France Football: «CR7 incompreso Sognava il Psg»
In campo, ha sempre dato il massimo. E senza lasciare trapelare quella voglia di altrove germogliata già lo scorso autunno, diventata convinzione in primavera, quando però la pandemia ha spazzato via ogni prospettiva di separazione dalla Juve. Ma CR7 non avrebbe ancora rinunciato del tutto a un addio. Almeno ne è convinto il settimanale France Football. Quello che gli ha assegnato 5 Palloni d’oro e che conosce bene entourage, dinamiche e umori del portoghese oggi in sospeso tra la Champions e le future scelte di un club dove, secondo la rivista francese, si sentirebbe «prigioniero, solitario e incompreso». Per questo CR7 sarebbe pronto ad ascoltare nuove offerte. Magari dal Psg.
Dalla Francia «Il portoghese si sente prigioniero a Torino e vuole lasciare la Juve»
Sogno
Un club, quello dell’emiro del Qatar, che Ronaldo «sognava ad occhi aperti», secondo la ricostruzione dettagliata del giornalista Thierry Marchand, prima firma di France Football, che lo scorso ottobre incontrò il portoghese dopo la partita vinta con il Lokomotiv Mosca (2-1). Formalmente per l’intervista poi pubblicata il 29 ottobre. Ma in quella notte Ronaldo parlò «di calcio e non solo», scrisse allora Marchand. Quel «non solo» è emerso nell’edizione da ieri in edicola. Con l’effetto di una bomba, visto che CR7 «sognava a voce alta di un Parco dei Principi, lo stadio del Psg, riempito di compatrioti (c’è una numerosa comunità portoghese tra Parigi e dintorni, n.d.r.), per giocare con Neymar, con cui è in buoni rapporti, e Mbappé che adora». Insomma, scrive Marchand, «se ci fosse stato accanto Nasser Al Khelaifi, presidente del Psg, gli sarebbe bastato tendergli un foglio per farne un giocatore del Psg». L’addio, secondo France Football, citando l’entourage del giocatore, era «molto probabile» fino a prima del confinamento. Anche perché, continua il settimanale in un climax: «Torino non è Madrid. Torino non è la Premier. Torino è nascosta dietro le montagne. Il club magari è grande, ma la squadra non è all’altezza della dimensione di Ronaldo». Certo, CR7 «non è infelice, ma non è neppure felice». La crisi pandemica e la possibilità di vincere la Champions nella sua Lisbona, avrebbero fatto in modo che «le chance che Ronaldo resti siano maggiori oggi rispetto alla primavera, ma restano legate a vari fattori: dal destino riservato a Sarri, al mercato, passando per le valutazioni sulle possibilità di arrivare ai vertici con la Juve e soprattutto l’attenzione che potrebbe ricevere da altri club». Ronaldo continuerebbe a sentirsi «prigioniero, solitario, incompreso, in una squadra che non è all’altezza delle sue aspirazioni». Che prima era guidata da Allegri, «un politico agli ordini» e oggi da Sarri, che il portoghese «considera più competente tatticamente, ma anche un oggetto non identificato, un figlio di operaio testardo che sta alla Vecchia Signora come un marziano a una ricca ereditiera».
Feeling
A 35 anni, Ronaldo vuole continuare a vincere, macinare record su record, ma soprattutto aspira a un sesto Pallone d’oro. Ad ogni costo. Gli serve quindi ritrovare quel feeling avuto «con Rooney al Manchester United o con Benzema al Real Madrid». E che a quanto pare per i francesi non avrebbe con Dybala. Ma i Red Devils, nonostante i contatti diretti con l’amico Solskjaer, puntano sui giovani. E Zidane ha imparato a vincere anche senza di lui. Resta il Psg, dove si considera lo scenario di France Football come un «miraggio». Nel frattempo, CR7 deve accontentarsi della “prigione” bianconera.