La Gazzetta dello Sport

Bonaventur­a amaro, aspettava il rinnovo Ora Benevento o Dea

Jack lasciato andare da svincolato: può tornare all’Atalanta, ma Vigorito offre un ricco biennale

- Di Alfredo Pedullà

Jack ha quasi baciato l’erba. Se avesse potuto, l’avrebbe portata a casa come una reliquia. Milan-Cagliari non era stato soltanto l’epilogo della stagione, ma anche la fine - possibile, probabile - di una storia vera, leale, intensa. Bonaventur­a è un ragazzo sincero, ogni sensazione (bella o brutta) è come se fosse una giocata, da confermare o da migliorare. Quando non ti riesce un dribbling, ti sforzi di azzeccare quello successivo. Quando ti riesce, non ti rilassi e hai voglia di indovinarn­e un altro, due, tre, tutti. Dipendesse da lui, resterebbe a vita. Ma anche se Ibra gli ha scritto «numero uno», quasi uno sponsor dell’ultim’ora, sarebbe sorprenden­te se le carte fossero rimescolat­e.

Quel contropied­e

Arrivò dall’Atalanta, a fine agosto 2014, dopo un memorabile blitz firmato Galliani: doveva andare all’Inter, era tutto fatto o quasi, il Milan scoprì un buco e lo convocò di gran fretta. «Vieni e firma». Sono trascorsi sei anni, pieni di emozioni, anche se non ha trovato il Milan migliore della storia. Ma lui aveva messo già allora idealmente casa a San Siro, ha vissuto tutte le correnti tattiche (mezzala, trequartis­ta, esterno offensivo) senza avvertirne gli spifferi. Ha trovato allenatori diversi, nelle idee e negli umori, senza che nessuno davvero gli dicesse «sei di troppo, scansati». Proprio per questo immaginava di poter essere uno da lunghissim­o ciclo, quasi eterno, fino all’ultima o alla penultima goccia di carriera. Ci aveva fatto la bocca, lo riteneva quasi un risarcimen­to dopo il calvario iniziato nell’autunno del 2018, circa dieci mesi assurdi e senza certezze. Poi la luce, a fine settembre scorso, quasi un anno ai box e la voglia di dire al Milan «beh, il mio contratto scade ma adesso vi dimostro che con i fatti lo rinnoviamo quasi in automatico». A fine dicembre aveva già capito che non c’erano troppi margini: il broncio e la malinconia per una chiamata che il Milan faceva slittare, classica conseguenz­a di chi prendeva tempo.

Due strade aperte

Il futuro non è scritto, soltanto impostato. Se Bonaventur­a volesse, potrebbe firmare oggi: il Benevento gli ha messo sotto il naso un contratto biennale a cifre importanti­ssime. Si sa come funziona con Vigorito, quando prende il numero di targa cerca di arrivare fino in fondo. Bonaventur­a ha memorizzat­o, non ha detto sì oppure no, ci penserà. Perché il mercato è pieno di situazioni che cambiano ogni minuto. Non sarebbe una sorpresa il ritorno a Bergamo, sei anni dopo. Gasperini ha avallato, a Percassi piacerebbe, l’emozione sarebbe forte, compresa la possibilit­à di rientrare dalla porta principale, quella della Champions. Ma siamo all’alba di agosto, il mercato chiude tra due mesi, qualche calcolo (non legato al conto in banca) lo devi fare. Riepilogan­do: Gasp ha già Ilicic, Malinovsky­i, il Papu, Pasalic, eventuali e varie. Normale che Jack non pretenda il posto fisso alla Checco Zalone, ma neanche un’anticamera con ipotetici quesiti, non ha più l’età. Sarebbe bello svegliarsi stamattina e pensare che il Milan possa ripensarci. Comunque vada, gli resterà dentro il post di Ibra. «Numero uno». E quell’erba baciata a San Siro vale quanto un gol e due assist.

Rossonero dal 2014, con blitz di Galliani Nell’autunno 2018 l’infortunio e 10 mesi di stop

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Giacomo Bonaventur­a, 30 anni, arrivato al Milan nell’ultimo giorno di mercato dell’estate 2014. In rossonero ha coperto più ruoli, in totale 184 presenze e 35 gol
ANSA Tuttofare Giacomo Bonaventur­a, 30 anni, arrivato al Milan nell’ultimo giorno di mercato dell’estate 2014. In rossonero ha coperto più ruoli, in totale 184 presenze e 35 gol

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