LA SCHEDA Maresca alla corte di Guardiola al City Guiderà l’Under 23
Già assistente di Montella e Pellegrini, l’ex centrocampista crescerà i talenti
nato a Pontecagnano Faiano (in provincia di Salerno) il 10 febbraio 1980. Di ruolo centrocampista, ha giocato con West Bromwich, Juve, Bologna, Piacenza, Fiorentina, Siviglia, Olympiacos, Malaga, Samp, Palermo e Verona.
Un italiano sbarca alla corte di re Guardiola: si tratta di Enzo Maresca, che allenerà l’Under 23 del Manchester City, cioè la squadra B, quella che Pep seguirà con la massima attenzione per scoprire talenti da inserire nel grande serbatoio dei Citizens (da lì arriva Phil Foden, per esempio). Non è un mistero che Guardiola, a Manchester, stia cercando di riproporre la stessa architettura tecnico-organizzativa che aveva conosciuto ai tempi del Barcellona: i giovani, i «canterani» sono gli Aguero e i De Bruyne di domani e se ha scelto Maresca per affidargli la crescita dei pulcini significa che si fida non poco delle qualità dell’ex centrocampista.
Il ritorno
L’Inghilterra, per Maresca, non è certo una novità. Ha cominciato la carriera negli stadi della Premier League, al West Bromwich Albion, quando aveva soltanto diciotto anni e i tifosi s’innamorarono ben presto di quel ragazzo che dirigeva il traffico in mezzo al campo con il piglio del comandante. Tanto incantò che la Juve si accorse di lui e sborsò dieci miliardi di lire per tesserarlo immediatamente, salvo poi non dargli mai le chiavi di casa in mano. Il suo girovagare da calciatore (Piacenza, Bologna, Fiorentina, Palermo, Verona, Sampdoria, Malaga, Olympiacos) non era figlio della sua immaturità, ma delle logiche perverse di qualche esperto di mercato che sfruttava un giocatore per creare plusvalenze (più o meno vere). Fatto sta che Maresca, la sua vera dimensione, la trovò in Spagna, al Siviglia, squadra con cui vinse due coppe Uefa, una Supercoppa Europea, una Coppa del Re e una Supercoppa di Spagna. Nella finale Uefa contro il Middlesbrough, nel 2006, si tolse pure la soddisfazione, lui che di mestiere ha sempre fatto il centrocampista centrale, di realizzare una doppietta e si guadagnò il premio come miglior giocatore della partita. Di cose belle, in carriera, ne aveva già fatte. Una in particolare, che i tifosi della Juve
(e quelli del Toro anche se con sentimento opposto) non dimenticheranno mai: nel derby del 24 febbraio 2002 Maresca con la maglia bianconera realizzò il gol del definitivo pareggio (2-2) a un minuto dal termine, quando la Juve pareva ormai spacciata, ed esultò correndo per il campo e mimando il toro in segno di scherno. I granata non la presero bene, gli juventini impazzirono di gioia.
La nuova carriera
Da allenatore, dopo le esperienze come collaboratore di Fiorin (all’Ascoli), di Montella (a Siviglia) e di Manuel Pellegrini (al West Ham), ora Maresca si mette in gioco su un palcoscenico prestigioso. Avere gli occhi di Guardiola puntati addosso non sarà un problema per lui, abituato da sempre alle pressioni. E poi Pep non sarà un giudice inflessibile, ma un maestro cui chiedere consiglio, cui affidarsi nei momenti difficili e con cui gioire quando le cose andranno per il verso giusto. Sbarcare alla corte del re, perché il re ti ha cercato e voluto, genera un istante di orgoglio che giustifica tutta la fatica compiuta per arrivare a questo traguardo. Adesso si tratta di ascoltare il sovrano e seguire il verbo, magari aggiungendoci qualcosa di suo.