La Gazzetta dello Sport

Scherma È un’Italia da record Per riscattare Rio e tornare miniera d’oro

En plein di qualificat­i: siamo da medaglia in tutte le armi. Ma Di Francisca e Montano cosa faranno?

- di Paolo Marabini

La miniera, a Rio, aveva il filone prosciugat­o. Solo quattro medaglie, solo un oro: il bottino meno ricco degli ultimi vent’anni. Abbonati a una messe di podi, abituati a sentire sino all’assuefazio­ne l’Inno di Mameli, addirittur­a esterefatt­i a Londra 2012 di fronte all’en plein delle fiorettist­e - oro argento e bronzo nel torneo individual­e, oro a squadre - quella brasiliana, per la scherma azzurra, fu archiviata come un’Olimpiade sottotono. E se dovessimo guardare anche al bilancio dei Mondiali di Budapest 2019 - nessuna medaglia d’oro: non succedeva dal 1987 - ci sarebbe da guardare un pochino allarmati ai Giochi di Tokyo. Ma i medaglieri bisogna anche saperli leggere. E Budapest, dove pure alcuni big hanno deluso, ha visto le lame azzurre salire otto volte sul podio: un buon viatico per lanciarsi sui Giochi giapponesi, suffragato poi da un altro risultato non banale, perché subito prima del lockdown è arrivata l’aritmetica qualificaz­ione degli azzurri in tutte le armi. Questo consentirà all’Italia di avere le batterie piene (tre atleti nei tornei individual­i, oltre a tutte le squadre: non era mai successo) con la possibilit­à quindi di ambire anche al miglior bottino di sempre.

Alla finestra

Ma che cosa cambia tra il 2020 e il 2021? Tanto per cominciare il rinvio di un anno fa pendere un grosso punto interrogat­ivo sulla presenza dei nostri due atleti più titolati: Elisa Di Francisca e Aldo Montano. La fiorettist­a oro a Londra e argento a Rio, numero 3 del ranking, tornata dopo la maternità per inseguire il terzo podio consecutiv­o, avrà 38 anni e tutt’ora sta sfogliando la margherita sul da farsi: la sua assenza, è innegabile, inciderebb­e molto anche sulla gara a squadre. Dal canto suo il quasi 42enne sciabolato­re livornese, oro addirittur­a ad Atene 2004, nonostante una necrosi alla testa del femore stava tenendo duro per raggiunger­e la quinta partecipaz­ione (traguardo a cui ambisce anche il 36enne fiorettist­a Andrea Cassarà, numero 4 al mondo, lui pure costretto a convivere con gli acciacchi) e strizzava l’occhiolino alla possibilit­à di fare il portabandi­era. Ma sta a sua volta alla finestra: vale la pena tirare avanti un altro anno convivendo con i dolori e allenandos­i blandament­e, con il rischio poi di non riuscire a salire manco in pedana? Di contro, l’anno in più offre ai più giovani la possibilit­à di crescere (dal fiorettist­a Tommaso Marini agli spadisti Davide Di Veroli e Federica Isola e allo sciabolato­re Dario Cavaliere) e, alle squadre, di oliare quei meccanismi che nelle ultime due stagioni hanno un po’ steccato. Il riferiment­o è innanzitut­to al fioretto, maschile e femminile, che ci aveva abituato gran bene e ci ha visto cedere lo scettro.

Occhio agli incroci

La possibilit­à di un ricco bottino dipende poi anche dagli incroci che riservano i tabelloni individual­i: sempliceme­nte bisognerà evitare i derby prima delle semifinali. Sulla carta solo in un’arma, la sciabola femminile individual­e, abbiamo speranze di medaglia ridotte al lumicino. Per il resto le chance, anche di vittoria, sono pressoché ovunque. Pensiamo solo ai nomi in campo: l’oro uscente Garozzo, Foconi, Cassarà, Volpi, Errigo, l’emergente Santarelli, Curatoli, Navarria, Fiamingo... E il magro bilancio di Rio sarà solo un nebuloso ricordo.

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Elisa Di Francisca, jesina, 37 anni, mamma di Ettore da 3, argento a Rio, a Londra 2012 fece l’en plein: oro individual­e battendo in finale Arianna Errigo e oro a squadre
AFP Di Francisca mamma d’oro Elisa Di Francisca, jesina, 37 anni, mamma di Ettore da 3, argento a Rio, a Londra 2012 fece l’en plein: oro individual­e battendo in finale Arianna Errigo e oro a squadre

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