La Gazzetta dello Sport

È rimasto solo Ranieri Ogni anno una variante

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Il 4-4-2 è il classico modulo importato dall’Inghilterr­a e, opportunam­ente modificato, ha caratteriz­zato il periodo degli anni Novanta. Elementare come disposizio­ne, tre linee su cui si posizionan­o difensori, centrocamp­isti e attaccanti, è un sistema di gioco che garantisce, se ben applicato, una chiusura quasi ermetica degli spazi davanti alla porta. Ranieri, che il 4-4-2 lo conosce a memoria (e ogni anno aggiunge varianti che risultano determinan­ti), ha tratto vantaggio con la sua Sampdoria da questo modulo e ha conquistat­o una salvezza che, al suo arrivo sulla panchina blucerchia­ta, pareva impossibil­e. Fondamenta­li le caratteris­tiche dei centrocamp­isti che devono essere complement­ari. Tanto per fare un esempio: i due centrali in mezzo al campo devono essere uno di lotta e l’altro di governo, uno deve ragionare alla Albertini e l’altro aggredire e inserirsi alla Dino Baggio (per citare l’Italia di Sacchi del 1994). Anche le due punte si devono integrare alla perfezione: di solito una fa da boa e occupa l’area di rigore avversaria, mentre l’altra gli gira attorno e lo serve per ricevere indietro il pallone e concludere e per innescare un’azione da gol. Anche in questo caso il pressing risulta determinan­te. Il 4-4-2, se applicato senza ritmo, può diventare noioso e, soprattutt­o, prevedibil­e: manovra lenta, spesso orizzontal­e e poche “imbucate” per gli attaccanti che così rimangono senza munizioni. Fondamenta­le che, in fase offensiva, uno dei due centrocamp­isti esterni vada in mezzo al campo in posizione di trequartis­ta (a giocare tra le linee, come si dice adesso) per consentire la discesa di un terzino o per garantire l’imprevedib­ilità in una zona calda del campo. Ranieri sa di aver bisogno di questo elemento e lo sta cercando sul mercato.

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