La Juve prepara il ritorno di Kean Euforia Ronaldo «Vinciamo tutto»
Il brasiliano ex Barça si prepara anche da solo Il nuovo tecnico lo lancia: «Gioca in due-tre ruoli» Ecco perché può diventare il suo erede in mezzo
La battuta viene facile: la Juve è sicura di mettere Arthur al volante della squadra? Spiegazione per chi ha perso un passaggio della cronaca delle ultime settimane: Arthur è uno degli acquisti estivi in mezzo al campo ma a metà agosto ha fatto discutere soprattutto per un incidente in Ferrari, con test alcolemico non superato per poco (valore di 0,55 mg/l, contro gli 0,50 consentiti dalla legge). In Spagna si è parlato di patente ritirata ma poi si è chiarito: la licenza è ancora in mano al biondo, che probabilmente andrà incontro a una causa. Previsione: prenderà una multa, questo è certo. Quanto alla patente beh... c’è ancora da discutere. Alla Juve, probabilmente, questo però interessa tra poco e nulla. Alla Juve importa che Arthur stia bene. Tra i giocatori arrivati in estate, è quello che incuriosisce di più i tifosi, non solo per i 72 milioni più 10 di bonus pagati nello scambio con Pjanic. Kulusevski istintivamente piace di più ma il brasiliano ha il fascino della novità, del giocatore tecnico: assieme a Dybala e Ronaldo, magari con Ramsey in aggiunta, promette di far divertire il pallone.
Come sta: le foto
Arthur nelle ultime 48 ore ha pubblicato diverse foto su Instagram. Tema di fondo: i primi allenamenti con la Juventus. Testo corto, sintetico: «Step by step». Passo dopo passo. Fin qui, scontato. Nelle storie però è spuntato il lavoro con Daniel Esteban Labarca e Adrian Martinez Castro, fisioterapisti che, come spiegato da Castro su Instagram, sono con lui a Torino. Lo seguiranno durante la stagione, lavorando assieme ai medici della Juve per tenere lontani i problemi fisici che lo hanno limitato a Barcellona. Il tifoso juventino infatti ha sempre un paio di dati nella testa. Primo, le presenze: solo 48 in Liga in due anni. Secondo, una strana tendenza a non arrivare a 90 minuti: nel 2018-19, addirittura, non ha mai giocato una partita per intero in campionato. Gli ultimi segnali però sono incoraggianti: Arthur sta bene, meglio che in tutto il suo passato recente, e sembra aver dimenticato
la pubalgia che lo ha condizionato.
Dove si vede: il ruolo
Pirlo gradirebbe... e qui arriviamo al discorso sul ruolo. Il nuovo allenatore, nella conferenza stampa di presentazione, ha spiegato come vede Arthur: «È un bravo giocatore, l’abbiamo ammirato al Barcellona e in nazionale. È un centrocampista di costruzione, che può ricoprire più ruoli: dal regista alla mezzala al centrocampista a due. I giocatori di qualità possono giocare in più posizioni e lui tornerà molto utile». La Juventus ha pensato di farlo giocare da play, nel vecchio ruolo di Pjanic e... di Pirlo, posizione che ad Arthur ricorda i giorni in Brasile.
Il Gremio tra il 2016 e il 2018 lo usava in mezzo, magari in coppia con un centrocampista più difensivo come Michel Santos. «Per me il suo ruolo ideale è quello di secondo centrocampista che distribuisce il gioco», ha detto Scolari, ex c.t. del Brasile, ripensandoci. Il Barcellona invece gli ha dato il numero e la posizione di Iniesta: mezzala.
Cambia poco, da una posizione all’altra ci si sposta di pochi metri. Piuttosto, è significativo che Pirlo parli d centrocampo a due, formula che nel 2019-20 si è vista quasi per nulla in fase di possesso. Potrebbe spuntare già nel pre-campionato.
Gioca così: i piedi
Quello che conta, qui, però sono i piedi. Arthur ha una grande capacità: gioca facile, a testa alta, scambia nel breve, distribuisce il gioco rapidamente. trova il compagno smarcato. Quando può, poi, guarda lontano e manda in verticale gli attaccanti, dettaglio che alla Juventus, visti i precedenti, farebbe comodo. La sfida vera, per il nuovo acquisto, quindi è trovare un posto da titolare, continuità di rendimento e qualche gol. Il tiro non gli manca ma tra Porto Alegre e Barcellona ha segnato poco: mai più di 4 gol in una stagione. Sono pochi.
Il fattore X: la testa
Oltre a tutto, la testa. Quella di Arthur va veloce, anche troppo. In campo, è un bene: dice di aver studiato il modo di girarsi di Xavi e Iniesta. Funziona. Il problema è... la voglia di vivere fuori dal campo. A Barcellona si è discusso di qualche colpo di testa notturno e della fuga in Brasile nei giorni in cui il Barça, dopo averlo ceduto, preparava la Champions. Il presidente Bartomeu non la prese bene ma, meno di un mese dopo, è tutto dimenticato. Meno di un mese dopo l’uomo che rischia di andare in esilio è l’altro: Bartomeu.