Pioli chiama Ibra
Patto di ferro e diplomazia L’assist al Milan arriva al telefono Il tecnico in contatto costante con lo svedese: il club ha un’arma in più
Se alla fine – come tutti si augurano – le nozze proseguiranno, allora davvero non ci saranno più dubbi: quello fra Zlatan Ibrahimovic e Stefano Pioli è un patto di ferro capace di scollinare qualsiasi cima. Questa è particolarmente faticosa anche perché il cronometro corre e il raduno di lunedì arriverà molto in fretta. Sulla data non ci sono dubbi, quelli semmai riguardano i partecipanti. E al momento il nome di Ibra non è in lista. Chiaro, non si tratta di un obbligo: teoricamente l’accordo può essere trovato anche dopo l’avvio della nuova stagione, ma evidentemente la situazione non sarebbe un granché in termini di immagine. Soprattutto perché la faccia spigolosa dello svedese prosegue a essere utilizzata dal club in ambito commerciale. Zlatan era stato uno dei testimonial per il lancio della prima maglia 2020-21 a fine luglio (che aveva fatto boom: +1.700 per cento nei primi due giorni di vendita rispetto all’anno precedente) e lo è stato anche per il lancio della terza, presentata ieri.
Muro portante
Pioli confida che dal set si possa passare velocemente al campo. E il termine confidare si presta particolarmente bene, perché mentre la società e Raiola provano a trovare l’intesa, lui quella con Zlatan ce l’ha da mesi. Un asse robusto, anzi proprio un muro portante della casa rossonera: nel 2020 Pioli ha trovato le soluzioni a (quasi) tutti i problemi, Ibra le ha agevolate indicando ai compagni la retta via come la stella con i Re Magi, e mettendoci ovviamente parecchio di suo. E dunque, in virtù di questa intesa, di questo patto di ferro, era pensabile che l’allenatore facesse passare i giorni senza intervenire? Ovviamente no. E altrettanto ovviamente l’ha fatto con intelligenza, tatto e rispetto dei ruoli, parlando più volte con Zlatan sul futuro e sui vantaggi che giocatore e club trarrebbero uno dall’altro. Un delicato lavoro diplomatico per confermare a Z la sua totale centralità nel progetto e il magnifico obiettivo di mettere il sigillo su quel ritorno in Champions che al Milan manca dal 2013.
Futuro
Non è una situazione nuova. Intanto va detto che Pioli è un tecnico amante del dialogo, e non solo quello con Ibra. Con Z il rapporto si era intensificato lungo il lockdown, quando Pioli lo seguiva particolarmente da vicino nel lavoro svolto a Stoccolma con l’Hammarby attraverso telefonate quasi quotidiane. In quei mesi l’allenatore con lo svedese non era entrato nello specifico del suo futuro. Nelle chiamate di questi giorni, invece, sì. Occorre
La lunga attesa
Nessuna novità nella trattativa, Le parti distanti 2,5 milioni
capire. Occorre accompagnare, magari, le riflessioni altrui verso la tribolata fumata bianca. Ovviamente senza parlare di soldi e di cifre, perché a quello pensa la società. Magari ricordandogli, però, l’importanza che il Diavolo può avere ancora per lui e che questa situazione può valere qualche sacrificio. D’altra parte se Ibra rimarrà dov’è, è perché in panchina c’è ancora Pioli. Se fosse andata diversamente, l’Hammarby avrebbe già annunciato il colpo del secolo.
E così, mentre in forma privata allenatore e giocatore si parlano e confrontano, Elliott si aspetta che Maldini, Massara e, in forma indiretta Pioli, inducano Ibra a ridurre le pretese. Perché una cosa resta assolutamente chiara: alle cifre chieste da Zlatan (7,5 milioni netti), il rinnovo non si farà. Ieri è stata un’altra giornata senza passi avanti significativi e intanto i giorni passano. Non solo: al momento non ci sono riscontri sull’ipotesi che la proprietà possa aprire un po’ di più il portafoglio e quindi ora come ora l’offerta rossonera resta di 5 milioni più bonus sufficienti in teoria a superare i 6. Offerta che comunque Elliott reputa di grande considerazione nei confronti del giocatore. Ieri peraltro a Casa Milan si è svolto un summit piuttosto importante fra Maldini, Massara e l’amministratore delegato Gazidis. Un vertice di mercato in cui sono stati analizzati obiettivi, strategie (con, o senza Ibra ovviamente fa tutta la differenza del mondo), con un particolare occhio di riguardo al capitolo cessioni, ed è stato fatto un punto sulla situazione che riguarda lo svedese. La sensazione è che da entrambi le parti la volontà di trovare l’accordo sia esplicita, ma la situazione attuale di stallo da una parte o dall’altra andrà rotta per forza di cose.
Summit Gazidis, Maldini e Massara ieri hanno discusso le prossime mosse