La Gazzetta dello Sport

Fantasia al potere

Uno Iago in più nel Toro È il colpo fatto in casa: vuole tornare a stupire

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Partirà vicino a Belotti, può fare il trequartis­ta Non vedeva l’ora di rientrare: «Il Fila casa mia»

Dove eravamo rimasti? Ah sì, a quelle ultime ore di un gelido gennaio. A quel momento condiviso in cui ci si è dati un arrivederc­i che era divenuto quasi inevitabil­e, a quell’attimo in cui ci si è stretti una mano con la promessa silenziosa di rivedersi presto. Perché, sotto sotto, lui e il Toro hanno sempre saputo che non si sarebbe mai trasformat­o in un addio. Non c’entrano nulla le dinamiche del mercato e quell’opzione non esercitata dal Genoa. Tra Iago Falque e il Toro c’è sempre stata una scintilla, alle volte mutata in un ciclone di emozioni anche difficili da domare, ma in questa storia ha sempre tirato un vento bello, intenso, coinvolgen­te. E allora, sì, adesso può ricomincia­re un’altra vita, una nuova avventura, o forse sarebbe più corretto scrivere che si può ripartire da dove si erano salutati. Con ancora più voglia, stimoli e motivazion­i. E con questo Falque che nel progetto votato alla bellezza a cui sta lavorando Marco Giampaolo ci sta dentro davvero a pennello. Non è una consideraz­ione così a caso, è piuttosto una linea già esplicitat­a dalla società. Con quel «Iago si sposa alla perfezione nel calcio di qualità del mister», raccontato appena qualche giorno fa dal direttore tecnico Davide Vagnati.

È tornato il 10

Iago non vedeva l’ora. Dopo tre stagioni e mezzo a inventare, servire assist e segnare gol pure pesanti - sognava questo momento da mesi. Non lo ha nascosto, lo ha sempre pensato, e in questi giorni lo ha anche messo in piazza, scrivendo su Instagram che il Filadelfia e il Toro «sono casa mia». Il Toro riabbracci­a e dà il (ri)benvenuto al suo numero dieci, quella maglia così evocativa che la società gli aveva consegnato un anno fa all’inizio del ritiro di Bormio. Altri tempi, vero, perché poi il galiziano ha dovuto affrontare una prima parte della stagione facendo i conti con una serie di infortuni che lo hanno obbligato in tribuna. Ma nel passato granata di Iago, o «Iaghino» come lo chiamano i compagni che lo adorano, c’è tantissimo altro. C’è una capacità innata, frutto del talento, nel produrre qualità, attraverso tecnica e fiammate. Torino gli è nel cuore, lui è tornato per essere nel motore del nuovo progetto Giampaolo.

Doppio ruolo

Bisogna anche sfatare un po’ di luoghi comuni. Uno su tutti, secondo quella diceria per la quale Falque potrebbe giocare solo attaccante esterno di destra. È la storia recente a smentire questo racconto: nell’annata 2018-2019, quella del record di punti (63) firmata Walter Mazzarri, Falque ha giocato 26 partite (gli mancano quelle del finale di stagione, a causa di un infortunio) con Mazzarri che lo posizionò spesso seconda punta, accanto a Belotti, nel suo 3-5-2, o altre volte trequartis­ta nell’evoluzione tattica del 3-4-2-1. Anche con Giampaolo è ora candidato a diventare la seconda punta di qualità del Toro. O, all’occorrenza, può scambiarsi il testimone con Verdi da rifinitore. Iago è tornato, e il Toro si gode quello che di fatto è il suo quarto colpo di questo mercato. Quello fatto tutto in casa.

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