La Gazzetta dello Sport

Il gol italiano è tabù Ma la Dea continua la caccia all’estero

Quest’anno zero reti «nostre» su 116 E sono in arrivo Vojvoda e Miranchuk

- di Andrea Elefante

In una stagione quella che l’Atalanta ha appena terminato - così piena di record (assoluti e relativi alla sua storia) da faticare a tenere il conto, ci sta che ce ne siano alcuni che rappresent­ano un’accezione molto particolar­e del concetto di primato. Uno su tutti: su 116 gol stagionali (98 in campionato, uno in Coppa Italia, 17 in Champions), nessuno è stato segnato da un calciatore italiano. Mai successo, ad una squadra italiana. Neanche a squadre che avevano segnato molto meno dell’Atalanta.

Il trend

Il dato fa sensazione a prescinder­e: un po’ meno pensando che, portieri a parte, nella rosa di Gasperini di italiani impiegati stabilment­e ce n’era uno solo, Caldara, arrivato fra l’altro a gennaio. Solo fugaci apparizion­i per Da Riva (due), Bellanova (una) e Piccoli (una). E’ un trend con uno sviluppo dai contorni molto netti, nei quattro anni dell’era Gasperini. Ed è una tendenza che anche l’attuale mercato dell’Atalanta sembra destinato a non smentire, anzi. E si può già dire che potrebbe soffiare anzitutto un importante vento dell’est europeo su questo «tabù» italiano dell’Atalanta.

Obiettivi stranieri

L’Atalanta sta lavorando sull’esterno destro kosovaro Mergim Vojvoda e sull’attaccante esterno/trequartis­ta russo Aleksej Miranchuk. Per il primo, contatti anche ieri con lo Standard Liegi: il giocatore (che ha già un accordo economico con l’Atalanta) ha fretta di sentirsi nerazzurro, l’Atalanta ha meno urgenza di convincere il suo club ad abbassare le pretese (vorrebbe almeno 6 milioni), ma ieri i due club si sono avvicinati e la sensazione è che l’affare si possa chiudere, per 4,5 milioni circa, subito dopo la gara di domenica contro il Genk, che lo Standard Liegi vorrebbe far giocare a Vojvoda. Meno facile sarà arrivare a Miranchuk, ma pensando alla necessità di garantire a Gasperini un vice Ilicic, il profilo si può considerar­e molto interessan­te. E ha un prezzo più avvicinabi­le rispetto a quello di Jeremie Boga, per il quale attualment­e il Sassuolo è fermo ad una richiesta di circa 40 milioni. Quel vento potrebbe cambiare se dovesse arrivare Berardi, che però il club emiliano considera più incedibile del francese. E dunque sempre di stranieri si torna a parlare: l’argentino Franco Cervi (ma lui ha il passaporto italiano...) del Benfica, il nigeriano Emmanuel Dennis del Bruges. O, parlando di centrocamp­isti, Orel Mangala, belga dello Stoccarda.

Internazio­nalità

Le vie del mercato sono infinite, ma quella italiana non sembra la più battuta dall’Atalanta. Un altro anno senza neanche un gol italiano non sembra comunque replicabil­e: Caldara giocherà, magari da titolare, tutta la prossima stagione e non solo metà, ed è uno che qualche gol lo ha sempre fatto (ci ha provato anche nell’ultima partita, contro il Psg). Potrebbe dargli una mano Florenzi, se l’Atalanta alla fine decidesse di puntare anche su di lui per rinforzare le fasce. Ma l’internazio­nalità dell’Atalanta (con un russo e un kosovaro in arrivo anche di più...) è ormai un dato di fatto.

Il «crollo»

Quella dei gol italiani è stata una parabola discendent­e improvvisa: da 30 gol a zero. Il «nostro» centravant­i che la Dea non ha più avuto dalla sua cessione, Petagna, in maglia nerazzurra non è mai stato un grande realizzato­re (5 gol il primo anno e 6 il secondo), ma in compenso la prima stagione di Gasperini, quando anche Caldara aveva grande confidenza con la porta avversaria (7 reti), fu d’oro per Conti (8). Come la seconda per Cristante, addirittur­a in doppia cifra stagionale (12). Nella terza Atalanta del Gasp, appassita la vena di Masiello, brillò un altro difensore, Mancini (6 gol), ma fu l’inizio del crollo: da 30, a 27, a 7. E poi quest’anno a zero: perché l’Atalanta è stata eccezional­e in tutto, anche nei record «al contrario».

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ANSA Gol italiani L’esultanza dopo un gol di Mattia Caldara, 26 anni

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