MESSI VA VIA
Clamoroso addio al Barcellona! City e Psg in pole Ma i nerazzurri sognano...
Difficile pensare a un finale più triste, autodistruttivo, surreale persino. Che Leo Messi informi il Barcellona che vuole andarsene via ora e gratis a mezzo “burofax” e che il club della sua vita replichi ricordandogli che ha sulla testa una clausola da 700 milioni di euro dà la misura del dramma catalano. Un rapporto, quello tra Messi e il Barça, che ora proseguirà tra avvocati e magari tribunali. Un rapporto che sembrava indissolubile ed eterno. E che pare debba finire così, con stracci milionari che volano sul Camp Nou vuoto. Messi depresso e in fuga, Josep Maria Bartomeu cieco e inchiodato a una poltrona, quella di presidente del Barça, che rischia di diventare una sedia elettrica. A meno che Bartomeu non ceda e si dimetta, ma la cosa rischia di costargli carissima in termini economici per i debiti accumulati quest’anno dal Barça, e perché i tempi delle nuove elezioni (e l’assoluta mancanza di soldi nelle casse del club) impedirebbero al Barça di fare un mercato come vorrebbe Messi. Che non vuole più aspettare.
Un anno buio
Messi si è stancato. Lo dicevamo da tempo, e quando alla delusione si è aggiunta la depressione la bomba è esplosa. Gli ultimi 12 mesi: in agosto Leo torna dalle vacanze e dice di non essere poi così convinto che Bartomeu abbia fatto davvero tutto per riprendersi Neymar, che lui considera fondamentale per vincere la Champions. Ha ragione: il Barça al PSG ha fatto un’offerta ridicola. Gli hanno preso Griezmann, e né Leo né il Barça sanno bene che fare col carissimo francese. In gennaio poi hanno cacciato Valverde, allenatore che a Leo piaceva. E hanno preso un tecnico, Quique Setien, che non ha mai visto la Champions. E il ds Eric Abidal ha anche avuto il coraggio di dire che la colpa di tutto è dei giocatori. Messi se l’è presa da morire, pubblicamente. Poi ecco il Barçagate: 3,6 milioni di euro versati con versamenti non tracciabili dagli organi di controllo a una società perché diffamasse alcuni personaggi, tra questi, Leo e sua moglie Antonela. Messi dice pubblicamente che il Barça non può vincere la Champions. Lo spogliatoio bolle. Il Barça post lockdown passa +2 a -7 sul Madrid, offrendo la Liga a Zidane. Leo dice che col Napoli così perdono. Il Barça passa col Napoli tra i rimpianti di Gattuso, poi viene asfaltato 8-2 dal Bayern.
Più fuori che dentro
La fine di tutto. Dopo Roma e Liverpool, il terzo cazzotto è decisivo. Leo riflette sul suo futuro. Quique Setien ed Eric Abidal vengono allontanati, e appena vede Ronald Koeman, il nuovo allenatore, Leo gli dice che si sente «più fuori che dentro». Koeman inizia a costruire il nuovo Barça e fa sapere subito che Luis Suarez, il miglior amico di Messi, se ne deve andare. E così anche Vidal, altro sodale di Leo. I Messi si muovono: inviano agli uffici del Camp Nou questo famoso “burofax”, il documento in uso qui in Spagna per comunicazioni urgenti ed ufficiali.
La clausola
I Messi vogliono andare gratis. Si appellano a una clausola inserita nell’ultimo contratto firmato nel 2017: un accordo da 440 milioni di euro (lordi) per 4 stagioni che prevedeva per Leo la possibilità di liberarsi a costo zero dopo il terzo anno, quindi il 2020, a patto di avvisare il club entro il 31 maggio. La data è scaduta senza notizie dei Messi, che però sostengono che visto che causa coronavirus la stagione e il contratto stagionale si sono protratti fino ad agosto, la cosa vale anche per la clausola liberatoria. Che cancellerebbe così la clausola da 700 milioni dell’argentino, che già deve trovare un club disposto a versargli almeno 50 milioni di euro netti a stagione lasciandogli il 100% dei diritti d’immagine.
Gli acquirenti
Il contratto Entro il 31 maggio Leo si sarebbe potuto liberare a zero
Il dubbio Secondo il clan del giocatore il Covid dilata i tempi di svincolo
Per questo è complicato trovare un acquirente per Messi. Il Manchester City ha i soldi mediorientali, la dirigenza catalana, un allenatore, Guardiola, che stima Leo più di ogni altra cosa e che senza di lui non ha più vinto la Champions, un centravanti, il “Kun” Aguero, che per Messi è quasi più amico di Suarez. Una squadra che cerca disperatamente la Champions. Come Messi. E come il PSG. Altra possibile pretendente. Anche qui gli amici (come i soldi) non mancano: Di Maria e quel Neymar che abbiamo citato prima. Alcuni dicono Manchester United, però il progetto sportivo sembra poco allettante. E poi c’è l’Inter: che può essere lontana dalla conquista della Champions e indietro economicamente. Però a Milano Jorge e Leo Messi hanno appena comprato casa e il primo ha preso anche la residenza e aperto una partita Iva. Motivi fiscali legati a business collaterali dei Messi nella moda. Però è anche vero che il decreto crescita abbatterebbe il costo dell’ingaggio di Messi rispetto alla fiscalità vigente in Inghilterra o in Francia. Notte da incubo per il Camp Nou, di sogni a Milano, Parigi e Manchester.