La Gazzetta dello Sport

Le camere con vista bolla: ce n’è una per fare tutto

- Di Nicolò Melli

C’è una camera per tutto. Per riposare, per mangiare, per fare pesi, per svagarsi. Persino per studiare la tattica prima di una gara. E, ovviamente, per i controlli medici. Nella bolla non manca nulla. C’è la camera in cui dormiamo. Normale e spaziosa. Con un letto molto grande, quasi sproporzio­nato per l’ambiente. La stanza ha tutti i comfort, cambia solo la prospettiv­a: può avere un piccolo patio sulla piscina, come la mia, o affacciars­i sul laghetto. Ognuno la abbellisce come vuole, io l’ho arricchita con la mia macchina da caffè. C’è la camera formato suite. Ogni squadra ne ha due per i giocatori più importanti, in qualche caso per l’allenatore. Credo abbiano un salotto, due stanze, un paio di bagni: non potendo entrare in altre camere, non le ho viste.Ci sono poi le camere riservate alle squadre. Nel nostro albergo

sono veri saloni. Ogni team ne ha due: noi di New Orleans ne abbiamo una per mangiare e guardare i video delle partite e una per fare pesi e attività fisioterap­ica. Ci sono squadre che hanno fatto altre scelte: San Antonio, ad esempio, si è portata un intero parco giochi, con il ping pong e la porta da calcetto. C’è la camera per gli svaghi: qui, oltre ad usufruire di passatempi di ogni tipo, si possono incontrare i giocatori delle altre squadre. C’è la camera della rifinitura, un salone dove, col nastro adesivo sul pavimento, viene riprodotto un campo da gioco, senza canestri. Serve per le sedute tattiche prima della gara. C’è infine la camera dei test. Si passa da lì una volta al giorno per fare il tampone. Non serve molto per l’esito, 14 ore al massimo. Arriva direttamen­te al capo dello staff medico, se viene spedito anche a noi giocatori non sono buone notizie.

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