Spencer è sfiduciato I piloti non lo vogliono Servirebbe uno Stoner
Il n°1 degli steward considerato non imparziale L’iridato 2017 ha la personalità per sostituirlo
Così come essere stato un grande calciatore non farà necessariamente di te un ottimo allenatore, altrettanto, l’essere stato un gran pilota — e qui parliamo di un tre volte iridato — non ti farà essere un buon giudice, imparziale e obiettivo. Quando due anni fa l’Irta (l’associazione dei team) propose di sostituire Mike Webb — destinato a restare solo Direttore di gara — con Freddie Spencer come nuovo presidente dello Steward Panel chiamato a giudicare sui fatti di gara, molti pensarono che si trattasse di una buona scelta. Meno di 24 mesi dopo, fate il suo nome a chiunque incrociate nel paddock e riceverete un commento negativo.
Poca oggettività
Spencer, e con lui Bill Cumbow e Ralph Bohnhorst, gli altri due commissari di nomina Fim — ma che chi è bene informato disegna come comparse schiacciate dalla personalità dell’ex iridato che fa e disfa a modo suo —, da tempo sono costantemente nel mirino per l’incapacità di valutare in maniera critica e oggettiva le varie situazioni di gara, che a seconda della categoria, del team o del pilota vengono spesso giudicate in maniera opposta. In questo senso, il doppio weekend di Zeltweg ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tra il ritardo inconcepibile e incomprensibile con cui è stato aperto e gestito il caso Zarco dopo l’incidente con Morbidelli, a come sono stati usati metri di giudizi diametralmente opposti nel giudicare le ruote sul verde all’ultimo giro di Jorge Martin in Moto2 (retrocesso e vittoria a Marco
Bezzecchi) e di Pol Espargaro in MotoGP (3° posto convalidato a scapito di Joan Mir nonostante l’ampia escursione del pilota della padrona di casa KTM). «Le regole funzionano se sono chiare» puntualizza Rossi. «Così non va bene, il verde è stato messo per sicurezza al posto della ghiaia, ma viene usato come un rischio che puoi prendere» stigmatizza Dovizioso.
Niente immagini
Pochi hanno notato che, sicuro di venire penalizzato, al ritorno in pitlane Espargaro è entrato direttamente nel proprio box, prima di venire chiamato in parco chiuso. E quando Davide Brivio, team principal Suzuki, si è recato dai giudici chiedendo di guardare le immagini dall’elicottero per valutare la dinamica dell’azione, si è sentito rispondere che non c’erano riprese dall’alto. Quelle riprese che negli stessi minuti su tutte le tv mostravano come Espargaro non avesse fatto nulla per impostare la curva (ricordate i duelli Dovizioso—Marquez degli ultimi anni?), e come una volta sul verde accelerasse per non perder tempo. Se non è malafede, ci siamo molto vicini.
Serve cambiare
Dal «chi comanda? Spencer? Dice tutto» di Cal Crutchlow, al «servirebbero uomini veri» di Zarco passando per il «noi piloti non siamo contenti degli Steward» di Danilo Petrucci, è chiaro come con le loro decisioni spesso incoerenti e sbagliate, Spencer & co. siano stati definitivamente sfiduciati dai piloti, che ormai si sentono autorizzati a comportarsi in spregio dei regolamenti. Inconcepibile pensare di andare avanti con loro nel 2021, Dorna e Fim ne prendano atto. «Massimo rispetto, ma quand’è stata l’ultima volta che Spencer ha guidato una di queste moto? Serve qualcuno che abbia guidato una MotoGP massimo 7-8 anni fa» ha aperto il fronte Aleix Espargaro. Ci permettiamo allora di fare una provocazione: un pilota che in MotoGP ha corso e dominato, che non si è mai piegato ai giochi politici, che ha sempre detto quello che pensava e per questo è stato criticato: Casey Stoner. Carmelo Ezpeleta, che con Casey non ha mai legato (ricambiato) probabilmente si guarderebbe bene dal pensare a lui, e difficilmente l’ex iridato di Ducati e Honda sarebbe disposto a lasciare la sua Australia, ma per uscire dal caos giuridico in cui la MotoGP sta precipitando, serve una personalità forte. E Stoner lo è.