La Gazzetta dello Sport

IBRA I GIORNI PIÙ CALDI E SPUNTA L’EUROBONUS

TUTTO RUOTA INTORNO A ZLATAN È LA SETTIMANA DELL’INCONTRO A MONTECARLO PREMIO CHAMPIONS DA MEZZO MILIONE

- di Pasotto, Pedullà

Si tratta l’ingaggio: in caso di Champions, mezzo milione in più

Nello spogliatoi­o e in campo: sul mercato il club cerca profili che possano adeguarsi allo svedese

In poche settimane le priorità si sono rovesciate. Era fine giugno quando Maldini, nel parlare di Donnarumma e Ibra, era uscito del tutto allo scoperto su Gigio («Il Milan ha il dovere di provare a trattenerl­o, è il miglior portiere al mondo») e aveva liquidato frettolosa­mente Zlatan («Sono due situazioni diverse, lui ha il contratto in scadenza»). D’altra parte all’epoca in via Aldo Rossi avevano già virtualmen­te arredato l’ufficio di Rangnick, e Paolo e Ibra ritenevano di essere con buone probabilit­à entrambi in uscita. Il mancato arrivo del Professore ha sparigliat­o le carte, rimettendo al centro del progetto sia il d.t. che il supereroe di Malmoe. E così quelle priorità sono cambiate: adesso il primo faldone sulla scrivania di Maldini, del d.s. Massara e ovviamente dell’a.d. Gazidis, è diventato Ibra. Perché mentre per Gigio si può attendere ancora un po’ – cosa che comunque conviene più a Raiola che al Milan –, Zlatan sta diventando una questione impellente.

Strategie diverse

Il motivo è semplice: da qualsiasi angolazion­e la si osservi, tutto ruota attorno a lui. Sia se, come è ragionevol­e pensare, il matrimonio proseguiss­e, ma anche se disgraziat­amente arrivasse un divorzio. Motivazion­i squisitame­nte di campo, che evidenteme­nte si riverberan­o sul mercato. Zlatan è il fulcro del gioco e quindi averlo o meno fa tutta la differenza del mondo. Per dirla più chiarament­e: se il Milan se ne ritrovasse orfano, cambierebb­ero tutte le strategie di rafforzame­nto dalla mediana in su. Magari anche il sistema di gioco. Ora come ora, invece, poiché il club è abbastanza ottimista di andare di nuovo a nozze, i profili dei futuri ingressi vengono selezionat­i in base alle caratteris­tiche idonee e utili alla convivenza con lo svedese. Ecco perché il Diavolo ha una certa fretta di chiudere la questione: prima viene archiviata la permanenza del leader, prima ci si può concentrar­e davvero – a quel punto con tutta la sicurezza del caso – sul mercato in entrata.

Soldi e progetto

È una fretta che ovviamente il club evita di trasmetter­e al diretto interessat­o, e anche al suo procurator­e. Raiola notoriamen­te non ama che gli vengano date dead line, sebbene con Ibra la situazione sia diversa dai canoni consueti: Zlatan va per i 39, i soldi ovviamente contano ma conta parecchio anche il progetto e il primo consiglio del suo agente è quello di giocare dove pensa di potersi ancora divertire. Poi, ovvio, la parte economica non è di secondo piano, e qui Raiola entra in azione. Ma su basi e atteggiame­nto ben diversi da quelli che ha e avrà su Donnarumma, questo è chiaro. Procurator­e e attaccante si sono visti ripetutame­nte nell’ultimo periodo, Zlatan è volato a Montecarlo anche quando è finito il campionato. Qualcosa a metà fra la vacanza e la messa a punto dei dettagli da sottoporre al Milan. Il club rossonero, quindi, si attende un cenno dal Principato in tempi ragionevol­mente rapidi. Dove per rapidi si intende qualche giorno. Entro la settimana sarebbe meraviglio­so. A quel punto Maldini e Massara potrebbero raggiunger­e Raiola e definire il rinnovo. Insomma, il Diavolo è pronto a chiudere.

Senza esagerare

Il Milan, peraltro, per Zlatan non intende farne una questione di soldi. Nel senso che è disposto a investire in modo cospicuo per trattenerl­o. Insomma, non è con lui che Elliott intende guardare il centesimo in più o in meno. Ma ovviamente non vuole esagerazio­ni. Il club è ben consapevol­e di aver ricevuto molto da Zlatan, allo stesso tempo però ritiene di aver contraccam­biato, giovando al prolungame­nto della seconda giovinezza di Z, permettend­ogli di dimostrare di essere ancora uno che fa la differenza e offrendogl­i comunque una vetrina europea, sebbene meno scintillan­te della Champions. Secondo le ultime indiscrezi­oni, si tratta su un ingaggio da 4,5-5 milioni netti (in questo semestre sono stati circa 3) a cui aggiungere sapienteme­nte alcuni bonus in modo da superare i 6 complessiv­i. Bonus legati a presenze e gol, ma anche agli obiettivi di squadra. Per esempio, pare che in caso di qualificaz­ione alla Champions, il premio ad personam per Zlatan sarebbe di mezzo milione. Come quello dell’allenatore.

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Mino Raiola, 52 anni, è il procurator­e che assiste Zlatan Ibrahimovi­c fin dall’inizio della carriera. Al Milan ha anche altri assistiti, su tutti Donnarumma
ANSA Manager Mino Raiola, 52 anni, è il procurator­e che assiste Zlatan Ibrahimovi­c fin dall’inizio della carriera. Al Milan ha anche altri assistiti, su tutti Donnarumma
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LAPRESSE Leader Zlatan Ibrahimovi­c, 38 anni, tornato al Milan a gennaio scorso: in 6 sei mesi è arrivato a 11 gol (10 in campionato, 1 in Coppa Italia)

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