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ZHANG RISOLVE IL CASO INTESA ANCHE SUL MERCATO: SI POTRÀ SPENDERE VENDENDO QUALCHE BIG
Poteva mai un matrimonio interrompersi dove i matrimoni, solitamente, si festeggiano? Villa Bellini, Somma Lombardo, casa Marotta, ma pure casa Conte e casa Zhang. Casa Inter, vien da dire. Antonio resta, come i segnali delle ultime 48 ore avevano suggerito. Troppo alta la voglia di non lasciare il lavoro a metà, da parte del tecnico. Troppo grande il rischio, per l’Inter, di ripartire daccapo con una stagione che incombe. E,
last but not least, troppo pesanti per chiunque quei 47 milioni lordi, per buttare tutto all’aria. Colonia ora è lontanissima, l’incontro è stato «costruttivo, nel segno della continuità e della condivisione della strategia», come ha poi annunciato il club con una nota.
Toni decisi
Tre ore di vertice, dalle 15 alle 18, non solo tra Conte e Zhang ma tra l’allenatore e tutto il board nerazzurro, dunque i due a.d. Antonello e Marotta, il d.s. Ausilio e il legale del club, Capellini. Tecnico e presidente, tra l’altro, avevano già avuto modo di confrontarsi nelle ultime ore al telefono. I toni di ieri pomeriggio sono stati anche duri, ognuno ha giocato la sua partita senza risparmiare critiche. Ma tutto è stato messo sul tavolo in senso costruttivo. Decisiva è stata la chiarezza, da parte di tutte le componenti. Conte ha spiegato, durante l’incontro, che la gestione della comunicazione complessiva della stagione non gli è piaciuta, specie in relazione ai traguardi da raggiungere. Ma presto la chiacchierata si è spostata sui programmi.
Linee guida
Ed è qui che c’è stata una convergenza per certi versi quasi sorprendente. Perché Zhang con estrema franchezza ha spiegato all’allenatore - tra il sollievo generale di tutto il board che ascoltava pur essendo già a conoscenza della situazione - che il momento economico non è dei più semplici, che la crisi post Covid si è fatta sentire anche per Suning e che dunque andranno limitati gli sforzi per qualche tempo. Dunque le linee guida prevedono, a meno di cambi improvvisi di direzione, che gli investimenti sul mercato saranno limitati. Di fatto, Hakimi a parte, il resto delle operazioni dovrebbero essere fatte quasi in regime di autofinanziamento: tanto esce, altrettanto entra. A quel punto Conte avrebbe potuto in linea teorica mollare, scendere dalla barca e probabilmente intascare una buonuscita (si sussurra pure di una cifra che il club aveva in testa, tra i 6 e 7 milioni netti). E invece si è rivolto a tutta la dirigenza al completo e ha detto: «Ok, ci sto, apprezzo la vostra chiarezza e andiamo avanti. Però la stessa chiarezza ci dev’essere all’esterno», è stato più o meno il senso delle sue parole.
Strategie
Delle serie: sarò anche il vostro top player, ma non sono un mago. E quindi non chiedetemi di vincere per forza lo scudetto, la classifica di questo campionato non inganni, ai tifosi è bene parlare chiaro. Dall’altra parte tutti si sono dimostrati convinti, in questo senso. Il che non significa che il processo di crescita dell’Inter non possa continuare. Ma che probabilmente si saliranno meno gradini di quelli previsti un anno fa e di quelli poi effettivamente scalati lungo tutta l’ultima stagione. Decisivi, per inseguire giocatori dal costo di cartellino elevato, saranno allora i tentativi di cessione (difficili Skriniar e Brozovic, mentre Lautaro resta un rebus), grande attenzione sarà data ai giocatori svincolati o low cost. Non si è parlato di nomi di mercato, quello sarà fatto in un nuovo vertice tra Conte e i dirigenti nei prossimi giorni, entro il fine settimana. Ma certo che non si sbaglia a rimettere in pista per l’Inter il solito Arturo Vidal, che il Barcellona ha di fatto messo alla porta. Nelle prossime ore, intanto, sarà decisa la data del raduno: non sarà prima del 6 settembre, il club nerazzurro punta a chiedere il rinvio della prima giornata di campionato.
Mediazione
Della giornata resta l’impressione di una ritrovata unità di intenti del gruppo di lavoro nerazzurro. Ed è frutto dell’opera di mediazione del presidente Zhang, forse al più grande intervento pratico della sua gestione. Perché il suo approccio costruttivo, con il quale ha confermato la fiducia a tutto il board - Ausilio compreso, nonostante le voci legate alla Roma - è stato decisivo per la buona riuscita dell’incontro. Certo che l’Inter si era cautelata, con Massimiliano Allegri. E certo che l’allenatore toscano sarebbe stato ben felice di firmare il biennale che lo aspettava ad Appiano. Ma fino in fondo Conte non è mai uscito dalla testa dell’Inter, né l’Inter da quella di Conte. Ieri era il giorno numero 365 dalla prima partita ufficiale di Antonio sulla panchina nerazzurra. Anche simbolicamente, da oggi può iniziare davvero il Conte-bis.
L’incontro tra il club e Conte è stato costruttivo, con esso sono state stabilite le basi per proseguire insieme nel progetto IL COMUNICATO DELL’INTER A FINE INCONTRO