La Gazzetta dello Sport

L’INTER CINESE, SCEICCHI, EMIRI: LA GRANDE SFIDA A COLPI DI MILIONI A Milano per la moda

Chi può convincere Lionel a lasciare Barcellona? Zhang, il City di Guardiola e il Psg dell’amico Ney. Ma il fairplay...

- di Filippo Maria Ricci - CORRISPOND­ENTE DA MADRID

Leo Messi tace, e il vuoto delle sue parole viene colmato con ansia nella Barcellona bluagrana e con speranza in altre città europee. E non solo. Il fenomeno argentino non è mai stato tanto distante dal Barça in questi vent’anni. Non ha deciso di rompere, però non ha nemmeno scelto di mandare un messaggio di pace al club che l’ha accolto nel 2000. Riflette. Rimugina. Ieri il suo malessere è arrivato con enfasi anche sui giornali argentini, completand­o il giro del mondo dell’inquietudi­ne del «diez». «Quella è l’uscita» dicevano sulla prima di Olé parlando di «Enigma Messi» e sulla Nacion sgranavano tutti i suoi dubbi.

Tempo tiranno

Messi aspettava con curiosità l’esito della giunta direttiva straordina­ria di ieri, ma sa perfettame­nte che la situazione nel Barça non è di facile soluzione. Il suo rapporto con Josep Maria Bartomeu è ai minimi storici, e ieri il presidente come previsto non si è dimesso. E non ha rimosso dall’incarico nemmeno il d.s. il francese Eric Abidal, che con Messi ha un rapporto peggiore del suo. Ma anche se fossero arrivate le dimissioni dell’attuale dirigenza i tempi tecnici per indire, organizzar­e e realizzare nuove elezioni avrebbero protratto l’entrata della nuova dirigenza a dopo la chiusura del mercato estivo. La ricostruzi­one del Barça sarebbe rimasta nelle mani della giunta messa su per gestire le elezioni, e la cosa chiarament­e non offriva alcuna garanzia tecnica. La giunta direttiva ha programmat­o le elezioni per il marzo 2021, e l’idea di restare un altro anno con la seria possibilit­à di non vincere nulla, e comunque non la Champions, atterrisce

La promessa Neymar

Lo sanno al Barcellona, e lo sanno altrove. Per questo abbiamo iniziato parlando di ansia e di speranza. Messi non ha più tempo da perdere. Sembra che Bartomeu per calmarlo e indurlo a restare voglia assicurarg­li il ritorno di Neymar, però non si sa bene con quali soldi visto che nella cassa del Camp Nou non c’è un euro e la smobilitaz­ione necessaria non aiuterà a vendere bene, e ancor meno in tempi di crisi come questi. Sembra difficile che «Barto» possa di nuovo far credere a Messi che tenterà l’assalto a Neymar dopo quanto successo un anno fa, con Leo che, a mercato chiuso, disse pubblicame­nte che non era sicuro che il presidente avesse davvero fatto tutto per strappare il brasiliano al PSG, prima bordata alla dirigenza di una stagione cannoneggi­ante da parte di capitan Messi. Sembra

Rapporti

Con Bartomeu è ai minimi storici, col d.s. Abidal ancora peggio

Zero soldi

Non ci sono euro in cassa per fare il mercato che servirebbe

paradossal­mente più facile che sia Leo a raggiunger­e l’amico brasiliano a Parigi, per ricreare un tridente con Mbappé che supererebb­e quello dell’ultimo triplete blaugrana con Luis Suarez, anno di grazia 2015. A Parigi tacciono, ma pur con le difficoltà derivate dal Fairplay Finanziari­o hanno i soldi per portare Leo in un club in grado di vincere la Champions subito.

La clausola

Un’altra possibilit­à è quella del Manchester City di Guardiola e della guida tecnica catalana. Di nuovo, i soldi non mancano così come i problemi con il

FPF, e la squadra può senz’altro aspirare a mettere le mani sull’agognata Champions. Altre opzioni in Europa al momento non se ne vedono. PSG e City sono dunque le rivali dell’Inter nel caso Messi decida di andarsene. Cosa ovviamente da vedere, mentre è tutta da decifrare la questione clausola:

da 700 milioni di euro a zero c’è un mondo, e nessuno ha ben chiaro quale sia la situazione contrattua­le di Leo in questo momento. Resta nell’aria l’idea che la clausola per andarsene gratis dopo tre anni del contratto, firmato nel 2017, sia stata prorogata dal 31 maggio al 31 agosto, ma non ci sono ancora conferme ufficiali a proposito.

Inter indietro

Ciò che è chiaro al momento è che se diamo per scontato che Leo lascerebbe il Barcellona solo per una questione sportiva, l’idea di poter vincere la Champions subito, l’Inter parte ad handicap rispetto alle avversarie. Il club nerazzurro ha un budget ancora limitato che andrebbe rimpolpato, e una squadra che al momento non offre le stesse garanzie in termini strettamen­te sportivi dei due club-Stato di Parigi e Manchester. Il peso ricade tutto sul gruppo Suning di Zhang Jindong: per convincere Messi a vestirsi di nerazzurro lo sforzo economico della proprietà cinese dovrà essere colossale.

Per quanto riguarda le mosse immobiliar­i milanesi dei Messi, sono dettate da questioni di business extracalci­stici: la famiglia ha intenzione di sbarcare nella moda con un marchio proprio e ha deciso di farlo a Milano. Da qui la necessità di tenere una base fiscale reale nel capoluogo lombardo, e la scelta da parte di Jorge Messi, presidente della principale società che gestisce il patrimonio del figlio, di prendere la residenza a Milano. E di Leo di comprare una casa vicino a quella scelta dal papà. Affari e agevolazio­ni fiscali più che il calcio dunque. Almeno per ora. Al Barcellona parlano ufficialme­nte di «un’ampia ristruttur­azione della prima squadra». Sarà con Messi o senza? E se vale la seconda ipotesi, dove andrà Leo? Al Barça temono, in Europa attendono.

La clausola per andare via gratis, pare sia stata prorogata al 31 agosto

Viaggi in Italia Sono dettati da questioni di business extracalci­stici

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l’ormai 33enne Leo.
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