La Gazzetta dello Sport

Zaccheroni: «Bravo Andrea Il possesso è l’unica via»

- di Luca Bianchin

Alberto Zaccheroni ha sfiorato Pirlo tre volte. Ha allenato il Milan, l’Inter e la Juventus, le tre grandi squadre di Andrea, ma sempre in momenti diversi. In compenso ha girato il mondo, ha l’esperienza per commentare le prime parole da allenatore dell’ex numero 21.

3La conferenza stampa di presentazi­one ha convinto quasi tutti ma la frase su Higuain si stacca per importanza: secca, decisa. Che ne pensa? «Penso che, se la Juventus ha scelto di affidargli la squadra, ha visto in lui delle qualità. E poi, in decisioni come questa, è protetto. Andrea Agnelli mi sembra un presidente che parla molto con i giocatori e con loro condivide diversi argomenti. Oltre a lui, Nedved e Paratici sono presenti».

3Insomma, lo vede bene.

«Solo Ronaldo ha vinto più di lui in squadra: questo attirerà rispetto. Non voglio tornare su Sarri, ma è evidente a tutti che lui, come me, era un allenatore senza un grande passato calcistico».

3Pirlo ha parlato subito di calcio: nella prima risposta, ha ragionato di “calcio propositiv­o”, di possesso palla da conservare e recuperare in fretta. Impression­e?

«Giusto, questa è l’unica strada, in Europa ma anche in Asia, dove alleno io. Il Bayern, per fare questo, teneva una linea di difesa altissima contro Neymar, Mbappé e Di Maria. Chi altro lo avrebbe azzardato? Al contrario, guardate l’ultimo Barcellona: la qualità del palleggio è calata e soprattutt­o non c’era più la capacità di un tempo di recuperare il pallone».

3Quindi l’Atletico Madrid per lei non può più vincere una Champions?

«Non può, a meno di non essere sempre al massimo della condizione».

3Qualche tifoso nota il tono

Sono sicuro che Andrea riuscirà ad attirare il rispetto dei campioni

Alberto Zaccheroni

Sullo spogliatoi­o

Il tono di voce non è importante, conta essere chiari e lui lo sarà

Alberto Zaccheroni

Sul carattere

di voce di Pirlo e si chiede: come potrà arrabbiars­i con i giocatori?

«Il tono non conta. Io non ho mai alzato i toni in conferenza, ma ho avuto problemi solo con pochi giocatori, tutti a fine carriera. L’importante è la chiarezza: il primo giorno in spogliatoi­o, chiedo il rispetto dei ruoli. Certo, capita di urlare, in qualche periodo spesso».

3Pirlo ha detto che è importante lavorare e parlare tanto con i giocatori, renderli partecipi. Quanto conta? «Tanto. Io ho sempre pensato che i giocatori vadano presi da parte. E poi ognuno va trattato a modo suo. Un esempio: non si può riprendere in pubblico un giocatore permaloso. Al Milan ho urlato durante una partita a un calciatore con quel carattere: l’ho perso per due o tre mesi».

3Tra i giocatori da trattare diversamen­te, i campioni. «Le partite le vincono i fenomeni. Per la Juve, Ronaldo su tutti. E Higuain».

3Su Higuain però le frasi... «Io non so se il Pipita come calciatore sia a fine corsa, non credo. Per me ha solo quello che si chiama un mal di pancia. Ha bisogno di essere coccolato, ma sa venire incontro, scambiare, segnare: potrebbe ancora far quadrare un grande tridente».

3Un’ultima domanda su un’ultima frase. Pirlo ha fatto capire di aver chiesto alcuni giocatori alla società. È giusto che un allenatore lo faccia?

«Certo, il problema è che quasi sempre non te li prendono... Piuttosto, un ultimo consiglio: mai chiedere a un giocatore portato dall’allenatore informazio­ni su quello che succede in spogliatoi­o. Al Milan credevano che Bierhoff fosse la mia spia. Si sbagliavan­o».

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EPA Tecnico Alberto Zaccheroni, 67 anni, alla Juve per sei mesi nel 2010

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