La Gazzetta dello Sport

Si ritira Casillas, il portiere pigliatutt­o Un anno fa era stato colpito da infarto

- Di Filippo Maria Ricci - CORRISPOND­ENTE DA MADRID

Ora è ufficiale: Iker Casillas ha annunciato il suo ritiro. In realtà la sua magnifica carriera si era fermata in maniera improvvisa e traumatica il 1o maggio 2019, quando durante un allenament­o con il Porto aveva subito un infarto. San Iker aveva recuperato, però in campo da allora non è più tornato. Ci ha provato, è rimasto nella rosa del Porto e si era persino ipotizzato che giocasse qualche minuto in questo finale di stagione. Non è stato possibile. Se ne va il portiere più titolato di Spagna, e probabilme­nte il più forte, Ricardo Zamora permettend­o. Casillas ha vinto 26 trofei tra nazionali varie, Real Madrid e Porto. Dall’Europeo Under 16 del 1997 ai rigori contro l’Austria, l’anno nel quale un bidello entrò in classe per chiedere al professore di liberare l’alunno Casillas, chiamato d’urgenza per andare a fare il secondo a Cañizares in una partita di Champions in Norvegia per l’infortunio di due colleghi, alla Supercoppa portoghese del 2018 contro il Desportivo da Aves. Tra i 26 titoli spiccano le 3 Champions, le 5 Liga e il magico triplete della Roja, da capitano: Europeo 2008, Mondiale 2010, Europeo 2012. Mondiale che la Spagna non aveva mai vinto e che fu suggellato dal bacio tra il capitano e la giovane reporter Sara Carbonero, che poi diventerà la madre dei suoi due figli. Iker è arrivato al Madrid nel 1990 e se n’è andato piangendo dalla porta di dietro nel 2015 dopo aver conquistat­o la ‘Décima’ con Ancelotti l’anno prima. Logorato da un rapporto incredibil­mente conflittua­le con Jose Mourinho, che lo considerav­a la talpa dello spogliatoi­o. Ieri tra i primi a mandare parole d’affetto a Casillas il Madrid e Florentino Perez: negli ultimi mesi il rapporto col club della sua vita e il presidente della Casa Blanca sono tornati ad essere idillici e Iker si appresta a tornare al club dove è rimasto 25 anni. Anche Mourinho ha speso parole affettuose per lui, perché il tempo cura tutto e fa cambiare persone e rapporti. La cattolicis­sima Spagna ieri si è inchinata di fronte a ‘San Iker’, portiere che parava. Non era bravo coi piedi come si pretende oggi, e non era una specie di robocop. Però tra i pali faceva miracoli, come sul tiro di Robben nella finale Mondiale. Da lì la beatificaz­ione popolare. «Non sono un Galactico, sono di Mostoles» disse una volta ai tempi del primo Madrid florentini­ano pieno di stelle, e la frase restò per sempre: Iker è sempre stato il ragazzo del quartiere popolare della periferia di Madrid, sorridente ed educato. E spesso imbattibil­e.

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EPA San Iker Iker Casillas, 39 anni, campione del mondo 2010

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