Guai per Arthur E Tudor fa il tutor nella Juve di Pirlo
L’ex centrale croato pronto a lasciare l’Hajduk Spalato per entrare nello staff tecnico del nuovo allenatore Avrà il compito di portare esperienza e curare la difesa
C’è sempre l’Hajduk tra Igor Tudor e la Juventus. Quando il gigante croato sbarcò a Torino per iniziare un’onorata carriera da difensore in maglia bianconera, Madama lo prelevò dal suo primo club. Ora, per avere la certezza di riportarlo in terra sabauda in veste di collaboratore, Andrea Pirlo dovrà aspettare l’ok dell’Hajduk, di cui Tudor è l’attuale allenatore. Igor entrerà a far parte dello staff del Maestro con un ruolo al momento non ancora definito: forse vice, forse collaboratore tecnico (dipenderà dalla carica che avrà Roberto Baronio, scelto precedentemente da Pirlo come suo secondo per l’Under 23), ma in fondo l’aspetto formale conta poco. Tudor ha esperienza (in Italia e non solo) e carattere oltre a una massiccia dose di juventinità — di cui evidentemente la dirigenza ha sentito fortemente la mancanza nell’interregno sarriano — e per questo è considerato l’uomo giusto per affiancare il debuttante Andrea nella sua prima esperienza assoluta in panchina.
Legame per sempre
Fa un effetto strano scorrere la carriera di Tudor come allenatore e immaginarlo solamente come un comprimario: non solo Hajduk in diverse fasi della sua vita, anche Paok, Galatasaray e Udinese, con cui centrò due volte l’obiettivo salvezza. Però la Juventus è la Juventus, un legame che non si cancella, come lui stesso ci raccontò in un’intervista di qualche anno fa: «Per me è stato fantastico vivere quel mondo tutti i giorni. La Juventus è un top club». E alla Juventus non si può dire di no. Igor ha giocato in bianconero 174 partite, impreziosite da 21 gol, vincendo 2 scudetti (il primo fu quello del famoso 5 maggio) e 2 Supercoppe italiane. In poco tempo è diventato molto amato dai tifosi, ma la sua esperienza torinese è stata fortemente condizionata dagli infortuni. Pirlo e Tudor si sono incrociati in campo solo da avversari: hanno giocato contro nella finale di Champions di Manchester del 2003, quando il milanista Andrea festeggiò dopo il rigore trasformato da Shevchenko mentre Igor lasciò Old Trafford a testa bassa coi suoi compagni. «Però quella finale resta un ricordo meraviglioso», non si stanca mai di ripetere, che la Juventus giocò anche grazie a Igor: contro il Deportivo segnò il gol decisivo per i quarti, dove Madama eliminò il Barça.
La spinta di Nedved
Tudor è rimasto legato ad Andrea Agnelli, quel ragazzo silenzioso ma già carismatico e ambizioso che andava sempre al campo a vedere gli allenamenti, e anche a Pavel Nedved, che è stato suo compagno d’avventure. Dopo aver scelto di promuovere Pirlo, portandolo dall’Under 23 alla prima squadra, la dirigenza bianconera cercava un profilo d’esperienza da mettergli accanto, per aiutarlo e supportarlo nella delicata fase iniziale. Andrea ha idee chiare e un bagaglio calcistico fuori dal comune, ma inevitabilmente gli manca l’esperienza. Tudor ha tutto per fare il tutor, ha abitato spogliatoi pieni di campioni e ha la personalità giusta per potersi confrontare con i Ronaldo, i Bonucci, i Chiellini e i Dybala. Alla Continassa sono convinti che per uno come lui, che ha respirato aria bianconera per anni, sarà più semplice entrare in empatia col gruppo, impresa fallita da Sarri e i suoi uomini.
L’uomo della difesa
Tudor è stato contattato da Pirlo e ha chiesto qualche giorno per riflettere e parlare con l’Hajduk (ha un contratto fino al 2022). Mancano gli ultimi dettagli (i giornali locali ieri parlavano di una buonuscita per il club croato) ma Igor ha deciso: troppo ghiotta l’occasione di tornare in A e alla Juventus, anche se da secondo. Il gigante gentile curerà soprattutto la fase difensiva: anche lui come Pirlo è un sostenitore della linea a 4 ma non disdegna la difesa a 3. S’aggiungerà a Baronio, al preparatore Bertelli e a Gagliardi, ex match analyst azzurro che alla Continassa però lavorerà più sul campo. La Juventus di Pirlo piano piano sta prendendo forma.