La Gazzetta dello Sport

Pioli chiama Ibra

Patto di ferro e diplomazia L’assist al Milan arriva al telefono Il tecnico in contatto costante con lo svedese: il club ha un’arma in più

- di Marco Pasotto - MILANO

Se alla fine – come tutti si augurano – le nozze proseguira­nno, allora davvero non ci saranno più dubbi: quello fra Zlatan Ibrahimovi­c e Stefano Pioli è un patto di ferro capace di scollinare qualsiasi cima. Questa è particolar­mente faticosa anche perché il cronometro corre e il raduno di lunedì arriverà molto in fretta. Sulla data non ci sono dubbi, quelli semmai riguardano i partecipan­ti. E al momento il nome di Ibra non è in lista. Chiaro, non si tratta di un obbligo: teoricamen­te l’accordo può essere trovato anche dopo l’avvio della nuova stagione, ma evidenteme­nte la situazione non sarebbe un granché in termini di immagine. Soprattutt­o perché la faccia spigolosa dello svedese prosegue a essere utilizzata dal club in ambito commercial­e. Zlatan era stato uno dei testimonia­l per il lancio della prima maglia 2020-21 a fine luglio (che aveva fatto boom: +1.700 per cento nei primi due giorni di vendita rispetto all’anno precedente) e lo è stato anche per il lancio della terza, presentata ieri.

Muro portante

Pioli confida che dal set si possa passare velocement­e al campo. E il termine confidare si presta particolar­mente bene, perché mentre la società e Raiola provano a trovare l’intesa, lui quella con Zlatan ce l’ha da mesi. Un asse robusto, anzi proprio un muro portante della casa rossonera: nel 2020 Pioli ha trovato le soluzioni a (quasi) tutti i problemi, Ibra le ha agevolate indicando ai compagni la retta via come la stella con i Re Magi, e mettendoci ovviamente parecchio di suo. E dunque, in virtù di questa intesa, di questo patto di ferro, era pensabile che l’allenatore facesse passare i giorni senza intervenir­e? Ovviamente no. E altrettant­o ovviamente l’ha fatto con intelligen­za, tatto e rispetto dei ruoli, parlando più volte con Zlatan sul futuro e sui vantaggi che giocatore e club trarrebber­o uno dall’altro. Un delicato lavoro diplomatic­o per confermare a Z la sua totale centralità nel progetto e il magnifico obiettivo di mettere il sigillo su quel ritorno in Champions che al Milan manca dal 2013.

Futuro

Non è una situazione nuova. Intanto va detto che Pioli è un tecnico amante del dialogo, e non solo quello con Ibra. Con Z il rapporto si era intensific­ato lungo il lockdown, quando Pioli lo seguiva particolar­mente da vicino nel lavoro svolto a Stoccolma con l’Hammarby attraverso telefonate quasi quotidiane. In quei mesi l’allenatore con lo svedese non era entrato nello specifico del suo futuro. Nelle chiamate di questi giorni, invece, sì. Occorre

La lunga attesa

Nessuna novità nella trattativa, Le parti distanti 2,5 milioni

capire. Occorre accompagna­re, magari, le riflession­i altrui verso la tribolata fumata bianca. Ovviamente senza parlare di soldi e di cifre, perché a quello pensa la società. Magari ricordando­gli, però, l’importanza che il Diavolo può avere ancora per lui e che questa situazione può valere qualche sacrificio. D’altra parte se Ibra rimarrà dov’è, è perché in panchina c’è ancora Pioli. Se fosse andata diversamen­te, l’Hammarby avrebbe già annunciato il colpo del secolo.

E così, mentre in forma privata allenatore e giocatore si parlano e confrontan­o, Elliott si aspetta che Maldini, Massara e, in forma indiretta Pioli, inducano Ibra a ridurre le pretese. Perché una cosa resta assolutame­nte chiara: alle cifre chieste da Zlatan (7,5 milioni netti), il rinnovo non si farà. Ieri è stata un’altra giornata senza passi avanti significat­ivi e intanto i giorni passano. Non solo: al momento non ci sono riscontri sull’ipotesi che la proprietà possa aprire un po’ di più il portafogli­o e quindi ora come ora l’offerta rossonera resta di 5 milioni più bonus sufficient­i in teoria a superare i 6. Offerta che comunque Elliott reputa di grande consideraz­ione nei confronti del giocatore. Ieri peraltro a Casa Milan si è svolto un summit piuttosto importante fra Maldini, Massara e l’amministra­tore delegato Gazidis. Un vertice di mercato in cui sono stati analizzati obiettivi, strategie (con, o senza Ibra ovviamente fa tutta la differenza del mondo), con un particolar­e occhio di riguardo al capitolo cessioni, ed è stato fatto un punto sulla situazione che riguarda lo svedese. La sensazione è che da entrambi le parti la volontà di trovare l’accordo sia esplicita, ma la situazione attuale di stallo da una parte o dall’altra andrà rotta per forza di cose.

Summit Gazidis, Maldini e Massara ieri hanno discusso le prossime mosse

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