C’è Eolo con Kometa Il team di Basso scala una categoria
Accordo di 3 anni con l’azienda varesina: possibili inviti alle grandi gare, come il Giro
Ivan Basso e Luca Spada sono due varesini che abitano a pochi chilometri di distanza, ma prima di due anni fa non si erano mai incontrati. «L’occasione per conoscerci — dicono il re di due Giri d’Italia e il fondatore di Eolo — è stata la Gran Fondo della Tre Valli Varesine». Non troppo tempo dopo, ne è nata una intesa che è manna dal cielo per il ciclismo italiano: Eolo, azienda italiana leader nel fixed-wireless ultra-broadband per i segmenti business e residenziale, entra dalla porta principale nella squadra giovanile che Basso, assieme a Alberto Contador, sta portando avanti da tre anni con la Fondazione del grande campione spagnolo. L’accordo, triennale, fa sì che il team si chiamerà dal 2021 Eolo-Kometa Cycling Team (ora è Kometa-Xstra Cycling Team, formalmente spagnolo) e salirà di livello: dalla categoria continental a quella Professional, cioè appena un gradino sotto il World Tour. Licenza e base (a Busto Arsizio, nel campus di Eolo) saranno italiane. Oggi arriva l’ufficialità.
Ingresso
La convinzione che ha Eolo nel legarsi alla bicicletta si capisce anche dalla recente scelta di affiancare il proprio nome a corse importanti come Strade Bianche, Milano-Torino, Gran Piemonte e Tirreno-Adriatico. «Con il ciclismo — spiega Spada, che di Eolo è anche il presidente — condividiamo tanti valori. Crediamo nell’ottenimento dei risultati attraverso l’impegno, la fatica, il sacrificio e il gioco di squadra. E poi questo sport unisce, porta i ciclisti sia nelle grandi città sia nei piccoli comuni, quelli a cui Eolo è particolarmente vicini, dove altri non arrivano. Ho grandissime aspettative, avendo al mio fianco Ivan che non ha bisogno di presentazioni. Abbiamo dei grandi sogni nel cassetto, e spero che si realizzino». La ragione dell’impegno triennale si spiega così: «Abbiamo obiettivi di un certo livello, e dunque deve esserci un progetto almeno di medio termine». Ed è arrivata anche l’importante conferma, sempre triennale, dell’impegno dello sponsor Kometa, l’azienda alimentare di Giacomo Pedranzini che oltre all’Italia è molto presente nel centro Europa, specie in Ungheria: «Siamo molto felici, perché eravamo dentro questo progetto fin dall’inizio e ora la nostra partnership è cresciuta, ricevendo nuova energia e nuova forza».
Crescita
Nella «seconda vita» da manager Ivan Basso ha scelto di cominciare dai giovani. Come Matteo Moschetti, che ha già fatto nel 2019 il salto tra i grandi con la Trek-Segafredo. Come Giacomo Garavaglia, domenica nono al campionato italiano e unico di un team continental nei primi 20. O come Alessandro Fancellu, atteso da sabato al via del Giro Under 23 e già sicuro del passaggio alla TrekSegafredo dal 2021. «Abbiamo lavorato bene in questi anni e adesso siamo pronti per salire di categoria, è il momento giusto — afferma il varesino, che ha il ruolo di sport manager —. Andiamo avanti con gli stessi principi, abbiamo chiaro dove vogliamo arrivare e come vogliamo arrivarci. Siamo certi di essere pronti per questo salto, sia come gruppo di lavoro che come atleti (presto per parlare di nomi, ma di sicuro l’età media sarà bassa e ci saranno in organico tanti corridori italiani, ndr)».
Analisi
Luca Spada poi tocca un punto chiave per un movimento che da anni lamenta l’assenza di squadre italiane nella massima categoria: «Mi auguro che qualche azienda prenda il coraggio a due mani e segua la strada che abbiamo tracciato. Non sarei invidioso se altri imprenditori entrassero a sostenere il ciclismo tricolore, anzi il contrario. Il World Tour per noi? Questo è un altro sogno ancora, ma ora pensiamo al gran passo avanti che abbiamo fatto adesso. Vediamo che risultati otteniamo, abbiamo tantissime aspettative con il supporto di Ivan e Alberto. E poi, vogliamo che la squadra e l’azienda Eolo siano molto legate tra di loro». «La vera novità - specifica Basso —, è proprio questa. Portare il team nell’azienda e viceversa, vale sia per Eolo sia per Kometa. Sportivamente parlando, negli ultimi anni il 30 per cento dei nostri ragazzi è salito di categoria. E continueremo anche con la squadra Under 23 e i settori giovanili. Perché è così che si costruisce il futuro».