Si parte oggi con i recuperi degli ottavi di Europa League, poi la Champions: finali il 21 e il 23, soltanto tre pause. E occhio a Ferragosto...
Piaciuta la scorpacciata di pallone nel mese di giugno e luglio? Bene, non è ancora finita. Anzi, adesso arriva il bello. Lungo respiro e via, gambe sotto il tavolo e sguardo incollato alla tv, visto che allo stadio - e perdipiù all’estero... - non si può andare: si ricomincia. Oggi parte la maratona d’agosto delle coppe europee: Champions League ed Europa League strizzate in diciannove giorni da vivere senza tregua, gli ottavi da recuperare e poi chi rimane si allinea a chi è già arrivato alla Top 8 per il rush finale. Da qui al 23 agosto, giorno in cui questa interminabile stagione scriverà la parola fine eleggendo la squadra campione d’Europa, ci saranno 26 partite e soltanto tre giorni “liberi”: il 9, il 20 e il 22. E occhio a Ferragosto.
Menu ricco
L’antipasto è subito sostanzioso, per via dei “recuperi” degli ottavi: sia oggi che domani quattro partite di Europa League, prima l’Inter e poi la Roma, poi venerdì e sabato due gare di Champions, con Juventus e Napoli (e Manchester City-Real Madrid e Bayern-Chelsea come gustoso contorno). Dopo il giorno di pausa, altre quattro partite di Europa League suddivise in 48 ore: i quarti di finale. Dal 12 in poi, una pietanza al dì, perché nessun sapore possa andare sprecato. Particolare attenzione, si diceva, al giorno di Ferragosto: se tutto va bene, sarà l’appuntamento della Juventus con i quarti, contro il City di Guardiola o il Madrid di Zidane, stadio Jose Alvalade di Lisbona. Nel dì di festa, sarebbero già previste percentuali bulgare negli ascolti tv.
Come un Mondiale
Resta la clamorosa eccezionalità del doppio evento, che rischia seriamente di rimescolare valori e previsioni, e aprire scenari sorprendenti: intanto, sappiamo già che in finale ci andrà una squadra che non ha mai vinto la Champions (dalla parte di tabellone in cui c’è l’Atalanta). L’anno pari ci avrebbe dovuto consegnare tra giugno e luglio il campionato europeo, rimandato di un anno a causa del coronavirus: partite tutti i giorni, una lunga rincorsa. Champions ed Europa League provano a colmare il vuoto: il format ristretto assomiglia terribilmente a una grande competizione per nazionali. Chi va avanti gioca ogni tre-quattro giorni. Sarà uno sforzo al quale pochi sono abituati. Obiezione: sì ma tanti lo hanno appena sostenuto per il campionato. In Bundesliga, che è finita prima, in Premier League, in Liga e per ultima in Serie A. Respinta: le coppe europee, la Champions in particolare, richiedono da sempre basta guardare i dati - livelli di intensità, concentrazione, corsa superiori a quelli normalmente sostenuti in campionato, ed è un problema di cui le italiane hanno spesso sofferto. Certo, si parla dell’elite calcistica del continente. La situazione verrà ulteriormente estremizzata dal calendario compresso. La pattuglia di giocatori che hanno vissuto un’esperienza del genere è ridottissima: parliamo di chi è arrivato a giocare la finale di un Europeo o un Mondiale. Quindi i soliti Cristiano Ronaldo e Leo Messi; i francesi distribuiti tra Psg, Juve, Bayern, Barcellona, Real Madrid, Chelsea; i croati Rakitic, Modric, Kovacic, Brozovic e Perisic; l’argentino Aguero del City; gli spagnoli del trittico 200810—12 e i tedeschi del 2014 (ancora Real, Barça, Bayern, City); gli altri juventini Higuain e Buffon, l’ultimo highlander del 2006. Il traguardo è fissato al 21 agosto per l’Europa League, RheinEnergieStadion di Colonia, al 23 per la Champions, Estadio Da Luz di Lisbona. Buon appetito.